Home » Formula 1 » Mohammed Ben Sulayem al centro di una nuova bufera

Mohammed Ben Sulayem al centro di una nuova bufera

di Aurora Loffredo Mohammed Ben Sulayem

Mohammed Ben Sulayem, presidente della FIA dal 2021, è al centro di una nuova controversia. Sotto la sua direzione, la FIA ha minacciato i piloti di squalificarli a causa dell’uso di parolacce e ha imposto di non utilizzare gioielli durante la gara. Inoltre, Ben Sulayem è stato coinvolto in alcune importanti bufere: nel 2023, ha affermato che a lui “non piacciono le donne che si credono più intelligenti degli uomini, perché in realtà non lo sono” e che il valore della F1 fosse, in realtà, “gonfiato”. Nel 2024, invece, è stato accusato – e poi assolto – di aver interferito in alcune decisioni durante i Gran Premi.

Dimissioni di Reid e Robyn

La più recente controversia, tuttavia, riguarda le dimissioni di due figure chiave della FIA e le accuse che i due hanno mosso. Il primo a dare le dimissioni è stato Robert Reid, vicepresidente della FIA, il quale era stato considerato il “braccio destro di Ben Sulayem stesso. Queste le sue parole:

Quando ho assunto questo ruolo, era per servire i membri della FIA, non per servire il potere. Nel tempo, ho assistito ad una progressiva erosione dei principi che ci siamo promessi di difendere. Le decisioni vengono prese a porte chiuse, escludendo le strutture e le persone che la FIA deve rappresentare.

L’altra dimissione riguarda invece Natalie Robyn, ex CEO della FIA, nel maggio 2024. La FIA aveva dichiarato che la decisione era stata presa di comune accordo perché Robyn potesse perseguire altre strade al di fuori della F1. In un’intervista alla BBC Sport, lei ha invece dichiarato di essere stata costretta a dimettersi per via di forti disaccordi con Ben Sulayem.

Durante il mio mandato come CEO, ho lavorato in circostanze difficili per rafforzare il quadro di governance della federazione e migliorare la trasparenza operativa. Le dimissioni del vicepresidente dello sport indica chiaramente che vi sono in corso delle sfide strutturali. Se processi professionali non vengono rispettati e le parti interessate vengono escluse dal processo decisionale, ciò mina le fondamenta di un’organizzazione solida. Sono rattristata nel vedere questi sviluppi, poiché minacciano sia la credibilità che l’efficacia a lungo termine di un’importante istituzione.

David Richards

A mettere il dito nella piaga è stato il direttore di Motorsport UK David Richards. Di recente, gli è stato vietato di prendere parte a una riunione del Consiglio mondiale degli sport motoristici della FIA – che si riunisce regolarmente per discutere la governance di tutti gli sport motoristici, tra cui la Formula 1 – dopo aver scelto di non firmare un accordo di non divulgazione. Richards aveva contribuito alle elezione, nel 2021, di Mohammed Ben Sulayem, per via delle sue promesse di essere un “presidente non introverso” e di garantire “piena trasparenza delle azioni e i più alti standard di governance”. Queste le sue parole in un messaggio ai membri di Motorsport UK:

Temo che negli ultimi tre anni non si sia riusciti a mantenere queste promesse. In effetti, la situazione è progressivamente peggiorata, con i resoconti dei media che confermano che numerosi alti dirigenti della FIA e funzionari volontari sono stati licenziati o si sono dimessi in circostanze poco chiare. Inoltre, la portata dei comitati di audit e di etica è stata fortemente limitata e ora non hanno più autonomia dall’autorità del presidente, mentre il nostro rappresentante nel Regno Unito, che aveva contestato alcune questioni, è stato rimosso sommariamente insieme al presidente del comitato di audit.

La situazione è diventata sempre più preoccupante e la goccia che ha fatto traboccare il vaso per me, tre settimane fa, è stata la richiesta di firmare un nuovo accordo di riservatezza che ho considerato una sorta di ‘ordine di bavaglio’. L’elaborazione di questo nuovo accordo di riservatezza non è conforme allo statuto della FIA e contraddice la promessa di governance trasparente per la quale avevamo votato. I nostri avvocati di Motorsport UK, insieme al nostro consulente legale francese, hanno contestato le azioni della FIA, ponendo una serie di domande chiare a cui la dirigenza della FIA deve rispondere. È molto deludente dover riferire che non abbiamo ancora ricevuto risposta a queste o alla domanda fondamentale che ho sollevato: in quale punto dello statuto della FIA è previsto che un membro eletto possa essere escluso da una riunione?

Scadenza mandato

Quest’ennesima controversia è caduta in un anno particolare. A dicembre scadrà il mandato di Ben Sulayem e, al momento, sembra non vi siano rivali. Stando alla BBC, qualcuno si starebbe preparando per una campagna alle elezioni contro di lui.

Bufera legale

Reid ha raccontato che la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di gestire internamente la promozione del Campionato del Mondo di Rallycross senza l’approvazione del senato della FIA o del consiglio mondiale. Questa azione può portare a dei rischi legali per via della legge sulla concorrenza in Unione Europea. La decisione è contraria ad un precedente impegno preso dal consiglio mondiale del motorsport della FIA, secondo il quale tutti i campionati mondiali avrebbero promotori esterni, sarebbero redditizi ed avrebbero un un piano aziendale strategico.

Va anche contro un accordo tra la FIA e la F1, stipulato nel 2001, riguardante il campionato mondiale di F1. La FIA aveva, infatti, concordato di disfarsi degli interessi commerciali legati ai propri eventi per evitare conflitti di interesse. La dichiarazione della FIA ha aggiunto: “Il campionato mondiale FIA di Rallycross è uno sport estremamente di moda. Negli ultimi anni, gli eventi di Rallycross mondiali ed europei sono stati visti da un crescente pubblico di oltre 30 milioni di spettatori sparsi in oltre 100 Paesi. La FIA ha direttamente investito nel campionato a beneficio dei fan, dei team e dei club membri della FIA. Questo investimento è in linea con l’impegno della FIA di raddoppiare la partecipazione ai motorsport a livello globale”.

Max Verstappen

A seguito del Gran Premio di Arabia, il presidente Mohammed Ben Sulayem è stato ripreso mentre si avvicinava a Verstappen. Nonostante non si sappia di preciso l’intenzione, l’espressione contrariata del pilota olandese ha fatto circolare la possibilità che l’emiratino lo abbia avvertito affinché non parlasse negativamente della FIA. Un altro aspetto controverso è il fatto che il team radio di Verstappen – quello nel quale gli viene comunicata la penalità – sia stato censurato, nonostante non vi sia stata utilizzata alcuna parolaccia. La parola censurata è, infatti, bloody, seguito da lovely, che nel linguaggio corrente è di uso abbastanza comune. A sottolineare sempre di più il difficile rapporto tra la FIA e Verstappen, vi è poi l’intervista post-gara. Queste le sue parole:

Penso sia anche meglio non parlarne [ndr. della penalità], perché comunque non ci è permesso esprimere le nostre opinioni al riguardo, quindi…

Il rapporto con la FIA, ed in particolar modo con Ben Sulayem, continua ad essere ostico. Qualora fosse rieletto come presidente a dicembre, vi è sempre più la possibilità che instauri una vera e propria “dittatura”.

Aurora Loffredo

Appassionata di Motorsport, e in generale di sport, ho iniziato a scrivere per Multiformula ad agosto del 2020. Oltre allo sport, mi piace molto la lettura e la musica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.

Torna in alto