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1982: la stagione passata alla storia

Il 1982 è un anno particolare per la Formula Uno, dove record, drammaticità e elementi assurdi si mescolano tra loro, dando vita ad una stagione indimenticabile. A vincere il mondiale è Keke Rosberg, per la prima e ultima volta in carriera, mentre il titolo costruttori viene conquistato dalla Ferrari.

Il nuovo regolamento e lo scontento dei piloti

Il 1982 è l’anno dell’effetto suolo, con l’inaugurazione di un nuovo interesse, prima sconosciuto, per l’aerodinamica. La novità mette in crisi i piloti più esperti, abituati ad un altro tipo di guida e ad un rapporto diverso con la propria vettura. Questo elemento, unito alla creazione della superlicenza, che limitava la libertà dei piloti nel loro rapporto con i team, fa scoppiare il famoso sciopero del Gran Premio del Sud Africa. All’avvento del primo weekend di gara della stagione, il rapporto tra FISA e piloti si disintegra, e questi ultimi, non sentendosi ascoltati, decidono di scappare dal circuito. Capitanati da Niki Lauda, i piloti si chiudono nella hall dell’hotel per un giorno e mezzo, chiedendo di rivedere il regolamento. Il giorno delle qualifiche, comunque, Balestre riesce ad instaurare un confronto e attraverso minacce, non così velate, di esclusione dalla stagione, riesce a far tornare i piloti in pista e a far accettare la superlicenza. F1 1982

F1 1982
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L’anno dei record

Potremmo chiamarlo così, il 1982. La griglia presenta quaranta piloti iscritti al campionato e ben diciassette team. Durante la stagione sono undici piloti diversi a vincere almeno un Gran Premio e Keke Rosberg, che a fine anno si laurea campione del mondo, conquista solo in un’occasione il gradino più alto del podio, durante il GP di Svizzera. In realtà, la gara si tiene in Francia, perché in Svizzera le corse automobilistiche sono state vietate dopo il disastro di Le Mans 1955. Tralasciando questi dettagli organizzativi: sì, si può essere incoronati campioni vincendo un solo Gran Premio. F1 1982

Pironi-Villeneuve: il caso Imola

Rosberg vince il mondiale con una sola vittoria ‘grazie’ anche alla sfortuna che colpisce Pironi, il pilota della Ferrari. Nel 1982 Pironi vince due gare, tra cui il Gran Premio di San Marino, corso ad Imola. La gara potrebbe concludersi con una tranquilla doppietta per la Rossa, che però non fu affatto ‘tranquilla’. Pironi e Villeneuve si sfidano in un serrato duello che dura tutto il Gran Premio. Ad uscirne vincitore è il francese, dopo una gara non all’insegna della correttezza, mentre Villeneuve è scuro in volto e corre nei box per esclamare infuriato: “E ora cercatevi un altro pilota!”. E’ proprio su quel circuito che il rapporto tra i due si incrina per sempre, con il canadese che rilascia questa dichiarazione:

Credevo di avere un amico, un onesto compagno di squadra. Invece è un imbecille. L’unico vantaggio che ho avuto dalla lezione è che ora lo conosco bene. Potevo dargli due giri di distacco, ma avevo guidato con prudenza perché sapevo che in Ferrari ci tenevano a portare tutte e due le macchine al traguardo. A ogni giro vedevo il cartello della Ferrari che indicava di non forzare. Didier [Pironi] mi passa ancora. Mi viene un nervoso incredibile. Allora forzo e, rischiando di finire fuori strada, gli vado davanti. Prima aveva frenato troppo presto, e quasi lo tamponavo. Poi non mi ha centrato per un millimetro. Il motore non rendeva al massimo ed alla fine me lo sono visto sfrecciare all’interno. Non credevo ai miei occhi. Un comportamento da bandito“.

La Formula Uno perde Villeneuve e Paletti

Non c’è tempo di chiarire per Pironi e Villeneuve. Durante il weekend successivo, quello del GP del Belgio, il canadese perde la vita. L’incidente avviene durante le qualifiche, quando Villeneuve tenta di sorpassare Jochen Mass della March, ma le due vetture entrano in contatto. La Ferrari impenna, prende il volo, atterra e si distrugge, mente il pilota viene sbalzato fuori dalla monoposto. I soccorsi lo trasportano in ospedale, ma non c’è nulla da fare: la sera dell’8 maggio del 1982, Gilles Villeneuve muore. Enzo Ferrari, nel commentare la scomparsa del pilota, dirà:

Il mio passato è pieno di dolore e di tristi ricordi: mio padre, mia madre, mio fratello e mio figlio. Ora quando mi guardo indietro vedo tutti quelli che ho amato. E tra loro vi è anche questo grande uomo, Gilles Villeneuve. Io gli volevo bene“. F1 1982

Nonostante il dolore per la perdita di Villeneuve, la stagione prosegue e Pironi conquista la vetta della classifica. Le sventure, però, non sono finite. In Canada, la macchina di Pironi non parte e il pilota agita le mani sopra la sua testa, per avvertire i colleghi di evitare la sua vettura dopo il via. Non tutti però riescono nell’impresa: Riccardo Paletti, al volante dell’Osella, centra in pieno la Ferrari e perde conoscenza. Il francese scende dalla monoposto e corre in aiuto dell’altro pilota, ma le fiamme imprigionano Paletti all’interno dell’abitacolo. Appena un mese dopo l’addio a Villeneuve, il Circus si stringe attorno ad un altro lutto: è il 13 giugno 1982 e a soli 23 anni, Riccardo Paletti perde la vita.

L’incidente in Germania che ferma Pironi

Pironi sembra destinato a vincere il titolo mondiale, o almeno, questo si pensa prima della gara in Germania. Durante la sessione di prove del sabato, Pironi vuole compiere alcuni giri sul tracciato bagnato, nonostante avesse già la pole position in pugno. All’improvviso, vede la Williams di Derek Daly spostarsi verso il lato della pista e ritiene che gli stia dando strada. In realtà, Daly si era scostato per superare Alain Prost, particolarmente lento. Pironi non vede la Renault di Prost, perché coperta dalla nuvola d’acqua sollevata dalla Williams e colpisce in pieno il retrotreno della vettura davanti a lui. La dinamica è quasi identica a quella dell’incidente di Villeneuve: la Ferrari si impenna, decolla e si distrugge all’impatto con il suolo. Pironi si salva, ma le ferite alle gambe sono troppo gravi per fargli riprendere la carriera da pilota. Conclude così, con cinque gare d’anticipo, la stagione 1982 e la sua avventura in Formula 1. F1 1982

F1 1982

Il 1982 è passato alla storia come l’anno in cui la Formula 1 ha perso molti, troppi, personaggi del paddock, ma anche come la stagione che ha provato che nulla, nel motorsport, è impossibile.

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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