Un account Instagram aperto nella notte, un video in bianco e nero, la notizia di un ritiro. È questa la sorpresa alla vigilia del Gran Premio di Ungheria. Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo, annuncia il ritiro dalla Formula Uno a fine stagione.
L’annuncio più triste in un momento che nessuno si aspettava.
Cosa sarà la Formula Uno senza Seb?
E quanto è difficile pensare di essere diventati grandi?
La storia di Sebastian è quella di un ragazzo che sogna e di un uomo che sbaglia.
Dal debutto precoce con BMW nel 2007 all’emozionante prima pole e prima vittoria al Gran Premio d’Italia nel 2008. L’approdo in Red Bull, la consacrazione, i 4 titoli mondiali di seguito. Un dito alzato verso il cielo, il sorriso beffardo di chi vince e un solo pensiero.
“Questo è Sebastian, uno dei nuovi piloti più forti della Formula Uno”. Così, un sogno dietro l’altro, una vittoria dietro l’altra.
E poi nel 2015 quello che doveva essere il grande salto, la concretizzazione di un desiderio che aveva fin da bambino: la Ferrari. L’obiettivo era chiaro: diventare campione con la squadra di Maranello. Come il suo pilota preferito e mentore Michael Schumacher.
È qua che la storia del Sebastian ragazzo, sognatore, gioioso per le vittorie, si intreccia con quella del Sebastian uomo, che sbaglia, che cresce e che manda giù qualche delusione.
Quelle dell’ambizione del titolo in Rosso, mai diventata realtà, nonostante il lungo periodo, 6 anni, passato insieme.
Sono stati anni di passione, di gioie per le vittorie e di amarezza per le sconfitte. Di speranze quando la Ferrari era vicina ad afferrare il campionato e di delusione quando a fine anno il trionfo era di nuovo targato Mercedes. Un divorzio necessario, quello avvenuto nel 2020, ma che ha il sapore puro del rimorso.
Ed eccoci all’ultimo capitolo: il nuovo inizio con Aston Martin. In nome della speranza di poter tornare in competizione e lottare per podi e vittorie.
Il Seb ragazzo ha lasciato definitivamente spazio al Seb uomo. E, come da dichiarazione, “la vita fuori dalla pista ha prevalso su quella dentro la pista”. Una crescita che si è tradotta in fatti, nell’esigenza di farsi sentire. Da quello che accade in pista alla delicata ed importante lotta per i diritti umani.
Come se avesse dimenticato (ma mai del tutto) la fame che aveva da ragazzino, dalle ultime file, Vettel ha fatto da padre e mentore ai nuovi rookie di questo sport. Sempre pronto a dare un consiglio e un abbraccio nei momenti di felicità. Perché sì sa, le gioie delle prime volte sono davvero eterne.
Poi anche per Vettel è arrivata quella domanda fatidica, che pone fine all’essere un vero “race driver” con il ritiro: “Che senso ha continuare?”
E così diremo addio al pilota più umano della Formula Uno.
Il sipario si chiuderà tra 10 gare, ad Abu Dhabi 2022. Il suo 300esimo Gran Premio. Scatteranno i semafori verdi, la velocità crescerà nei rettilinei, ci saranno i fuochi d’artificio. Si lascerà alle spalle tutte quelle curve dove ha gioito, pianto, salutato persone e qualche ambizione. E tutti insieme grideremo “Danke Seb!”
“We have to remember these days
Because there is no guarantee that
they will last forever.
Enjoy them as long as they last.
I love you guys!”