Come ogni anno, appena vengono pubblicati i calendari della stagione di F1, inizia la bagarre per ottenere un biglietto e assistere al proprio GP. I prezzi dei biglietti, spesso, sono al centro della discussione da parte del pubblico che vi vuole assistere.
Dal 1993 al 2023 cos’è cambiato?
Una corsa ai biglietti che parallelamente apre alla polemica riguardante i prezzi. Ma è una questione storica sulla quale si dibatte da tempo, infatti anche nel GP di Ungheria del 1993 si discuteva di questo tema. Ma che cos’è cambiato dopo trent’anni e quali sono i dubbi principali?
Il problema di fondo resta sempre lo stesso, menzionato in quella gara Mario Poltronieri. La voce storica della F1 in Italia per la RAI affermava: “Probabilmente i prezzi dei biglietti, come spesso succede, sono spropositati rispetto alle possibilità medie della popolazione”. Successivamente in maniera molto intelligente domandava: “Palazzoli, tu ritieni che Ecclestone abbia la sensazione di questa necessità di operare un rilancio d’immagine e di riconquista d’un pubblico meno versato in questa materia per quanto riguarda la F1?”. La risposta di Gianfranco Palazzoli non tardò ad arrivare. Infatti disse che per Ecclestone, la F1 era il principale business e due erano le possibili strade da intraprendere. La prima era rendere la F1 uno spettacolo elitario oppure uno sport, come dovrebbe essere, per molte persone.
La filosofia di Ecclestone è ben spiegata dallo storico inviato ai box Ezio Zermiani, affermando come i conti per lui tornino sempre. “Sono 300’000 Lire (250 Euro odierni) per biglietto. Evidentemente non se lo possono permettere perché qui parecchi stipendi medi sono su quella quota, però la gente segue! Parlando stamattina con alcuni imprenditori del posto tra cui italiani, questi comprano biglietti e ne fanno omaggio. Quindi a Ecclestone alla fine non gli interessa se il pubblico viene o no, in ogni caso qualcuno, da qualche parte del mondo pagherà!”
Il ruolo del pubblico
A livello psicologico il pubblico in F1 è importantissimo, un po’ come uno sponsor pensa quanto è strano vedere una monoposto senza tali. Si arriva a pensare che chi è senza sponsor sia in difficoltà economica invece a chi ne ha molti rappresentati. Allo stesso modo immaginiamo quanto possa essere surreale vedere le curve della Rivazza ad Imola vuoe oppure Zandvoort senza l’Orange Army o, forse ancora più impossibile da immaginare, un podio a Monza senza la marea rossa ai suoi piedi.
Il problema economico è importante se si pensa che in questo momento sta crescendo l’interesse in tutto il mondo, soprattutto con i più giovani che si stanno appassionando a questo sport. Quindi perché non rendere la F1 fruibile per tutti quanti?
Il confronto tra i prezzi di un tempo ad Imola
Imola, un tracciato storico, rientrato in calendario stabilmente dopo la pandemia ci offre un confronto storico molto importante sui prezzi dei biglietti. Quasi quarant’anni fa, nel 1984, un biglietto circolare costava appena 11’500 lire, circa 20 Euro al cambio odierno, mentre oggi si aggira attorno ai 75 Euro. Lo stesso paragone possiamo trovarlo per la tribuna centrale che costava 120’000 lire, quasi 170 Euro, oggi a questo prezzo non riusciamo nemmeno a comprarlo un biglietto per la gara in tribuna se si pensa ai 90 Euro per il prato, spesso in condizioni sfavorevoli. Nonostante un cambiamento dei salari e dei costi della vita, si dovrebbe comunque pensare ad una rivisitazione dei prezzi.
Per il futuro
Forse Domenicali potrebbe portare la F1 ad un nuovo livello dove la corsa dei biglietti non è rivolta a pochi eletti che se lo possono permettere, ma a tutta quella schiera di appassionati non disposta pagare cifre eccessivamente dispendiose, creando così la possibilità di far provare a tutti l’emozione di un GP dal vivo, consentendo così a giovani e adulti di vivere un’esperienza da brividi.