La FIA ha da poco reso noto un nuovo punto del regolamento di questa stagione: un articolo che limita l’espressione di messaggi ‘religiosi, politici o personali’ da parte dei piloti, che dovranno ricevere l’approvazione della FIA stessa prima di essere pubblicati. FIA politica
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La nuova regola però ha suscitato molte critiche, non solo dai tifosi sui social, ma anche dai piloti. Lando Norris ha affermato che la FIA, con questo nuovo divieto, sembra trattare i piloti come degli studenti e Lewis Hamilton ha già detto esplicitamente che non rispetterà il ban.
La FIA, in risposta, ha mandato ad ogni team un file di dieci pagine, per spiegare come funzionerà. I piloti infatti avranno ancora la possibilità di lanciare dei messaggi politici via social o durante le interviste, ma non all’interno del circuito. In caso la regola non venisse rispettata, la Federazione ha elencato 15 possibili sanzioni:
–Sanzioni di tipo economico-sociali:
- Avviso
- Reprimenda
- Multa
- Obbligo di svolgere un lavoro di pubblico interesse o socialmente utile
–Sanzioni sportive:
- Cancellazione dei tempi nelle prove libere, in qualifica o in gara
- Penalità di N posizioni sulla griglia di partenza
- Partenza obbligata dalla pitlane
- Penalità in secondi durante la gara
- Perdita di N posizioni nella classifica generale
- Drive-throught
- Stop and go
La FIA ha sottolineato che potrebbe però concedere la possibilità di diffondere alcuni messaggi, se i piloti chiedessero il permesso (con allegata la motivazione della richiesta) con quattro settimane di anticipo.
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Dopo alcuni passi avanti fatti negli ultimi anni, la Federazione sembra aver effettuato un’inversione a U e il motivo è a tutti conosciuto: gareggiando in paesi autoritari o con limitazione dei diritti umani, è necessario mantenere una facciata che permetta alla Formula 1 di continuare a correre – e perciò a guadagnare – in questi territori, senza che i piloti possano in qualche modo ‘ribellarsi’ o protestare contro queste scelte. Il vero problema della FIA, però, è un altro: in pochi anni i piloti sono diventati sempre più attivi a livello sociale e politico, andando spesso e volentieri contro il regolamento (basti pensare a Lewis Hamilton o a Sebastian Vettel); un nuovo articolo nel regolamento sarà abbastanza potente da tenere a bada i venti membri della griglia o toccherà alla Federazione stessa fare un passo indietro?