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Leclerc vs Verstappen: una questione di testa

La lotta al mondiale da sotto il casco

E’ solo l’inizio.

La (genuina) rivalità che ogni appassionato di Formula 1 attendeva da anni è appena entrata nel vivo e tutti, ma proprio tutti, sono entusiasti all’idea di poter finalmente vedere chi riuscirà a trionfare (anche) nella categoria regina.

Dopo anni a incontrarsi nei piccoli paddock montati alla bell’e meglio per le importanti competizioni di Karting, i riflettori puntano su due giovani piloti che si conoscono davvero bene. Così bene da sapere uno le mosse dell’altro, da imitarsi e nello stesso tempo cercare di trovare lo spunto per distinguersi. Sono due lati della stessa medaglia, dannatamente simili e completamente diversi al tempo stesso.

L’unicità di due talenti che avevamo già avuto l’onore di ammirare quando ancora indossavano entrambi un casco di Spiderman, il supereroe che, per qualche assurdo gioco del destino, ha come motto una frase che oggi più che mai sembra appartenere proprio a loro 2:

“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”

Un potere racchiuso sotto la stoffa del campione di una tuta Ferrari e una Red Bull. La responsabilità più grande, ora, è non lasciare che le speranze di raggiungere il tanto agognato traguardo finale si sgretolino sotto il peso della pressione.

E’ tempo di mettere la testa a posto.

Charles Leclerc e Max Verstappen, Bahrain GP 2022
(Photo by Lars Baron – Getty Images)

Max Verstappen e Charles Leclerc non stanno lasciando davvero niente a nessun altro pilota. “Fanno uno sport tutto loro” dicono in molti, e noi non possiamo di certo negarlo. D’altronde, se in 4 round entrambi si spartiscono esattamente 2 vittorie a testa (evento che non accadeva dal 1995 con Schumacher e Hill) qualcosa dovrà pur significare. Oltre al fatto che sono proprio due perfetti uomini del segno della Bilancia.

Se per l’olandese dovrà essere un duro anno di conferme, l’euforia della ritrovata competitività della Ferrari mette il monegasco in una posizione “scomoda”. Leclerc, infatti, ha tra le mani una chance, proprio come quella di Max lo scorso anno, che non deve essere sprecata per nulla al mondo. Purtroppo per entrambi, il loro diretto avversario è veramente una spina del fianco.

E’ qui che entra in gioco l’arma a doppio taglio: la mentalità. Un campione lo è soprattutto nella testa prima ancora che nel fisico. Dalla testa tutto parte e si sviluppa. Lì si trova quella lampadina che una volta accesa può ribaltare l’esito di una prestazione. L’equilibrio, quindi, è l’ingrediente fondamentale nella ricetta per il successo.

Blu notte fonda

Spesso si è parlato di come il problema di Max Verstappen sia sempre stata l’impazienza. Quella frenesia che ha pagato caro anche l’anno scorso, in momenti chiave di un mondiale che l’ha visto trionfare solamente per poche curve. E se non fosse andata così? Cosa sarebbe stato di tutti quei “se” e quei “ma” lasciati in sospeso troppe volte, per troppi momenti in cui Max ha semplicemente lasciato giù il piede?Tutti quegli episodi in cui, alla fine, la lezione da imparare era sempre la stessa: ogni cosa ha il suo tempo, chi ha pazienza ne uscirà.

Al di là dell’incidente a Silverstone, del cordolo preso in fretta e furia a Monza, del muro colpito in quel mostruoso giro di qualifica a Jeddah, alla fine ha trionfato la costanza. Anche se in quegli episodi la pressione ha giocato lo scherzo peggiore, Max ne ha fatta di strada per capire che, forse, armarsi di pazienza è il segreto di tanto successo.

Ed è così che inizia la stagione 2022, eppure qualcosa non va. 2 vittorie e 2 DNF in 4 gare, dal paradiso all’inferno. La montagna russa su cui viaggia Max affronta i giri della morte in Bahrain e a Melbourne dove la sfortuna si accanisce su di lui. E qui, che si fa? Ci si mostra realisti.

Non c’è mai stato un momento in cui Max non abbia dimostrato di essere maturato con l’esperienza. In queste occasioni, infatti, parla chiaro, mantiene i piedi per terra. Così, ha già vinto. Lo zero sul tabellone, forse, è un po’ più leggero. In pista dà tutto, fuori analizza, capisce, pensa. Il motore non può controllarlo, ma la monoposto sì e quando va, Verstappen non si fa pregare due volte. Se la sfortuna gli mette i bastoni fra le ruote, a mente fredda reagisce. Quello che può prendersi, si prende: Jeddah e Imola non se le lascia scappare e mette tutto sul suo piatto della bilancia, ancora in equilibrio.

Passa la palla al suo avversario che, invece, non possiede la tranquillità di chi, un mondiale in bacheca ce l’ha già.

Max Verstappen, Melbourne 2022
(Photo by Mark Thompson – Getty Images)
Rosso di rabbia

Tutta la storia della complementarietà tra i due piloti della classe 1997, oggi, è più vera che mai. Infatti, Charles Leclerc si definisce impaziente ogni volta che chiedono a lui un aggettivo per descriversi. Coincidenza? No, assoluta realtà.

Il pilota del Cavallino ha lavorato a testa bassa per ben 2 anni, chiuso in un abitacolo che non faceva assolutamente nulla per poterlo mettere nelle condizioni di mostrare al mondo di che pasta è fatto davvero. Anzi, complicava la situazione. Tutto era condito dall’enorme pressione, soprattutto mediatica, che ha sempre gravato su ogni pilota dalla tuta rossa. Charles, purtroppo, non poteva più scappare dalla regola del Predestinato: se vinci sei un campione, se commetti un errore non sei pronto. Il carattere forgiato da delusioni, difficoltà e limiti che sembravano invalicabili è poi esploso nel momento in cui Charles ha conosciuto la F1-75.

Ad essere onesti, si temeva il momento in cui Leclerc avesse potuto davvero avere tra le mani una monoposto importante, soprattutto perché se per anni sei stato abituato a non giocarti nulla, come si può arrivare alla partita più importante preparati?

Ma come sempre, Charles è molto bravo a mettere a tacere tutte le voci che cercano di dipingerlo come un pilota sopravvalutato e mette subito la freccia in direzione Mondiale. Regge l’emozione, l’entusiasmo, non teme la paura, le parole di troppo, non si interessa di scaramanzia e non prova a montarsi la testa. Rimane quel Leclerc che tanto conosciamo bene, concentrato e sorridente, il quale si è gustato per bene il ritorno del sapore della vittoria.

Anche se, forse, con la pazienza ci va ancora poco d’accordo.

A Imola, nella casa Rossa, vuole tutto, vuole sempre di più. E se non conoscessimo Charles Leclerc diremmo che si poteva benissimo accontentare di ciò che aveva e che poteva portare a casa, ma no, lui non è così. Alla curva Gresini lascia speranze e punti. Si arrabbia, ma solo con sé stesso. Alza la visiera, si passa i guanti sugli occhi, sbatte i pugni sull’halo. Una dolorosa sequenza che non può diventare routine. La colpa è sua, ma quell’errore di certo non vale già l’etichetta di pilota che non sa reggere la pressione. Charles è sceso in campo di battaglia da poco e solo il tempo darà le risposte necessarie. Il successo si può imparare allenando la testa.

Charles Leclerc
Photo by ANP – Getty Images

I due ventiquattrenni guidano ora la classifica piloti dopo essere diventati i piloti più giovani a spartirsi le prime quattro vittorie di un campionato del mondo di Formula 1. Leclerc, in cima, pensa alla prossima mossa per riscattarsi; Verstappen, invece, studia il modo giusto per recuperare ciò che è già stato perso.

Non solo punti, ma anche il Grande Slam entra a far parte della battaglia per accaparrarsi tutto: per la prima volta due piloti di due team diversi realizzano il Grande Slam (pole, vittoria, giro veloce, sempre in testa a ogni giro della gara) in gare consecutive. Apre le danze Charles Leclerc all’alba italiana in Australia, chiude (per ora) Max Verstappen nel piovoso pomeriggio di Imola.

Se pensate che ci annoieremo quest’anno, vi sbagliate di grosso.

Max Verstappen e Charles Leclerc sono più pronti che mai per regalarsi il sogno. Finchè il cuore batte, finchè il piede spinge, finchè la testa regge.

Alessia Di Virgilio

Sono una studentessa di Sport Digital Marketing & Communication, laureata in Comunicazione e con un'instancabile passione per la scrittura e lo sport, un mondo che non manca mai di ispirarmi ed emozionarmi.

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