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“Rookie”: fino a che punto?

Nel 2023 avremo ben tre nuovi rookie in griglia. Ciò non accadeva dal 2019 con l’arrivo di Norris, Russell e Albon. Oscar Piastri, Logan Sargeant e Nyck De Vries sono, infatti, i rinforzi della prossima stagione. Possiamo però chiamarli davvero rookie?

I primi due non si fa fatica a definirli tali, ma il nuovo pilota AlphaTauri si presenterà in Bahrain come campione del mondo… non di Formula 1, ma pur sempre un campione del mondo con l’esperienza di chi è salito sul tetto più alto della sua categoria (la Formula E). Ha senso quindi chiamarlo così?

Dal tetto del mondo in Formula E a rookie in Formula 1

@Andreas Gora via Getty Images

Nella settima stagione della categoria elettrica Nyck De Vries apre subito le danze con una vittoria a Diriyah. Tra picchi d’eccellenza e problemi alla vettura, riesce a laurearsi campione del mondo al termine del 2021. Tutti i riflettori sono puntati su di lui, i complimenti però purtroppo si sprecano e le domande si fanno sempre più insistenti: perchè non è mai riuscito a trovare posto in Formula 1?

Quando si è laureato campione di Formula 2 nel 2019, si è trovato nel momento sbagliato al posto sbagliato ed ha tentato la fortuna altrove. Ora che è riuscito a trovare un posto in Formula 1 vengono mosse critiche perchè viene definito rookie quando tecnicamente non potrebbe essere paragonato a chi, come Piastri o Sargeant, stanno per debuttare nel loro primo campionato del mondo.

Ma se si analizza la realtà dei fatti, in Formula 1, Nyck De Vries non ha mai trovato spazio se non per test e prove libere, esattamente come gli altri. L’eccezione di Monza 2022 ha sottolineato come l’olandese ci sappia fare, ma con queste macchine non ha comunque la stessa esperienza di un campione del mondo della categoria effettiva.

rookie
@Joan Monfort
Perchè velocizzare le cose?

Potremmo anche togliergli la definizione di “rookie” se tanto si pensa possa stargli stretta o sia errata, ma al primo errore da pilota inesperto che farà nel 2023 non ci stupiremmo nel vedere migliaia di critiche arrivare al suo indirizzo. Ogni decisione, quindi, sarebbe sbagliata e affrettata.

Diamo tempo al ragazzo di abituarsi, che venga chiamato rookie o no, lasciamolo divertire e capire al meglio queste nuove vetture che si troverà a guidare. E’ giusto che sbagli e che si goda le novità. Il tempo ci dirà se è giusto definirlo rookie o campione del mondo.

Nyck De Vries è pronto a lottare e a far ricredere ogni persona che lo ha criticato fino ad ora.

Sara del Mistero

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