I tifosi sono forse pazzi? Direi proprio di no
Come abbiamo analizzato nell’altro articolo “Motivi per non guardare la Formula 1”, sono molti gli aspetti che potrebbero spingerci ad afferrare il telecomando e cambiare canale. Ci guadagneremmo di tempo e di sanità mentale. Eppure, quando giunge il week-end di gara a nessuno di noi tifosi balza alla mente l’idea di guardare un programma più tranquillo e meno doloroso. Siamo forse pazzi? Direi proprio di no. La Formula 1, come qualsiasi sport, ha i suoi pro ed i suoi contro ed oggi vi presenterò proprio gli aspetti che la rendono meravigliosa ed avvincente.
Imprevisti
Forse non in molti potrebbero essere d’accordo con me, eppure uno degli aspetti che caratterizza questo sport è proprio l’imprevedibilità. Chi si sarebbe atteso la vittoria di Gasly a Monza o quella di Pérez in Bahrain, o, ancora, che lo stesso Hamilton potesse vincere il Gran Premio di Silverstone con una gomma bucata, mentre il suo compagno di scuderia finiva undicesimo per lo stesso problema? Io certamente no.
Sport sempre in movimento
Proprio come i piloti che girano in pista, anche la Formula 1 è sempre in costante movimento ed il regolamento cambia di anno in anno. Questo ha permesso alle scuderie minori di migliorare e di dare, così, delle gioie anche ai tifosi di piloti o di scuderie meno gettonate. Ed a meno che voi non siate tifosi di George Russell, è molto probabile che possiate vedere chi tifate nella zona punti.
Il talento non manca
Andiamo, il talento non può che non essere una delle motivazioni per cui guardare la Formula 1! Oltre ai veterani, è giunta l’epoca dei giovani, più determinata che mai a spodestare quelli che hanno fatto la storia del Motorsport. È grazie a ciò che vediamo il debutto di un giovane Tsunoda, di appena venti anni, il primo pilota del XXI secolo. Fa strano a dirlo, non è così?
La bellezza delle monoposto
“Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia”. Così parlava (al maschile) Filippo Tommaso Marinetti, e chi siamo noi per contraddirlo? Come in tutte le cose, anche in Formula 1, l’occhio, e l’orecchio, vogliono la loro parte. Ammettetelo, chi non è mai rimasto incantato nel vedere il rosso di una Ferrari o nel sentire il rombo del suo motore?
Il divertimento
Tolto il Gran Premio di Francia, che è rinomato per essere il più noioso della stagione, in cui molti tifosi decidono di addormentarsi piuttosto che vederlo, nelle altre gare il divertimento è assicurato. Se non si considera la doppietta Mercedes, diventata ormai un must, la lotta per le altre posizioni è sempre molto serrata. Talmente serrata che hanno dovuto cambiare il regolamento per evitare di dare penalità ogni week-end di gara.
Nuove piste
L’anno scorso abbiamo potuto assistere all’introduzione di nuove piste, alcune al loro debutto, altre al loro ritorno storico. È così che abbiamo avuto ben tre Gran Premi in Italia: oltre all’ormai consueta Monza, anche al Mugello e ad Imola. Oltre ad aver appurato la maledizione di Verstappen nel Bel Paese, abbiamo assistito anche a gare stupende, forse tra le più belle della stagione. C’è stato poi il ritorno del Gran Premio di Turchia, dove era evidente la difficoltà dei piloti a non girarsi, fatta eccezione per Vettel, che, da vero e proprio bastian contrario, pur essendo abituato a non rimanere in pista per più di cinque minuti, è riuscito a condurre la gara per intero, finendo addirittura sul podio.
Guida al limite
Tutti coloro che affermano che la Formula 1 sia monotona, “solo un continuo girare in tondo”, in realtà stanno sottovalutando un aspetto molto importante: la velocità di reazione. Detto così si potrebbe anche non comprendere, ma nella passata stagione ci siamo resi conto, più degli altri anni, di come in un mezzo secondo potessero rientrare circa undici piloti. Frenare troppo tardi significa mancare una curva, frenare troppo presto, invece, perdere una posizione. E questa tensione, sempre presente nei piloti, la percepisce anche il tifoso, che rimane incollato alla televisione nella speranza di non vedere il proprio protetto commettere uno sbaglio. Perché la Formula 1 è uno sport veloce e non ammette errori.
Seguire la Formula 1 significa vivere, quindi, di tensioni, di adrenalina, di emozioni, positive e negative, che nessun altro sport può donare.
Significa gioire quando la propria scuderia, o il proprio pilota, vince o innervosirsi quando non si ottiene il risultato desiderato.
Non vi prometto che gioirete più di quanto soffrirete, ma vi garantisco che vi divertirete e rimarrete sempre all’allerta. È una vera e propria droga: una volta assaggiata, non potrete più farne a meno!