Due realtà a stretto contatto F1 cambiamento climatico
Il consumo della Formula 1
La Formula 1 non è uno sport a basso impatto climatico e per riuscire a diventarlo avrà bisogno di modificare molti aspetti della competizione.
Per rendersi consapevoli della situazione critica in cui si trova la F1, basta osservare i dati raccolti dalla FIA durante un’indagine sui consumi della competizione. Le attività legate alla F1 durante l’anno consumano 256.000 tonnellate di diossido di carbonio, la stessa quantità che viene consumata da 30,000 famiglie inglesi nello stesso arco di tempo.
Agenda 2030, gli obiettivi della FIA F1 cambiamento climatico
Il problema era stato inizialmente sottovalutato e solo grazie alle pressioni imposte da un pubblico più sensibile, accompagnate dalle pesanti dichiarazioni di Lewis Hamilton, sono state prese importanti decisioni. A novembre 2019 la FIA annuncia che entro il 2030 la F1 non utilizzerà più il carbonio e che entro il 2025 i gran premi saranno resi sostenibili.
La grande quantità di carbonio utilizzata in questo sport dipende comunque minimamente dalle vetture, che infatti producono solo lo 0.7% delle emissioni totali. E’ invece causata dalla logistica e dai trasporti dei team in giro per il mondo. Nel 2019, i trasporti di tutte le venti squadre hanno costituito il 45% delle emissioni della F1. A queste si devono aggiungere i viaggi a scopo commerciale, che causano un ulteriore 27.7% delle emissioni.
I dati della FIA si limitano a descrivere il tasso di inquinamento dei team, senza analizzare le emissioni dello spostamento dei fan in tutto il mondo. Includendo però anche le emissioni dei tifosi, le tonnellate di diossido di carbonio consumate aumentano a 1.9 milioni all’anno.
Per riuscire a cambiare il volto dello sport, la Formula 1 ha aderito, il 22 gennaio 2020, al progetto ONU riservato al piano d’azione per lo sport. Per poter prendere parte al progetto, la FIA deve promuovere il consumo sostenibile e ridurre l’impatto climatico. E’ inoltre necessario usare i propri mezzi comunicativi per sostenere la lotta al cambiamento climatico e intraprendere seri sforzi per promuovere maggiore responsabilità ambientale.
I circuiti a rischio F1 cambiamento climatico
Il cambiamento climatico mette a rischio non solo l’organizzazione del Circus, ma anche i circuiti che si trovano in zone critiche. Nel 2019 si è assistito allo slittamento delle qualifiche di Suzuka a causa di un uragano in avvicinamento. Con gli anni, il fenomeno in Giappone (e negli USA), sarà sempre più frequente e potrebbe mettere a rischio la sicurezza del circuito. Più recenti sono le alluvioni che hanno colpito il Belgio e che hanno provocato l’allagamento totale del circuito di Spa, causando ingenti danni ad alcune zone del circuito.
In futuro il cambiamento climatico causerà ulteriori catastrofi, che potrebbero colpire ogni zona del pianeta, mettendo in pericolo l’esistenza di molti circuiti.
Anche le piste nei pressi del mare rischiano di scomparire nei prossimi anni. Per esempio quella del Bahrain, che si trova in un’area a rischio inondazione e il circuito di Zandvoort, costruito appena cinque metri sopra il livello del mare. Anche la gara in Arabia Saudita potrebbe rischiare di essere cancellata negli anni a venire se il livello del mare dovesse alzarsi. Infatti dalle foto rilasciate fino ad ora, una zona del circuito si trova a pochi metri dalla spiaggia. L’innalzamento del livello del mare è previsto entro il 2030, con l’innalzamento di circa tre metri delle acque e con un incremento della temperatura di 1.5°C. Il cambiamento deve essere quindi tempestivo per salvaguardare gli abitanti delle zone a rischio e evitare che il cambiamento climatico metta a rischio intere popolazioni.
Le soluzioni
Con lo scopo di eliminare il carbonio dalla competizione entro il 2030, la Formula 1 sfrutta l’evoluzione dei motori per ridurre il proprio impatto climatico. Nel 2020 è giunto l’annuncio da parte della FIA della creazione di un carburante 100% sostenibile. LA Formula 1 utilizza già un biocarburante, che però include solo il 5.75% di componenti biologici, percentuale che nel 2022 raggiungerà il 10%. Per quanto riguarda la logistica e i trasporti, la FIA si sta impegnando per rendere i trasporti ultra efficienti e per alimentare gli uffici dei lavoratori con fonti al 100% rinnovabili.
Un altro proposito dell’organizzazione è quello di rendere i gran premi sostenibili a partire dal 2025, riciclando o riutilizzando gran parte dei materiali utilizzati. La FIA ha intenzione di dare incentivi ai fan in modo che risulti più facile raggiungere i circuiti con mezzi sostenibili e di aprire collaborazioni per aiutare la popolazione locale ad avere un accesso facilitato agli eventi.