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Qualifiche Indy 500 2023: Palou sorprende tutti con un giro record

Se la Indy 500 è il più grande spettacolo del Motorsport, le qualifiche per l’Indy 500 sono il secondo spettacolo più grande. A differenze delle corse normali, ad Indianapolis le qualifiche occupano due giorni diversi. Il primo fissa le posizioni dalla tredicesima alla trentesima, il secondo la top 12 e i tre slot dalla trentunesima alla trentatreesima posizione. Ogni corridore ha a disposizione un tentativo garantito, in cui compie 4 giri della pista facendo registrare la velocità media dei giri. In seguito, chi vuole può fare altri tentativi, scegliendo tra due corsie di partenza. La lane 1 concede accesso prioritario al tracciato ma richiede di rinunciare al tempo registrato. La lane 2, invece, permette di conservare il proprio tempo ma è più lenta. Anche quest’anno le emozioni non sono mancate: andiamo a vedere cos’è successo.

L’Indianapolis Motor Speedway (foto da SB Nation)

Gli ammessi alla corsa qualifiche Indy 500

Come detto, le uniche posizioni fissate sin dal primo giorno sono quelle a centro griglia. La varietà di piloti in questo gruppo è molto ampia. Tra essi c’è chi ha ottenuto la posizione al primo colpo, chi ha fatto più tentativi per provare a raggiungere la top 12 e chi li ha dovuti fare per salvarsi. Qui di seguito l’elenco di chi è già qualificato e conosce già la propria posizione di partenza per la gara:

13) Ed Carpenter 14) Scott McLaughlin 15) Kyle Kirkwood 16) Conor Daly 17) Josef Newgarden 18) Ryan Hunter-Reay 19) Romain Grosjean 20) Hélio Castroneves 21) Colton Herta 22) Simon Pagenaud 23) David Malukas 24) Marco Andretti 25) Stefan Wilson 26) Devlin DeFrancesco 27) Agustín Canapino 28) Callum Ilott 29) R.C. Enerson 30) Katherine Legge

Degni di nota sono i vari record registrati nel primo giorno. Il numero di tentativi totali è stato 84, ben 11 in più del precedente record, risalente al 2019. Felix Rosenqvist, il migliore di giornata, ha concluso con il terzo miglior giro di qualifica della storia. Katherine Legge ha stabilito sia il miglior giro mai segnato da una donna che la miglior media sui 4 giri. Benjamin Pedersen ha invece conquistato la miglior velocità sul singolo giro mai ottenuta da un rookie.

La top 12 qualifiche Indy 500

Il secondo giorno di qualifiche offre al pubblico lo spettacolo della fast 12 e della fast 6. Queste sono le fasi di qualifica classiche, in cui i piloti si contendono i posti nelle prime file. Va ricordato che le file della Indy 500 sono composte da 3 macchine invece che da 2, come invece accade negli altri tracciati. A differenza del primo giorno, i piloti hanno a disposizione un solo tentativo per far registrare la media di velocità migliore possibile. A cambiare è inoltre come si sceglie l’ordine di partenza: questo, infatti, non è più deciso da un’estrazione ma dal ribaltamento dell’ordine della top 12 del primo giorno. Ciò va tendenzialmente a vantaggio dei primi piloti a scendere in pista, che soffriranno di minore degrado gomme.

I piloti ammessi a questa fase sono: Felix Rosenqvist, Alexander Rossi, Alex Palou, Rinus VeeKay, Scott Dixon, Tony Kanaan, Takuma Sato, Pato O’Ward, Santino Ferrucci, Marcus Ericsson, Benjamin Pedersen e Will Power.

Santino Ferrucci (foto da Penske Entertainment Media Center | Joe Skibinski)

Fast 12

Il vantaggio previsto nell’andare in pista per primi non si concretizza. Power, Pedersen ed Ericsson scelgono un approccio troppo conservativo nel primo giro e non si qualificano. A passare alla Fast 6 sono coloro che concludono il primo giro ad almeno 234 miglia orarie. È il caso di O’Ward, Dixon, VeeKay, Palou, Ferrucci e Rosenqvist, con gli ultimi 4 che concludono anche il secondo giro sopra le 234 mph. Rimangono esclusi dalla Fast 6 anche Kanaan, Sato e Rossi. Sono così fissate per la gara le posizioni dalla settima alla dodicesima, che saranno le seguenti:

7) Alexander Rossi 8) Takuma Sato 9) Tony Kanaan 10) Marcus Ericsson 11) Benjamin Pedersen 12) Will Power

Continua la striscia positiva per Felix Rosenqvist, che ottiene la seconda miglior media di qualifica della storia con uno stupefacente 234.081mph.

Felix Rosenqvist (foto da Penske Entertainment Media Center | Karl Zemlin)

Bump Day

L’Indianapolis Motor Speedway può accogliere un massimo di 33 monoposto contemporaneamente. Se quelle iscritte sono di più si attua il Bump Day, una sessione di qualifica ad eliminazione che coinvolge i piloti al di sotto della trentesima posizione dopo le qualifiche. Essendo 34 i piloti iscritti all’edizione 2023, uno di essi dovrà lasciare la corsa. I piloti a rischio bump al termine del primo giorno sono Christian Lundgaard, Sting Ray Robb, Jack Harvey e Graham Rahal.

Ognuno di questi piloti ha a disposizione un giro garantito. In seguito può effettuare altri tentativi ma, per farlo, deve rinunciare al tempo che ha fatto segnare. Il primo a scendere in pista è stato Lundgaard, seguito da Robb. Entrambi hanno fatto segnare delle medie non straordinarie ma che li mettevano fin da subito al sicuro: 229.649 e 229.549. Il primo tentativo di Harvey è infatti stato un 228.477, mentre quello di Rahal un 229.159. Harvey, momentaneamente escluso, ha effettuato altri 3 tentativi. Dopo un secondo tentativo per raffreddare il motore e un terzo andato a vuoto, è stato nel quarto e ultimo che ha fatto la magia. Con un 229.166 è infatti riuscito a superare Rahal, che non ha avuto il tempo di reagire perché la sessione era ormai finita. Con Rahal bumpato, l’ultima fila della Indy 500 sarà la seguente:

31) Christian Lundgaard 32) Sting Ray Robb 33) Jack Harvey

Graham Rahal (foto da Penske Entertainment Media Center | Joe Skibinski)

Fast 6

La seconda giornata si conclude con la crème de la crème dei piloti. I migliori 6 delle qualifiche si sfidano per la pole position e per decidere l’ordine delle prime 2 file. I piloti hanno a disposizione un solo tentativo. Il primo in pista è O’Ward che conclude con una media di 233.158, deludente anche per gli standard della precedente fast 12. Lo segue Dixon, che parte bene ma, a causa del forte degrado, chiude con un 233.151, addirittura dietro O’Ward. Dixon è così costretto a rinunciare all’obiettivo di fare 3 pole position consecutive alla Indy 500.

Ad infiammare la sessione ci pensa Palou. Lo spagnolo, grazie ad un fenomenale primo giro a 235.1 mph, conclude con una media di 234.217 sui 4 giri. Il dominio di Palou sarà intimorito solo da VeeKay, che conclude a 234.211, solo 0.006 mph di differenza. Dopo di lui, né Ferrucci né Rosenqvist, che chiudono rispettivamente a 233.661 e 234.114, riusciranno ad avvicinarsi a Palou, che si porta a casa la pole. L’ordine di partenza per le prime 2 file è quindi il seguente:

1) Álex Palou 2) Rinus VeeKay 3) Felix Rosenqvist 4) Santino Ferrucci 5) Pato O’Ward 6) Scott Dixon

La pole position di Palou è doppiamente da record. Si tratta, infatti, della pole position più veloce della storia della Indy 500. Inoltre, il primo giro del tentativo è il secondo giro di qualifica più veloce della storia, secondo solo al 237 di Luyendyk nel 1996, non valido per questioni regolamentari.

Le qualifiche della Indy 500 ci hanno regalato una dose incredibile di emozioni. Non resta altro da fare che darci appuntamento a domenica 28 maggio, quando sarà sventolata la bandiera verde della gara.

Marco Toccalini

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