La strategia a tre soste di solito non funziona al Barber Motorsports Park, nessuno prima di quest’anno ne ha mai tratto beneficio. Ma la caution anticipata ha permesso a Scott McLaughlin di entrare in lizza, e creare un emozionante duello per la prima posizione con Romain Grosjean. Dal rinnovo del Barber Motorsports Park fino al 2027 e la vittoria non concretizzata di Grosjean vediamo cosa è andato e cosa no in questo weekend di gara di Indycar!
L’amarezza di Grosjean e la strategia di McLaughlin
Da un lato, il podio di Romain Grosjean a Barber ha rappresentato la terza pole IndyCar non convertita in vittoria, dall’altro è stato probabilmente la sua miglior gara in IndyCar.
Le sue possibilità di vittoria si sono concluse con un errore, ma Grosjean ha dichiarato che il suo team principal Michael Andretti ha avuto parole di grande elogio per la sua guida, che è stata così performante nonostante tanti fattori contrari.
Grosjean è partito dalla pole position con la solita strategia a due soste, storicamente preferibile. Ma dopo una caution al 39° giro, le tre soste di Scott McLaughlin gli hanno permesso di risparmiare meno carburante per il resto della gara e di avere pneumatici più freschi con cui attaccare Grosjean. Grazie al pit stop anticipato del pilota svizzero, Mclaughlin è riuscito a costruire un distacco e nel momento del suo pit, è riemerso appena davanti a lui facendo un lavoro fantastico per tenere a bada Grosjean nell’ovvia zona di sorpasso alla curva 5.
Grosjean ha continuato ad avvicinarsi al rivale, ma non è riuscito a trovare un varco fino alle curve 13 e 14, dove McLaughlin si è messo sulla difensiva coprendo la linea interna lasciando scoperto l’interno dando modo a Grosjean di puntare l’auto al centro della curva 14 e si è tuffato all’interno, affiancandosi all’ingresso della curva 15.
I due si sono scontrati, ma McLaughlin ha lasciato spazio sufficiente a Grosjean per rimanere all’interno, senza danni.
“Il bello della IndyCar è che la pista si evolve molto durante la gara. Non si può mai sapere quale sia l’aderenza.”
Romain Grosjean, ai microfoni di The Race
Grosjean così riesce a mettersi di nuovo in prima posizione, approfittando di una imprecisione da parte del rivale ma la gara non era ancora finita
L’errore che gli costerà la gara
Le prestazioni del Team Penske con la tripla sosta erano al di sopra del passo gara di Grosjean che ha però difeso magistralmente finchè al 71° giro è andato leggermente troppo a fondo in curva 4, consentendo a McLaughlin di rubare la testa della corsa in curva 6.
Alla fine si è trattato di un errore di Grosjean, è facile riconoscerlo. Ma è probabilmente più impressionante il fatto che si sia trovato in quella lotta e che abbia resistito così a lungo all’assalto di un McLaughlin con gomme morbide più fresche. Non sarebbe mai riuscito a tenere sotto pressione McLaughlin per altri 20 e più giri.
E’ riuscito però a tenere a bada il compagno di squadra di McLaughlin, Will Power, che con una progressione di giri veloci gli è arrivato solo a 2 secondi.
Christian Lundgaard, la nota positiva
A Christian Lundgaard va sicuramente il premio del miglior sorpasso della gara su Dixon che gli garantirà il sesto posto.
Partito da un incoraggiante sesto posto con una strategia a due soste, Lundgaard ha inizialmente faticato con la mescola dura ed è calato al decimo posto al quarto giro. Ma mentre coloro che erano partiti con gomme alternative iniziavano a perdere prestazione il danese ha recuperato posizioni. Ha superato Colton Herta e Rinus VeeKay in giri consecutivi e si è portato in quinta posizione al momento del pit stop.
Sebbene Scott Dixon, un altro pilota a due soste, sia rientrato per la prima volta un giro più tardi, Lundgaard è riuscito ad affondare all’interno di lui all’ultima curva e a portarsi in coda ad Alex Palou.
Dopo il restart, perderà le posizioni su i piloti che erano su tre soste ciononostante arriverà a tre secondi da Palou e davanti a Dixon, alle Arrow McLaren di Alexander Rossi e Felix Rosenqvist e ad altre due vetture Ganassi.
“Abbiamo avuto una buona partenza e i ragazzi della Hy-Vee Honda #45 hanno fatto alcuni dei miglior pit stop della stagione. Dobbiamo trarre gli aspetti positivi da questo fine settimana. Siamo partiti sesti facendo un grande passo avanti. Basta guardare il mio sorpasso [su Dixon] per capire che oggi potevamo permetterci di fare queste mosse. Sapevo di poter essere aggressivo.
Christian Luudgaard, pilota RLL.
Ilott ritrova fiducia nel finale
Dopo le minacce di morte e le offese gratuite ricevute la settimana scorsa in Texas, Callum Ilott conclude la gara con un buono 13esimo posto partendo dalla 15esima posizione.
Nonostante la prima parte di gara, il pilota inglese ha beneficiato delle tre soste. L’ultimo stint con il compound più morbido gli permette di essere molto più performante dei suoi rivali fino ad concludere un’ottima rimonta recuperando 11 posizioni nelle fasi finali per finire al 13° posto al momento della bandiera a scacchi.
I risultati di oggi hanno fatto salire Callum al 12° posto nella classifica dei piloti INDYCAR con 80 punti, rispetto ad Agustín Canapino, concluso al 26 esimo posto, è al 18° posto con 47 punti.
Rinnovo del circuito fino al 2027
IndyCar e ZOOM Motorsports hanno annunciato un’estensione pluriennale che vedrà la serie tornare al Barber Motorsports Park per almeno altri quattro anni. Un obiettivo nobile per gli organizzatori che permette alla Children’s of Alabama Indy Grand Prix di continuare la sua missione di raccogliere fondi per uno degli ospedali pediatrici più attivi.
Ma una bella notizia è contrapposta ad un rumor piuttosto preoccupante: la Liberty Media è intenzionata ad acquistare i diritti TV della NTT Indycar Series.
Uno sport che vede i suoi picchi di gradimento proprio negli ultimi anni grazie ai duelli e alle sfide in pista che mancano alla Formula Uno attuale, a mio parere non può essere affondato dalla scarsa qualità e alla grande appariscenza che la Liberty apporterebbe alla serie.
La Liberty Media sarebbe interessata ad acquisire l’Indycar per farla diventare una serie propedeutica a ruote scoperte della Formula 1 con sede in America. Dopo aver conquistato il pubblico americano con la docu-serie Netflix “Drive to Survive” e avendo nel calendario tre gare nel suolo americano vorrebbe ampliare il suo raggio d’azione.
Attualmente il presidente della Penske Corporation, Bud Denker, ha smentito categoricamente le voci degli ultimi giorni che vedevano IndyCar oggetto di un’offerta di acquisto da parte dei proprietari di F1, Liberty Media e ha chiarito che IndyCar non era in vendita.
“Abbiamo acquistato questa serie e lo Speedway nel 2020, e finché possediamo entrambi, resteranno insieme”
Bud Denker, presidente della Penske Corporation