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La fortuna delle seconde possibilità: Roberto Merhi

“La vita ti offre sempre una seconda possibilità. Si chiama domani.”

Dylan Thomas

A volte, il sipario si chiude. Si chiude perché il tempo è ormai passato, perché bisogna dare spazio ai giovani, perché non sei mai riuscito a dimostrare quella velocità e quel talento richiesti in un mondo tanto ostile ed esclusivo come la Formula 1. A volte, il sipario si chiude, ma ciò non significa che non si possano avere altre parti in spettacoli minori dove si può essere protagonisti.

Questo è ciò che è accaduto a Roberto Merhi. Esperienza in Formula 1 chiusasi ancor prima di iniziare, una prima opportunità in Formula 2 per continuare a fare il lavoro dei propri sogni, che non va a buon fine, e una seconda possibilità che si è aperta per lui all’improvviso, in cui, l’unico obiettivo, è farsi valere.

E ci è riuscito.

Nella vita, di possibilità, quando sei fortunato, puoi averne solo due. Nel Motorsport, il due è un numero che piace poco. È l’uno quello che conta, è l’uno che fa girare la complessa macchina di questa realtà, perché devi essere il numero uno per assicurarti un posto in quel mondo complesso. Quando sei il numero due, le aspettative sono basse, si ragiona di pregiudizi. E per questo motivo, se non sei “l’uno“, è difficile che tu possa aspettarti due opportunità, quando la prima non sei riuscito a coglierla.

Tuttavia, la vita è imprevedibile e il nostro destino ci è ignoto. Perché rinunciare, quando non sai cosa ci sia in serbo per te? Perché non lottare con le unghie e con i denti, quando puoi sempre dimostrare che quella velocità, tu, nei piedi, ce l’hai? Perché darti per vinto, quando la sconfitta nel Motorsport non è contemplata?

Roberto Merhi non voleva fermarsi all’uno. Non voleva essere un numero due che ha avuto solo un’opportunità. Ed è proprio grazie alla sua pazienza, che è riuscito a ottenerne un’altra.

Roberto Merhi
@CamposRacing on Twitter

Dopo anni che non correva, lo spagnolo ha dovuto rispolverare i suoi guanti e il suo casco, per ritornare a gareggiare con piloti molto più giovani di lui. Involontariamente, è diventato il pilota più longevo a disputare una gara in Formula 2.

La Sprint Race non va come sperato, concludendosi con un ritiro che sa di amaro. Non si possono sprecare altre occasioni. La domenica, invece, Roberto Merhi splende, al contrario del sole che si fa vedere tardi, lì, sul suolo austriaco. Lotta, si diverte, vede il podio, lo assapora. Quella sensazione che credeva di aver dimenticato, che credeva di non poter più provare, si ripresenta ed è a pochi metri da lui. Quei metri, però, diventano chilometri, quando un errore, un misero errore in una gara perfetta, lo costringono ad allontanare quei sogni di gloria e a doversi accontentare di una discreta quinta posizione.

È un ottimo risultato, considerando il periodo di lontananza da una pista e da una monoposto, ma come ci si può sentire dopo aver sfiorato con le dita quella posizione tanto allettante? Forse, la delusione è tanta, ma è anche tanta la gioia di essersi fatto valere. Di aver dimostrato che, nonostante tutto, tu ci sei ancora.

Quella tristezza, però, dura poco: non sei l’unico ad aver commesso errori, il podio ritorna e tu sei ugualmente felice, anche se non sei riuscito a festeggiare in maniera convenzionale. A te non importa, perché, alla fine, quella coppa è tra le tue mani.

Aurora Loffredo

Appassionata di Motorsport, e in generale di sport, ho iniziato a scrivere per Multiformula ad agosto del 2020. Oltre allo sport, mi piace molto la lettura e la musica.

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