“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, scriveva Dante per concludere l’Inferno. Vale lo stesso per Charles Leclerc che, dopo un’avvio di stagione demoralizzante, a Baku può tirare un sospiro di sollievo.
Uno spiraglio di luce
Il nuovo format di weekend sembra spaventare tutti ma non Charles, che ritrova e ribadisce la fiducia nel team e nella strada intrapresa. Questo è quello che si vede nel venerdì quando, con la mano, indica, all’altezza del cuore, lo stemma del cavallino rampante dopo aver fatto una pole position inaspettata, con un giro definito “al limite” dallo stesso pilota.
“Ora però c’è un’altra qualifica, bisogna restare sul pezzo. E’ una Ferrari molto buona, ci sono progressi; io amo la Ferrari e voglio vincere qui.“ Leclerc è affamato, con la testa concentrata sul lavoro da fare ma consapevole di potersi giocare una storica pole.
Il sabato, tra i muri azeri, segna una seconda pole-position, quella per la sprint race. Sono tutti elementi che confermano che lui è lì, pronto per prendersi tutto quello che può. La sprint race mostra le mancanze della vettura, ma lo sguardo del pilota è già proiettato alla gara della domenica.
Il giorno dopo, una Red Bull agguerrita parte all’attacco del monegasco, prendendo subito la posizione. La battaglia, tuttavia, non è finita e, dopo una safety car e 51 giri, Charles difende fino all’ultima curva un terzo posto che sa di riscatto. Un podio, il primo della stagione, che sembra voler dire a tutti: “sono qui, io ci crederò fino alla fine“.
Uno sguardo sul futuro
Non solo le parole, sono i gesti di Charles a parlare chiaro: lui è qui perché lo vuole, perché vuole vincere, ma con la rossa. La strada sarà lunga, in salita, ma mancano ancora 19 gran premi.
Una terza piazza che sancisce un nuovo inizio, perché si sa che non esiste notte tanto lunga da impedire al sole di sorgere. La luce ora non sembra poi così lontana.