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Ferrari e mondiale: è troppo tardi?

Un conto alla rovescia, le luci si spengono una alla volta e la stagione 2022 di Formula 1 prende il via nel deserto del Bahrain. Sin dai test invernali era chiaro che la nuova signora di Maranello, la Ferrari F1-75, celasse un grande potenziale. Troppo scaramantici e scottati dalle ultime due stagioni, i ferraristi non credevano ai loro occhi quando, dopo due anni e mezzo, la Ferrari tornava ad occupare i due gradini più alti del podio. Una doppietta che mancava da Singapore 2019 condita dal doppio ritiro della Red Bull, apparentemente prima e unica rivale della scuderia italiana. Sembrava un sogno ad occhi aperti: le bandiere del Cavallino si esibivano dai balconi, le campane suonavano tra le strade di Maranello e la SF1000 sembrava ormai un ricordo lontano.

Credit: @ScuderiaFerrari on Twitter

La realtà, però, ben presto è tornata a bussare alle porte dei tifosi. Tra strategie discutibili, un motore potente ma piromane, gerarchie non ben definite e un pizzico − abbondante − di sfortuna, la Scuderia Ferrari rimane fedele agli errori del passato. E mentre il divario tra i due principali contendenti al titolo, Verstappen e Leclerc, aumenta sempre di più, tra i ferraristi di tutto il mondo un’eco risuona antico: ci riproveremo l’anno prossimo.

Disperazione rossa

Decenni di studi hanno portato all’elaborazione di due certezze fondamentali: la morte e la nube di sventura che avvolge la Scuderia Ferrari. Pur non comprendendone le cause, la scienza è giunta ad affermare che, più che le altre squadre, il vero nemico della Ferrari è la Ferrari stessa. Giunto da Monaco con il suo bagaglio di tenacia e fame di vincere, Charles Leclerc sembra l’uomo giusto per riportare il Cavallino ai suoi originari fasti. Imponendosi sin dalle sue prime gare con la scuderia di Maranello, il monegasco impiega poco per fare breccia nei cuori dei tifosi. La sua popolarità, poi, schizza alle stelle con la vittoria del Gran Premio di Monza nel 2019, una performance indimenticabile davanti al suo pubblico. Ben presto Charles Leclerc diventa “il predestinato”, un appellativo che porta con sé un enorme pressione nonché grandi responsabilità.

Credit: @Mult1formula on Pinterest

A complicare la situazione è una Ferrari carente di prestazioni nel biennio 2020-21, tanto che un quarto posto era considerato al pari di una vittoria. Eppure Leclerc raggiunge podi e sigla pole positions in circuiti impensabili, primo fra tutti Baku, tra lo stupore generale. Due stagioni nelle retrovie, infatti, hanno saputo forgiare il temperamento del monegasco rendendolo maturo per giocarsi qualcosa in più di un piazzamento a punti. Il presente, però, parla di un divario di sessantatré punti tra Leclerc e Verstappen, tra un pilota che, per la prima volta, ha tra le mani una macchina vincente e chi, alle sue spalle, ha già un titolo mondiale. Alla luce del recente Gran Premio di Francia, l’opinione pubblica sembra essersi dimenticata di come, in passato, anche i grandi campioni hanno sbagliato e che la perfezione è il frutto di anni di esperienza.

Crederci o non crederci, questo è il dilemma

A una gara dalla pausa estiva l’umore dei tifosi della rossa non potrebbe essere più cupo e angosciato − rispetto al solito. L’ottimismo che regnava sovrano, all’inizio della stagione, sembra essersi dissolto come un’incantesimo lasciando spazio alla rassegnazione. L’unico che, paradossalmente, continua a crederci è Charles Leclerc. Contro i titoli di giornale, le dichiarazioni di ex piloti e la delusione dei tifosi della domenica, il monegasco non si arrende e, visiera abbassata, proverà a vincere tutte le gare rimanenti. Forse la speranza non risolleverà le sorti del mondiale, ma è troppo presto per abbandonare i sogni di gloria. Dopotutto la Formula 1 è maestra nell’insegnare che, fino a quando l’ultima curva non è stata percorsa, nulla è scritto.

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

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