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Daniel Ricciardo, il pilota ritrovato

Gli occhi di tutti sono andati sull’episodio chiave della gara: l’incidente tra Hamilton e Verstappen. Chi incolpa uno o l’altro, chi vuole sempre dire la sua… Tutti questi commenti distolgono l’attenzione sul pilota del giorno. E certo! Troppe parole spese per quella vicenda che a Daniel Ricciardo e al suo trionfo in Italia viene riservato poco spazio.

Una vittoria che non arrivava da quel lontano Monaco 2018 (possono sembrare pochi 2 anni, ma per un ambiente come la Formula 1 valgono una vita), e conoscendo il talento di Daniel sembra strano.

Daniel Ricciardo ha ottenuto la sua redenzione in quella che può considerare un po’ casa sua: l’Italia che tanto ama per le sue origini e il buon cibo, la Monza dove ha la sua pizzeria preferita…

Al termine del gran premio ha detto “non me ne sono mai andato” sfidando tutti quelli che lo davano per spacciato, visto il difficilissimo inizio in McLaren in cui ha patìto l’esplosione di Lando, il gioiellino di casa che lo ha affossato a suon di prestazioni stupefacenti.

Daniel però se n’era andato. Lo ha fatto quando è stato doppiato dal suo compagno di scuderia nella sua adorata Montecarlo, disperato dopo weekend sottotono e delusioni continue. Quando, dopo l’ennesima batosta, alzando le spalle ha detto: “Forse sto solo invecchiando!”. Abbiamo ancora tutti nella mente quel momento in cui Daniel, dopo il gran premio d’Ungheria, guarda triste e sconsolato la sua vettura (in caso contrario leggete qui).

E no, questa non è stata solo fortuna. Non è stata solo una serie di sfortunati eventi (per gli altri ovviamente).

È stata una vittoria sudata e costruita in tutto il weekend. 

L’ho vista questa evoluzione, questa ricerca della vittoria. Posso garantirvi che la consapevolezza e la voglia di fare grandi cose qui è cresciuta ogni singolo giorno: dal mercoledì alla domenica, il suo sguardo comunicava tutto.

Si dice sempre che gli occhi sono le specchio dell’anima, e in questi giorni ne ho avuto la conferma guardando i tuoi. Ho iniziato a lavorare il mercoledì, e tu sei venuto a fare il tampone dov’ero io. Nei tuoi occhi si leggevano agitazione, malinconia, timore, stress, frustrazione, oltre a gratitudine, voglia di rivalsa.

Poi ogni giorno ti vedevo in macchina, con un’espressione e con occhi sempre più vivi, accesi. La serenità aumentava, la forza che ti contraddistingue prendeva il sopravvento… e oggi il culmine.

Quando stamattina mi hai salutato col tuo grande sorriso e occhi enormi, ho visto un leone pronto a lottare per quel posto sul podio, e per qualcosa di più grande. Vedere le foto di te sul gradino più alto del podio mi ha riempita di gioia, proprio quella che c’era nei tuoi occhi (e che c’è ancora).

È un luccichio: brilli, illumini.

messaggio per Daniel Ricciardo da… me (in data 12 Settembre)

P.S. Sì, ero una degli steward a Monza, quelli con le pettorine gialle. Sì, ero all’ingresso di Vedano (se siete passati di lì mi avrete sicuramente visto) e sì, sono state giornate intense che ripeterei (non subito ovviamente, devo ancora riprendermi).

Abbiamo finalmente rivisto il Daniel che conosciamo, che amiamo.

Ci ha ridato la staccata l’australiano che, delle staccate così, è sempre stato il Re. Un rischio, per lui che del secondo posto oggi non si sarebbe mai accontentato. Certamente non avrebbe concesso la vittoria a Lando Norris, sempre competitivo alle sue spalle e pronto a sfruttare qualsiasi errore, che ogni volta lo immergeva nel buio.

Ci ha ridato l’allegria, la competizione, la grinta di un australiano che dalla sua carriera avrebbe potuto ottenere molto di più. A volte, quando le cose vanno male, si arriva quasi a pensare che non valga la pena combattere. Lui ci insegna, e mostra, che ne vale la pena.

Fonte: realdr3fans on Instagram

E allora sul gradino più alto del podio di Monza ci va lui, il pilota più felice e amato di tutto il paddock, che mentre gioca e ride e grida e beve dalla sua scarpa sudata trova anche il tempo per sedersi lì, nel posto dei vincitori. Guardava quel trofeo un po’ strano, ma con l’azzurro che rappresenta l’immensità del cielo, la libertà. A pensare alle difficoltà di quella che sembrava essere l’ennesima scelta sbagliata della sua carriera; a chi lo dava per spacciato, vecchio e finito e a chi, invece, ha sempre creduto in lui. Ha pensato a sè stesso, perchè non ha mai mollato.

“No, non me ne ero mai andato”. Sì, lo ha fatto, ma qui in Italia l’abbiamo ritrovato tutti, persino lui stesso. 

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Fonte: BigCaffè

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Finalmente un weekend di pausa dopo questa tripletta ricca di colpi di scena. Appuntamento nella località di mare russa, Sochi!

Intanto, se vi siete persi il gran premio di casa nostra, ecco il report per riderci un po’ su.

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Anna Botton

Appassionata di comunicazione e di ogni forma d'arte (sport incluso). Le emozioni sono il mio pane quotidiano. Autodromo, stadi e palazzetti sono la mia seconda casa. Il sogno? Entrarvi con un pass al collo.

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