Nella pausa invernale, l’NTT Indycar Series ha fatto parlare poco di sé sul mercato. Tuttavia, nei giorni scorsi è giunta una notizia che per chi si cimenta nel mondo delle gare online su iRacing è un fulmine a ciel sereno. Purtroppo, è la conferma di un lungo e travagliatissimo rapporto tra il mondo virtuale e l’Indycar, che ancora oggi stenta a trovare una sua dimensione. Ma quali sono le controversie attuali e qual è la storia dei simulatori a tema automobilismo negli Stati Uniti? Scopriamolo insieme!
iRacing.com: una storia lunga come un papiro
iRacing è tra i più noti, prestigiosi e realistici simulatori di guida disponibili sul mercato. L’azienda nacque da un’idea di Dave Kaemmer e John William Henry II nel 2004 con il nome di “FIRST.net LLC”, prima che il servizio online divenne pubblico nel 2008. iRacing.com è di fatto l’erede spirituale della Papyrus Design Group, azienda fondata dallo stesso Kaemmer con Omar Khudari nel 1987 e chiusa ad inizio 2004. In questo lasso di tempo, Papyrus fu pioniere e leader nel settore dei simulatori di guida a stelle e strisce, rilasciando numerosi titoli storici. Per quanto riguarda le ruote scoperte, esordì nel 1989 con “Indianapolis 500: The Simulation”, per poi proseguire con “IndyCar Racing” nel 1993 e “IndyCar Racing II” nel 1995.
Nel 1998, la notorietà di Papyrus esplose in Europa grazie al titolo di “Grand Prix Legends”, ancora oggi ritenuto uno dei simulatori più realistici e formativi di tutti i tempi. Tuttavia, Papyrus deve soprattutto la sua popolarità ai titoli della serie “NASCAR Racing” rilasciati in serie dal 1994 al 2003.
L’apice di questa serie fortunata lo si ebbe nel 2003, con l’uscita sul mercato di “NASCAR Racing 2003 Season”. Un simulatore di guida che può essere considerato il padre spirituale di iRacing, dato che condivide la base del source code. Ancora oggi, la comunità di appassionati di NR2003, lo utilizza assiduamente, creando numerosissime competizioni online, mod e miglioramenti di vario genere e tipo. Per questa ragione, NR2003 è considerato oggigiorno il miglior simulatore di guida mai realizzato per le gare NASCAR, nonostante abbia ormai quasi vent’anni d’età.
iRacing e Indycar, la diatriba e la perdita del nome
Una delle peculiarità di iRacing.com è che si avvale di numerosissime collaborazioni ufficiali con campionati automobilistici di vario genere e tipo, creando delle vere e proprie serie E-Sports. Tra le serie più illustri si hanno la NASCAR, Supercars Australia, IMSA, USAC, World of Outlaws e la Skip Barber Racing School. Ma non solo, sono numerose le collaborazioni con varie case e squadre. Da Mercedes AMG Petronas Formula One Team, vi sono numerosi colossi dell’automotive. Da Dallara, a Ford, Toyota, General Motors e molti altri.
L’NTT Indycar Series è un partner storico di iRacing a sua volta, con una collaborazione nata nell’Agosto del 2009. Da allora, la serie ufficiale del campionato è uno dei punti di riferimento per tutti i piloti virtuali, con la 500 miglia di Indianapolis come evento principale.
Tuttavia, Il 21 Dicembre scorso Greg West, produttore associato di iRacing.com, ha annunciato che l’accordo di licenza terminerà dal 31 Dicembre. A partire dal 1° Gennaio del 2023, verrà messo in atto un nuovo accordo di licenza esclusiva con Motorsport Games, che prevede l’uscita del nuovo titolo inerente la serie, il primo interamente dedicato al campionato dopo ben 18 anni.
Di fatto, i modelli Dallara IR-05, DW12 e IR18 saranno disponibili su iRacing, ma senza più utilizzare i marchi ufficiali del campionato. In più non sarà disputata la 500 Miglia di Indianapolis sanzionata ufficialmente dall’NTT Indycar Series con iRacing. Oltre a ciò, non sarà più possibile registrare in diretta streaming come un evento televisivo le gare su questo tipo di vetture, pena un eventuale ban dal servizio di iRacing.com. Sarà possibile soltanto registrare l’interno della propria vettura.
Indycar e iRacing: il disappunto di Dale Earnhardt Jr.
La notizia da parte del pubblico di appassionati è stata accolta con un certo stupore e contrarietà, suscitando un certo malumore nella comunità. Tra i più illustri critici di questa decisione abbiamo anche Dale Earnhardt Jr.
Dale Jr. è noto ai più come pilota NASCAR dal 1996, commentatore delle gare NASCAR Cup Series, podcaster con “Dale Jr. Download” e come una delle personalità più influenti e popolari nel mondo delle corse americane. Oltre a ciò, dal 2020 è anche direttore esecutivo proprio di iRacing. Nonostante questa recente introduzione, Jr. ha espresso chiaramente il suo disappunto su Twitter, scrivendo quanto segue:
“Non comprendo la decisione da parte di Indycar nel non voler proseguire questa collaborazione pluri-decennale con iRacing. Si tratta di un pugno allo stomaco per la comunità e gli appassionati. Dopo tutto quello che è stato raggiunto assieme, specialmente negli ultimi due anni carichi di sfide…”
Dale Earnhardt Jr.
Il fatto che il campionato non abbia deciso di rinnovare con iRacing fa capire che l’intento da parte di alcuni membri fosse quello di proseguire assieme. Ma purtroppo sembra che questa sia solo la superficie, dove al di sotto vi sono problemi più seri.
Motorsport Games, ovvero un fiasco alle spalle, guai all’orizzonte e numerose ombre mai chiarite
Vincenzo Monti nel 1784 realizzò la tragedia in cinque atti “Aristodemo”, scrivendo in essa “Se Messenia piange, Sparta non ride“. Questo popolare modo di dire italiano lo possiamo applicare anche per questa controversa storia. Perché se iRacing è l’Atene piangente dopo aver mancato il rinnovo di contratto, Motorsport Games è una Sparta che non può ridere affatto.
L’azienda, fondata nel 2018, acquisì il 53.5% del pacchetto azionario di 704Games. Di conseguenza è diventata il principale sviluppatore dei videogame inerenti il mondo NASCAR, dato che 704Games ha sviluppato la serie NASCAR Heat, a partire dal 2015.
In successione, Motorsport Games ha acquisito nel Marzo 2021 Studio 397 e di conseguenza rFactor 2. Oltre a ciò ha ottenuto i diritti per organizzare eventi E-Sports NASCAR, Virtual Race Of Champions, la 24h di Le Mans, FIA Formula E e FIA Rallycross, quest’ultima in collaborazione con Codemasters e Monster Energy.
Nel 2021, ha annunciato anche la creazione di titoli ufficiali inerenti la 24h di Le Mans, il BTCC e l’NTT Indycar Series, il tutto mentre realizzavano il loro primo titolo ufficiale, “NASCAR ’21: Ignition”. Il titolo, rilasciato ad Ottobre 2021, è però un fiasco. Numerosi bug, un’IA poco efficace e varie lacune sul multiplayer hanno decretato l’insuccesso del titolo.
Di conseguenza, nessun titolo ufficiale inerente la stagione 2022 uscirà, salvo un DLC su Ignition. Nel mese scorso, Motorsports Games ha annunciato che l’uscita di un titolo ufficiale del BTCC sarà soltanto dal 2024, mentre non vi sono novità riguardo all’NTT Indycar Series, che dovrebbe uscire nella primavera del 2023.
Una frode senza un’effettiva dirigenza
Se già è pesante l’atmosfera per i ritardi riguardo ai titoli annunciati e il fiasco di NASCAR ’21: Ignition, la situazione finanziaria rende tutto più complesso.
A partire da fine Marzo 2022, la Innovate 2 Corp., Continental General Insurance Company e Leo Capital Holdings LLC hanno deciso di fare causa a Motorsport Games. L’accusa mossa è quella di aver compiuto una frode in titoli. Si sostiene che i dirigenti abbiano fornito statistiche fuorvianti agli investitori di 704Games sulla situazione finanziaria dell’azienda e sull’andamento delle vendite di NASCAR Heat.
Gli investitori affermano che le informazioni ricevute hanno consentito a Motorsport Games di acquistare le restanti azioni di 704Games con uno sconto significativo rispetto a quanto offerto dall’azienda alla loro offerta pubblica iniziale. A quel punto la serie NASCAR Heat ha rappresentato la maggioranza delle entrate nette totali di Motorsport Games, stimata al 99%.
Come se non bastasse, lo scorso Novembre l’intero consiglio d’amministrazione ha rassegnato le dimissioni, a cui è seguito un avviso di non conformità con le regole di quotazione in borsa del NASDAQ. La società ha registrato perdite per 7 milioni e mezzo di Dollari contro un fatturato di 1,2 milioni di Dollari nel terzo trimestre del 2022.
Se queste sono le premesse, è altamente probabile che un titolo ufficiale Indycar non vedrà la luce…
Motorsport Games e quella presenza in sordina tra F1 e NASCAR
Tra le tante parti curiose di questa vicenda è da evidenziare come Motorsport Games abbia trovato il suo spazio nel mondo reale. La Formula 1 ha visto la presenza di questo marchio durante la stagione 2021 in Alpine-Renault. Infatti, Fernando Alonso dall’Aprile 2019 è risultato tra gli investitori principali dell’azienda e parte del consiglio d’amministrazione almeno fino al termine del 2021. Il marchio Motorsport Games, infatti, è apparso nelle divise ufficiali del team e sulla calotta del casco dell’asturiano due volte campione del mondo.
Ma, come spiegato in precedenza, Motorsport Games ha numerosi interessi soprattutto nel mondo della NASCAR. Non c’è da stupirsi infatti se sono ben presto diventati main sponsor di un team. In questo caso, a partire dal 2021, la loro scelta è ricaduta sul piccolo team Live Fast Motorsports, in cui il co-proprietario e pilota della Ford Mustang n.78 in NASCAR Cup Series è B.J. McLeod, attivo dal 2010 e con un 7° posto a Daytona ottenuto in Cup Series questa stagione come miglior piazzamento di sempre.
Lascia perplessi come un’azienda così capace di raggiungere numerosi obiettivi in poco tempo sia potuta decadere altrettanto rapidamente. Di certo, l’addio ad Ottobre 2019 del proprietario di Motorsport Network, Zak Brown, ora CEO della McLaren, è stato l’inizio di una lenta ma progressiva reazione a catena, della quale possiamo vederne in questo momento le effettive conseguenze.
La popolarità dei videogames esplode, il numero di titoli Indycar anche
Il primissimo titolo nella storia risale al 1977, quando l’Atari pubblicò “Indy 500”, la prima rudimentale simulazione automobilistica a tema gare a ruote scoperte made in USA. Nel 1989 arrivò il già citato primo titolo di Papyrus “Indianapolis 500: The Simulation” per MS-DOS e Amiga. I suoi fortunati successori furono IndyCar Racing e IndyCar Racing II che uscirono nel 1993 e 1995, riscuotendo grande successo.
Nel frattempo, si ricordano anche i vari titoli arcade che ad inizio anni ’90 vedevano varie stelle della CART Series come testimonial e protagonisti principali. Tra questi si ricordano “Danny Sullivan’s Indy Heat” (1991), Al Unser Jr.’s Turbo Racing (1991), Al Unser Jr.’s Road to the Top (1994), Newman/Haas IndyCar featuring Nigel Mansell (1994) e Michael Andretti’s Indy Car Challenge (1994). Nel Luglio 1995, la giapponese SEGA pubblicò il suo titolo arcade “Indy 500”, riscuotendo un gradito successo.
Il 1997 fu un anno ricco di nuovi titoli. “Indy 500” venne rilasciato dalla Sony, il primo per la Playstation! Nel medesimo periodo, venne rilasciato per Microsoft il titolo “CART Precision Racing” per quanto riguarda la CART Series, mentre per Playstation uscì “CART World Series“. “ABC Sports Indy Racing” è un altro titolo curioso, dedicato ufficialmente alla stagione 1996-97 della IRL. In quest’ultimo titolo, compaiono le vetture sponsorizzate da bevande alcoliche e vetture USAC Silver Crown, Sprint Cars e Midgets, utilizzabili su cinque short tracks. Nel 1999 uscì “CART: Flag to Flag”, con le vetture della stagione CART 1998 che di fatto chiusero gli anni ’90.
Gli anni 2000: il declino dell’Indycar anche nei videogiochi
L’anno successivo fu la volta di “Indy Racing 2000” per Nintendo 64, basato sulla stagione IRL 1999. La rivale CART rispose con un arcade di nome “CART Fury Championship Racing“, memorabile perlopiù per il fatto di essere stato il primo titolo a tema Indycar per Playstation 2. L’anno successivo è la volta di “Driven” sempre per PS2 come piattaforma principale, ispirato all’omonimo film di Sylvester Stallone. Alla fine del 2003, la CART Series va in bancarotta e nel 2004 cambia nome in Champ Car World Series. In coincidenza non vi saranno più titoli dedicati al campionato, prima che la serie chiuda i battenti nel 2008, riunificandosi con l’IRL.
Nel frattempo, sul fronte IRL, uscì il titolo “IndyCar Series” che ebbe come base la stagione IRL 2002. Il suo successore “IndyCar Series 2005″ si basò sul campionato 2003, ma venendo rilasciato nel 2005. Ad oggi è l’ultimo titolo ufficiale inerente il principale campionato a stelle e strisce a ruote scoperte. Da lì in poi, per vedere la presenza delle vetture Indycar in chiave moderna, dobbiamo rifarci al già citato iRacing. Oltre ad esso, numerose sono le mod rilasciate per vari simulatori come rFactor, rFactor 2, Automobilista, Automobilista 2 o Assetto Corsa. Tuttavia, queste mod non ufficiali sono state realizzate da un ristretto gruppo di appassionati. Gli ultimi titoli a tema Indycar e Indianapolis risalgono al 2007 e 2009, con l’uscita per Nintendo Wii e XBOX 360 di “Indianapolis 500 Legends” e “Indianapolis 500 Evolutions”, a tema storico sulla Indy 500 nelle edizioni dal 1961 al 1971.
La luce in fondo al tunnel è luce vera o è quella del treno?
Una domanda più che legittima. Ormai sono passati 17 anni dall’ultimo titolo, nemmeno inerente alla stagione in corso. L’assenza di titoli ufficiali riguardo uno dei più importanti campionati automobilistici al mondo, è uno dei tanti danni causati dallo “Split” CART-IRL. Si è potuto notare come dalla seconda metà degli anni ’90 fino ad oggi, da una continua pubblicazione di nuovi titoli, si è passati al nulla.
Le cause andrebbero ricercate principalmente in un minore appeal della serie a livello anche internazionale rispetto alla F1 o al motomondiale tra le grandi serie motoristiche. Un altro fattore si potrebbe ricercare nel fatto che sia una fetta di mercato decisamente ristretta, in massima parte inerente gli Stati Uniti. L’ulteriore sfortuna è che il mondo delle gare a ruote scoperte americane ha perduto di popolarità. Se osserviamo il mercato americano, la NASCAR tra gli anni ’90 e 2000 era il secondo sport più seguito degli Stati Uniti, dopo la NFL. Non a caso, i titoli pubblicati all’epoca, tutt’oggi sono ritenuti tra i migliori di sempre.
A noi resta solo da rispondere a molteplici quesiti. L’NTT Indycar Series, nel mondo della simulazione, troverà mai una sua dimora? Troverà mai qualcuno disposto a garantirgli una sua identità solida nel mondo delle gare virtuali? iRacing riuscirà mai a risolvere questa controversia? La situazione generale con Motorsport Games, come si risolverà?
Attraverso tempi così complessi per questa fetta di mercato, auguriamoci che si possa giungere infine ad un futuro luminoso fuori da un lungo tunnel. “Per aspera, ad astra”.