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Chris Amon: l’emblema della sfortuna

Chris Amon è considerato da tutti il pilota più forte della Formula 1 a non aver mai vinto un mondiale, ma perché?

Chris Amon

Il debutto travagliato

Chris Amon, neozelandese classe 1943, debutta in F1 nel 1963 a soli 19 anni e partecipa al campionato con una Lola-Climax e una Lotus gestite da Reg Parnell Racing, senza risultati eclatanti a causa della scarsa affidabilità della monoposto. Il copione è lo stesso anche per il 1964 a bordo della Lotus, annata deludente per la squadra e per il pilota, che a fine campionato viene licenziato a favore Richard Attwood. Senza un sedile, Amon rischia di dover salutare il paddock dopo solo due stagioni, ma grazie all’aiuto di Bruce McLaren, riesce ad ottenere un contratto da collaudatore con Ford.

L’esperienza da collaudatore

Gareggiando sporadicamente in Formula 1 durante il 1965 e il 1966 con Lotus, Brabham, McLaren e Cooper, Amon partecipa alla 24 ore di Le Mans del ’66, portando la propria Ford GT40 al successo. La vittoria a Le Mans, insieme all’ottima fama da collaudatore che Amon si costruisce, attira l’attenzione di Enzo Ferrari, che lo ingaggia per il 1967.

La (dis)avventura con la Rossa

Il debutto con la Ferrari avviene a Monaco, secondo Gran Premio della stagione, dove Amon conquista il suo primo podio piazzandosi terzo nel giorno dell’incidente mortale di Lorenzo Bandini. Durante la stagione raggiunge altre tre volte il terzo gradino, concludendo il campionato in quinta posizione.

Il 1968 inizia con ottime speranze per il pilota della Nuova Zelanda, che spera di lottare per il titolo. In qualifica conquista tre pole position e su dodici gare del calendario, scatta dalla prima fila per ben otto volte e conduce la classifica per 115 giri. Sfiora la vittoria in Spagna Belgio e Canada. Durante la gara spagnola, mentre è in testa, salta un fusibile della pompa del carburante. In Belgio stava per conquistare la prima posizione, ma un sasso buca il radiatore dell’olio. In Canada, proprio quando la vittoria sembra essergli in pugno, la trasmissione si rompe a diciotto giri dalla fine. La stagione termina e Amon si classifica decimo, con solo un podio collezionato in Gran Bretagna.

Nel 1969, il duo Amon-Ferrari ci riprova, nella speranza di sconfiggere la sfortuna di cui il pilota è vittima. I risultati, però, sono scarsi. In Spagna, durante la seconda gara stagionale, Amon è in prima posizione con quaranta secondi di vantaggio, ma un guasto al motore lo obbliga al ritiro. Nei primi sei Gran Premi, si ritirò cinque volte. A metà campionato, lascia la Ferrari per dissapori interni e riprenderà a correre solo l’anno seguente.

Gli ultimi anni, sette stagioni e sette team

Dopo l’avventura in Ferrari, Amon si sposta alla neonata STP March per il 1970. Conquista il suo primo successo in F1 al BRDC International Trophy di Brands Hatch, ma è una corsa non valida per il mondiale. Ottiene altri tre podi, sfiorando ancora una volta la vittoria in Belgio. Ma a causa di mancati pagamenti di stipendio, Amon passa alla Matra per il 1971. Vince in Argentina, ma anch’essa è una prova non valida. Conquista la pole a Monza, conduce per nove giri, ma chiude sesto dopo aver perduto la visiera.

L’apice della sfortuna di Amon si ha al GP di Francia del 1972. Conquista la pole con la Matra e domina sin dal via, ma dopo venti giri fora una gomma. Ripartito ottavo, rimonta, giunge amaramente a podio, al terzo posto. Al termine della gara, il neozelandese confessa ai giornalisti di essere ormai rassegnato all’idea di non vincere, convinto che qualcosa sarebbe sempre andato storto.

Dopo la Matra, passa nel 1973 all’italiana Tecno. Ha la possibilità di tornare in Ferrari al posto di Ickx, ma lo sponsor Martini si oppone, passando poi in Tyrrell come terzo pilota nelle ultime due gare di campionato. Nel 1974 tenterà senza successo la strada del pilota-costruttore, salvo poi desistere dopo quattro gare, passando brevemente in BRM. Dopo due GP con Ensign nel 1975 e riconfermato per il 1976, un quinto posto in Spagna è il suo ultimo arrivo a punti e ha un’ultima sfortuna in Svezia. Dopo un quarto posto in qualifica, un’uscita di strada gli nega il podio. In Germania, a seguito dell’incidente di Niki Lauda, Amon si rifiuta di partire e viene licenziato sul posto. Dopo il GP del Canada, in cui si qualifica con la Williams Wolf ma non parte per un incidente, lascia la F1.

Dopo la Formula 1

Chris Amon ha occupato il paddock di Formula 1, lasciando un ricordo indelebile nel cuore di chi ha avuto il piacere di conoscerlo. Tra questi vi fu Enzo Ferrari, che si rivolge proprio ad Amon per un consiglio su un pilota pronto a sostituire Niki Lauda. La scelta del neozelandese ricade su un ‘piccolo canadese’ con cui correva nel campionato Can-Am nel team di Walter Wolf. Quel pilota è Gilles Villeneuve. Anche Jackie Stewart ha sempre speso ottime parole per il collega, considerandolo l’unico pilota in grado di batterlo.

Chris Amon al via del Gran Premio di Monaco 1969, al fianco della Matra-Ford di Jackie Stewart, poleman in quell’occasione (Photo source: reddit.com)

Verrà spesso chiesto ad Amon della sua sfortuna. Ma il neozelandese risponderà sempre di non essersi mai sentito sfortunato, perché ha avuto la fortuna di sopravvivere alla Formula 1 negli anni più pericolosi e di poter invecchiare, cosa negata a molti suoi colleghi.

Dopo la Formula 1, per anni è tornato in Nuova Zelanda, occupandosi per anni della fattoria di famiglia nel distretto di Manawatu. Chris Amon morirà il 3 Agosto del 2016 a 73 anni, a seguito di una lunga malattia.

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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