Ad Interlagos, l’inizio del weekend non fa sorridere Ferrari, i suoi tifosi e soprattutto uno dei suoi piloti. Così, in qualifica Charles Leclerc subisce l’ennesima beffa di questa stagione. La Sprint per il monegasco sarà in rimonta da una decima posizione, con un umore sicuramente tutto fuorché buono.
Brividi per Charles Leclerc già nel Q1
Quando partono le qualifiche del GP del Brasile, le condizioni della pista non sono esattamente tra le migliori. Il tracciato si è alternato tra condizioni asciutte e bagnate e questo è bastato per mandare totalmente in confusione il team Ferrari.
Il primo brivido arriva in Q1, quando per un incomprensione con il suo ingegnere di pista – Xavi Marcos – Charles Leclerc si trova a rischio eliminazione con solo un tentativo per salvarsi. Infatti, il suo ingegnere lo tiene fermo in pit dicendo che stanno decidendo di andare in pista con gomme soft nuove. Charles, tuttavia, fa notare che le gomme soft nuove sono già montate sulla sua auto, intimando al team di muoversi perché il tempo era poco e la sua posizione lo vedeva al limite per l’esclusione.
Può respirare però Leclerc, che riesce a portare la monoposto numero 16 in Q2. Ma questo è solo l’inizio di un sabato da incubo.
Ferrari, perché le intermedie su asciutto?
Inizia il Q3, i piloti si schierano in pit lane in attesa del semaforo verde. Tutti su gomme da asciutto, tranne un pilota.
“Sono l’unico su intermedie?” chiede Leclerc. “Si, crediamo tu sia l’unico su Intermedie” risponde Xavi. Ed effettivamente era così.
Ma perché Leclerc era l’unico pilota su intermedie? Semplicemente perché la pista, al via della terza sessione di qualifica, era asciutta e non era assolutamente in condizioni da intermedia. E se ne accorge subito il monegasco, che fatica a girare distruggendo il suo giro e il giro di Sergio Peréz che si era lanciato proprio dietro di lui. Così Charles si chiede se sia il caso di spingere o se era meglio rientrare ai box. Xavi controlla, poi lo richiama ai box. Ma è troppo tardi, perché Leclerc aveva già superato l’entrata della pit lane. “Bella chiamata, mi è piaciuta” dice con amarezza Leclerc.
Poi un team radio dove esprime tutta la sua rabbia alla scoperta del fatto che è stato l’unico a completare un giro su gomma intermedia.
Rientra per le slick, ma in quel momento l’inaspettato. Russell pianta la sua auto nella ghiaia, è bandiera rossa. Tutto fermo per qualche minuto e quando finalmente data bandiera verde, piove. Nessuno scende in pista.
I tempi rimangono così come sono e Charles Leclerc si trova costretto ad accontentarsi di una decima posizione, che gli imporrà una rimonta nella Sprint.
Le dichiarazioni di Charles Leclerc
In pista Leclerc non nasconde il suo disappunto e i suoi team radio sono carichi di amara ironia e celano un tono polemico che forse Charles doveva usare più spesso nel corso di questa stagione.
Charles ha accettato la decisione di montare le intermedie, attendendo la pioggia che però è arrivata davvero troppo tempo dopo. Un giro sulle rosse lo avrebbe completato senza alcun problema prima che la pioggia iniziasse a cadere, come poi abbiamo visto.
“Ci aspettavamo la pioggia ma non è arrivata. Parlerò con il team per fare meglio in queste condizioni. Non dovremmo essere delusi, il passo della macchina c’era. Avevamo una buona macchina, ma dobbiamo venirne a capo e fare bene nel resto del weekend. “ ha detto il monegasco ai microfoni di Sky Sport.
È estremamente deluso Charles, che sentiva l’auto avesse un buon passo e che quindi sapeva di poter puntare più in alto. C’è ancora una possibilità con la Sprint, ma dovrà lavorare molto per risalire dalla decima posizione.
La difesa di Ferrari
Anche Laurent Mekies ha detto la sua ai microfoni di Sky Sport, ammettendo che “Sin dalla Q1 questa Qualifica è stata una lotteria, sapevamo che la pioggia era imminente e così abbiamo diviso le strategie. Era questione di un minuto, un minuto che poteva premiare Sainz o Leclerc. Spiace per Charles. È stato comunque un buon test per il futuro questo, abbiamo preso in un’ora 6-8-10 decisioni importanti tra piloti e team perché anche nel Q1 non sapevamo se tornare in pista con le gomme intermedie, abbiamo aspettato perché abbiamo visto gli ottimi tempi di Gasly. C’è sempre da imparare e la scelta per il Q3 era veramente border line”.
Certo, c’è sempre da imparare. Ma a quanto pare, a farne le spese è sempre e solo Charles Leclerc. E così la domanda sorge spontanea: di chi è effettivamente la colpa?
Da una parte, ci si chiede se sia colpa di Ferrari, che continua a cadere in sbagli che un team di questo calibro non dovrebbe mai fare. Dall’altra, c’è chi sostiene che Leclerc dovrebbe farsi sentire di più. E nonostante a Interlagos abbia tirato fuori il coraggio, è troppo tardi ora.
Effettivamente si, Charles dovrebbe farsi sentire di più. Ma in fondo, dall’altra parte ha un team al muretto specializzato proprio nel gestire le sue strategie. Questo perché il pilota, in pista, deve concentrarsi a concludere una lunga gara senza intoppi mentre guida a 300 km/h. Se i piloti dovessero farsi anche le strategie da soli, il livello di concentrazione sulla guida calerebbe sicuramente e questo è pericoloso in uno sport come la Formula 1.
Ci sono persone assunte proprio per creare le migliori strategie per il pilota, le migliori strategie per portare ottimi risultati al proprio team. Ma in Ferrari questo sembra mancare e in un team di tanto spessore è davvero inaccettabile.
La stagione era iniziata con tanta positività, si puntava al mondiale. Poi è successo di tutto e ora pare quasi si cerchi di rinunciare anche al secondo posto nei costruttori, sacrificando anche il secondo posto nella classifica piloti per Charles.
La colpa non è attribuibile solo al team o solo a Charles, ma entrambi hanno qualcosa su cui devono migliorare.
Charles deve iniziare ad alzare la voce, a farsi sentire, a mettere paura a Ferrari. È un pilota di talento, che ad ora è legato a Ferrari ma che in scadenza di contratto – se la situazione non dovesse svoltare in maniera estremamente positiva – potrebbe sicuramente guardarsi intorno. Deve farsi valere, perché ha le potenzialità e il diritto di farsi valere in un team che spesso e volentieri ha distrutto le sue buone prestazioni per strategie scadenti.
Ferrari, invece, deve iniziare ad avere paura. Paura che Charles possa andarsene, paura di perdere un pilota così. E soprattutto, Ferrari, deve iniziare a ragionare meglio sulle strategie che porta in pista. Perché non serve ripetere quanti punti siano stati persi per delle strategie che ancora oggi i tifosi faticano a capire.
Certo è che, se Ferrari avesse imparato dai suoi errori in tempo, in questo momento probabilmente staremmo parlando di tutt’altra stagione.