Siamo ormai giunti agli ultimi atti di questa interminabile stagione di Formula 1 e solo quattro appuntamenti mancano all’appello. Con il numero 1, fresco di conferma, che svetta sulla livrea della sua RB18, Max Verstappen affronterà i prossimi Gran Premi sotto un’altra luce: quella di un due volte campione del mondo. Anche per quest’anno la scuderia di Maranello deve mettere da parte i sogni di gloria, pensando piuttosto a come terminare la stagione nel miglior modo possibile. La lotta per il secondo posto nella classifica piloti, infatti, è ancora aperta e vede due avversari più che mai agguerriti: Charles Leclerc e Sergio Pérez. Abbandonata definitivamente la corsa al mondiale, il monegasco non cederà facilmente alla superiorità della Red Bull di Pérez.
Questo weekend la casa della Formula 1 sarà il Circuit of the Americas, presente nel calendario dal 2012. Il COTA – così è abbreviato il nome del circuito – vede la sua nascita dalla penna di Hermann Tilke e richiama il design di diversi tracciati storici (Silverstone, Istanbul e Hockenheim). Domenica prenderà il via la decima edizione del Gran Premio degli Stati Uniti d’America, la seconda gara statunitense dopo il successo di Miami. Per una Formula 1 sempre più intenzionata ad accrescere la sua popolarità negli States, due GP – presto tre – nella stessa stagione rappresentano un ottimo risultato. Simili ma allo stesso tempo opposti, scopriamo insieme i due circuiti americani!
Spettacolo o competizione?
Negli ultimi anni l’interesse verso la Formula 1 in terra americana è aumentato a dismisura. I numeri parlano chiaro: il GP degli USA del 2021 ha contato quasi 400.000 spettatori nell’arco del weekend, diventando l’evento di F1 con maggior affluenza di sempre. Un risultato storico che ha portato Liberty Media a stipulare un accordo per inserire una nuova tappa negli Stati Uniti, questa volta a Miami. Eccentrico e stravagante, il GP di Miami ha fatto parlare di sé sin da subito tra l’ormai celebre fake marina e i prezzi dei biglietti alle stelle. Più che ad un evento sportivo, l’impressione era quella di essere piombati in un enorme festival musicale.
Al contrario del GP degli USA, a Miami regnava un’atmosfera mondana in cui la Formula 1 sembrava fare da cornice allo sfarzo e al lusso circostanti. Esibizioni musicali, celebrità che si aggirano per i box e una visione dello sport come puro spettacolo, questa è la ricetta del successo per gli organizzatori del GP di Miami. Come dargli torto: nonostante i prezzi tre volte più alti rispetto al Gran Premio degli USA, 300 mila persone hanno partecipato all’evento. Realizzato intorno all’Hard Rock Stadium, l’Autodromo Internazionale di Miami ha regalato un vero e proprio show a 360 gradi.
In seguito alla stipulazione di un contratto decennale con l’Autodromo di Miami, Bobby Epstein, capo del COTA, si è espresso cosÌ: “quello che vediamo sul nostro circuito creato appositamente per la F1 è una competizione in pista che soddisfa davvero i veri appassionati di corse in termini di capacità di sorpasso, dossi e curve e il fatto che i fan possano vedere otto o dieci curve da un solo posto”.
American Dream
A partire dal 2023 debutterà in calendario il circuito di Las Vegas, terzo appuntamento stagionale negli Stati Uniti. E’ ormai chiaro quanto Liberty Media punti ad aumentare la visibilità della Formula 1 sacrificando, talvolta, l’essenza dello sport in onore dello spettacolo. La differenza principale tra Miami e il COTA, infatti, può essere riassunta in una parola: intrattenimento. Mentre il primo lo interpreta come uno show, un che di puramente televisivo, lo scopo primario del Circuit of the Americas è quello di avvicinare gli americani alla F1 in quanto sport.
Due facce della stessa medaglia, i due circuiti statunitensi, simili ma al contempo completamente differenti tra di loro. Ora spetta solo a Liberty Media decidere la strada da percorrere in futuro, ovvero se trasformare definitivamente la Formula 1 in un’industria dello spettacolo o ritrovarne le radici.