La Formula 2 continua a dimostrarsi il banco di prova migliore per i grandi campioni di Formula 1. Da Lewis Hamilton a Oscar Piastri: in molti sono passati per questo campionato prima di approdare nella categoria maggiore.
Per questo motivo, e per tanti altri, tutti gli appassionati del motorsport dovrebbero seguire la Formula 2. Possibilità, lotta ad armi pari e preparazione. Questo è quello che c’è da aspettarsi.
Possibilità di raggiungere il proprio sogno
Possibilità: possibilità di mostrare il proprio talento, possibilità di vincere, possibilità di sbagliare e imparare dai propri errori, possibilità di avverare un sogno.
La Formula 2 offre un’enorme possibilità a tutti quei giovani piloti che da sempre vorrebbero leggere il proprio nome nell’elenco delle venti persone più veloci al mondo. Proprio tra quelle undici squadre e quei ventidue piloti si nascondono i talenti del futuro: i rookie che vedremo nei prossimi anni o, perché no, l’anno prossimo, schierati nella griglia più ambita nel motorsport.
Tra di loro si nascondono i prossimi Lewis Hamilton e Max Verstappen, e grazie a questo campionato hanno l’opportunità e la possibilità di mostrare a tutti il loro valore, specialmente alle scuderie di Formula 1.
Team come Red Bull, Alfa Romeo, Alpine, Mercedes, Ferrari, Williams, infatti, stanno già investendo su molti di questi piloti nella speranza di riuscirli a portare con loro nella categoria madre. Far parte di una di queste academy, però, non significa avere il futuro già assicurato. Red Bull, ad esempio, è la scuderia che conta il maggior numero di piloti in griglia nel campionato di Formula 2 che sta per iniziare: sei su ventidue. Ma in con il team di Formula 1 sono solo due i posti disponibili, sempre se si libera anche il sedile di Max… cosa improbabile.
Se buttiamo un occhio alla griglia di Formula 1 di quest’anno, è semplice capire la reale importanza che ha la sua serie minore. Da Max Verstappen a Charles Leclerc, passando per Lando Norris e George Russell, fino ad arrivare ai nuovi rookie Nyck De Vries, Logan Sargeant e Oscar Piastri. Tutti hanno usato la Formula 2 come trampolino di lancio.
Possibilità di crescita
Tra gli appassionati, in molti affermano di aver iniziato a seguire la Formula 2 per vedere crescere i futuri pilota di Formula 1.
Nel 2017, correva in Formula 2 un rookie che in Bahrain è partito sesto e dopo soli nove giri era già leader della sprint race. Ma in quel circuito il degrado gomme è alto. Anche se solitamente la strategia migliore è senza soste, lui e il team decidono comunque di fermarsi per un pit stop. Si trova così quattordicesimo con soli 8 giri dalla fine. Impossibile recuperare, pensavamo tutti. Ma quel ragazzo ha reso possibile l’impossibile, andando addirittura a vincere la gara. Ha terminato, poi, il campionato di quell’anno vincendo il titolo.
Quel ragazzo si chiama Charles Leclerc, dal 2018 è un pilota di Formula 1 e, cinque anni dopo quella vittoria, è salito nuovamente sul gradino più alto del podio in Bahrain alla guida di una Ferrari.
Per questo parliamo di possibiltà: la Formula 2 è il mezzo più effettivo che hanno i giovani piloti per essere notati dai grandi team e fare il passo finale verso la categoria principale.
Una lotta ad armi pari
“Date una macchina a questo ragazzo”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Quanti tifosi continuano ad affermare che Hamilton è sette volte campione del mondo solo perché guida una Mercedes?
Nel campionato di Formula 2 questi pensieri non possono essere fatti. Tutte e ventidue le vetture sono esattamente identiche: hanno un telaio prodotto dalla Dallara con all’interno un motore V6 turbo da 3,4 litri e 620 cavalli prodotto da Mecachrome.
Per questo parliamo di una lotta ad armi pari dove il talento, l’allenamento e la preparazione – insieme al set up e alle strategie – fanno la differenza. Dove veramente viene mostrato il vero potenziale di ogni singolo pilota.
Una lotta entusiasmante, nella quale i piloti si prendono molti rischi per cercare di uscirne vincitori. E questo rende ogni gara imprevedibile: quasi sempre è difficile scommettere sul risultato finale di una sprint race o di una feature race di Formula 2. Io, personalmente, avrei perso molti soldi.
Perché anche se molti fan guardano la Formula 2 sperando di intravedere il prossimo Campione del Mondo, questi ventidue giovani piloti possono essere già considerati star delle corse. Indipendentemente da qualsiasi rapporto che hanno o potrebbero avere con la Formula 1, quando poi si spengono i semafori quello che avviene tra di loro possiamo descriverlo solo con una parola: racing.
Pronti in tutto e per tutto
Ma non conta solo la gara e non conta solo il talento. Un pilota di Formula 1 deve essere pronto ad affrontare anche tutto quello che succede prima dello spegnimento dei semafori e dopo la bandiera a scacchi. C’è molto da preparare.
Il campionato di Formula 2 ha un calendario che coincide con alcuni dei più grandi Gran Premi di Formula 1. Durante i quattordici weekend di gara, possiamo vedere i piloti lottare tra le strette barriere di Monaco, volare nel tempio della velocità a Monza, tentare il sorpasso a Silverstone e sfrecciare in salita a Spa.
Il pubblico, quindi, è lo stesso della Formula 1: sempre presente in abbondanza sulle tribune e lungo i circuiti, porta con sé, oltre al tifo, anche pressione ed aspettative. Ed insieme ai tifosi, anche i media e i team di Formula 1 sono lì ad osservare ogni mossa dei piloti.
Tutte queste aspettative ricadono su ognuno di loro e li preparano a quello che potrebbe essere poi il loro futuro. Un futuro in cui si è sotto i riflettori 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e in cui è necessario concentrarsi e farsi trovare sempre preparati.
Media training, interviste, autografi e foto sono all’ordine del giorno. Ma lo spazio per il divertimento ogni tanto c’è, e, visto che stiamo parlando di piloti competitivi, non c’è niente di meglio di qualche challenge tra di loro.
Perché sì, è bello vedere le gare e seguire il progresso dei piloti a livello tecnico e sportivo. Ma è bello anche conoscerli caratterialmente in contesti meno stressanti, ad esempio mentre cercano di fare un tik tok…
Il futuro è qui
Ma questi ventidue ragazzi sono pronti: si allenano da anni per questo. Hanno sacrificato l’infanzia che tutti noi conosciamo come “normale” per arrivare dove sono ora e la strada ancora non è finita. Hanno dedicato la propria vita alle corse nello stesso modo in cui la maggior parte di noi la dedica ai propri studi, con l’unica differenza che i sacrifici potrebbero essere stati molti di più. Allenamenti tutti i giorni, viaggi infiniti, lasciare la propria famiglia quando si ha ancora quattordici o quindici anni per spostarsi dall’altra parte del mondo. Queste sono cose che fanno parte della vita e dell’adolescenza di ogni pilota.
Adesso, però, è arrivato il momento per loro di fare il prossimo grande passo: questo weekend inizia in Bahrain il Campionato di Formula 2.