Trionfa Sergio Peréz a Singapore, al momento investigato per infrazione in regime di Safety Car. Se da una parte Red Bull festeggia il primo posto del messicano, dall’altra abbiamo un Max Verstappen che perde la prima occasione di laurearsi campione in anticipo e termina in settima posizione una gara non del tutto brillante, in un weekend un po’ nero.
Sergio Peréz rinviene da un periodo buio
Quarta vittoria in carriera per il messicano, la seconda in questa stagione. Un dato curioso: entrambe le sue vittorie sono arrivate in un circuito cittadino. Si riprende così da un periodo nero il pilota Red Bull, approfittando anche dell’assenza nelle prime posizioni del suo compagno di scuderia. È suo anche il titolo di Driver of The Day.
Non saliva sul podio da Spa, dove si è classificato secondo. Quinto posto in Olanda, sesto a Monza. Il gap con il compagno di scuderia sembrava incolmabile e faticava sempre più a rimanere in quelle posizioni a cui ci aveva abituati. Sembrava quasi la sua macchina non riuscisse più a volare come faceva prima.
Oggi però domina su Leclerc e riesce a portarsi a casa il primo posto con 7 secondi di distacco dal monegasco. Sette secondi che potrebbero risultare essenziali nel caso dovesse arrivare una penalità. Nel corso della gara, infatti, la direzione ha notato un infrazione in regime di Safety Car da parte della monoposto numero 11. È stato poi comunicato che la questione sarebbe stata investigata a gara terminata. Peréz è stato premiato e al momento è vincitore; adesso non resta che aspettare la decisione della direzione gara per capire se l’ordine d’arrivo varierà o meno.
“Quella di oggi è stata la mia migliore performance [ in F1 ]. Gli ultimi tre giri sono stati davvero intensi. Ho dato tutto per la vittoria oggi” ha ammesso Peréz nelle interviste post gara.
È soddisfatto, il pilota Red Bull. Soprattutto perché, dopo un periodo davvero no, ha avuto occasione di dimostrare il suo valore in pista. Indipendentemente da ciò che decreterà la direzione, la prestazione di oggi è stata decisamente ottima e questo non potrà essere cancellato.
Il gioiello Red Bull oggi non splende
Diversa la questione per Max Verstappen. Poteva vincere il titolo già oggi, ma non è andata come – probabilmente – sperava. Anzi, è andata sicuramente peggio delle sue aspettative. Parte già male con una qualifica rovinata sul più bello a causa del livello di benzina troppo basso per presentare un campione valido a fine sessione. Si trova costretto ad abortire un giro da pole e a dover partire ottavo.
Perde posizioni in partenza e deve rimontare in un circuito cittadino in cui i sorpassi sono difficili e, nelle condizioni in cui si è corso oggi, lo diventano doppiamente – anche per l’impossibilità di utilizzo del DRS fino a 25 minuti dal termine della gara. Riesce comunque a salire di qualche posizione ma arriva quest’oggi il primo errore pesante della stagione impeccabile dell’olandese: un bloccaggio, va un lungo e le gomme sono da cambiare. Era quinto quando arriva questo errore.
Pit stop, si riparte e si deve ricostruire tutto. Chiude settimo Max, fuori dal podio e dalla top 5. Rimandati i festeggiamenti per il titolo. Oggi, però, Verstappen ci sbatte in faccia una verità a cui forse tutti avevamo smesso di credere: anche lui è umano, anche lui sbaglia. Ha sbagliato in passato, è sicuramente cresciuto, ma anche lui è in grado di sbagliare.
Max è di un altro pianeta, chi non l’ha mai detto una volta. Ma oggi no, oggi Max è tornato sulla terra e tornerà a casa con l’amaro in bocca di una gara che probabilmente non avrebbe vinto ma in cui avrebbe potuto ottenere di più.
E solo il tempo adesso – e la FIA – saprà dirci se Sergio Peréz andrà a dormire da vincitore effettivo del Gran premio di Singapore o solamente da vincitore sulla pista.