L’emozione della prima volta sul tetto del mondo
12 Dicembre 2021, sogno o realtà?
Cosa è successo in quegli istanti confusi in cui il mondo sembrava essersi completamente fermato?
E’ successo l’incredibile.
5 parole che hanno cambiato la vita a quel ragazzo di Hasselt, un metro e ottanta di carattere, sfacciataggine, grinta e determinazione. 24 anni e un talento cristallino, un’educazione da predestinato, un paio di occhi azzurro ghiaccio che nascondono tutto il mondo di un bambino cresciuto in fretta a pane e kart. Sicuro, freddo, calcolatore e istintivo, inconsapevole di avere una capacità innata nel catturare l’attenzione una volta abbassata la visiera di un casco che ritrae il Leone che è in lui. Senza paura né peli sulla lingua, una bomba a orologeria pronta a esplodere e a creare il vuoto.
“Voglio sempre fidarmi del mio istinto. In fondo, non è proprio questo che ha reso grandi molti piloti?”
-Max Verstappen
Dicono tutti, infatti, che la famosa stoffa del campione è semplicemente parte di te. Fin dal primo respiro, sei quella persona tra tanti, incredibile estraneo in mezzo a un mare di normalità. Chi ha il privilegio di “indossarla“, talvolta inconsapevolmente, è destinato a grandi cose, è solo questione di tempo e di occasioni.
Già, le occasioni.
Ne esistono tante, eppure sono così sfuggevoli, paurosamente irripetibili. Le occasioni uniche non possono essere perse. Esse sono quelle che ti capitano poche volte nella vita, quelle che agguanti con tutta la forza che hai in corpo e nelle quali ti ci butti a capofitto senza nemmeno pensarci. Queste come fai a scordarle?
Max Verstappen non lo farà, oggi. Il ricordo dell‘occasione più importante della sua vita sarà per sempre custodito in emozioni, parole, immagini con un valore inestimabile. Al posto giusto, per l’opportunità giusta, nel momento giusto. Sì, il suo momento.
Racconteremo per sempre 57 giri di speranze che annegavano inesorabilmente tra le lacrime, infine, di un pianto di gioia liberato grazie a un solo giro, l’ultimo, il numero 58. 16 curve che ti cambiano la vita.
Dalla bandiera a scacchi è stato tutto diverso.
“Le occasioni fanno le rivoluzioni”
Max nella sua vita ha sempre fatto questo: guidare veloce e gareggiare.
Non c’è mai stato posto per un piano B, un’alternativa al diventare grande. In fondo, se nasci con il motorsport nelle vene e il peso delle aspettative di un cognome mondiale, la strada è una sola.
Max ha sempre saputo cosa doveva fare, ha sempre avuto chiaro l’obiettivo da raggiungere. Crescendo con l’ombra di un padre cometa nel mondo della Formula 1, lui voleva fare di più. Non si è mai accontentato di seguire le sue orme, voleva costruirsi da solo il suo futuro verso il firmamento delle stelle fisse, quelle dei Campioni del Mondo.
Al bambino che fin da piccolo sbaragliava la concorrenza con un casco di Spiderman e una sicurezza invidiabile importava arrivare al momento in cui tutto avrebbe acquisito senso. Quel momento che Max Verstappen ha vissuto per la prima volta sotto le luci della notte della sua vita, circondato dagli affetti e dai fuochi d’artificio.
Ora, Max, tutto è al posto giusto.
Respira.
Quel piccolo Max che girava l’Europa con il suo kart, cresciuto sotto l’ala protettrice di zio Michael, lodato e soprannominato da Niki Lauda “talento del secolo” dopo la sua prima vittoria in Formula 1 nel 2016, ha sconfitto uno dei piloti più grandi di sempre.
Abbracciando la sua gomma posteriore, una di quelle che l’aveva tradito nel bel mezzo della stagione, si lascia andare alle emozioni che ha sempre cercato di contenere perché semplicemente non è mai stato da lui mostrare un lato vulnerabile, più umano. Invece, ben vengano le lacrime che un Max stanco, provato, incredulo lascia scivolare via insieme a tutte le preoccupazioni.
Quanto deve essere stato difficile gestire la pressione di un momento simile?
7 anni di gavetta in Formula 1 hanno mostrato tante sfaccettature di un pilota che, però, non ha mai potuto davvero affrontare la battaglia all’Olimpo fino a questo momento. Consacrato a Barcellona nel 2016, Max ne ha dovuta fare di strada prima di giungere sul tetto del mondo. Il posto sognato ad ogni trofeo alzato, un punto che pareva sempre più vicino, ma ogni volta così lontano.
Frustrante, no? Eppure l’olandese è sempre stato paziente, tranquillo e ha saputo agire nel momento giusto.
Abu Dhabi ha rappresentato l’incognita della prima volta, la prima di tante, spera ora Max, giurando amore alla Red Bull.
Solo ora quindi, quando Cremonini cantava “E per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale“, riusciamo a dare un senso al percorso di alti e bassi che hanno portato Max Verstappen ad emozionarci tutti, dal primo all’ultimo.
Si dice infine che ci vogliano coraggio, determinazione, una grandissima testa dura, una passione sfrenata e una irrefrenabile sete di vittoria per essere straordinari. Tutto ciò che Max Verstappen era, è e sarà.
La Red Bull ha finalmente liberato il Leone.
Game over.
“Devi sempre credere in te stesso. Ci saranno sempre momenti difficili ma lavorando duro si supera tutto. Io so cosa devo fare una volta in macchina.”
-Max Verstappen