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Bridgestone e motori aspirati: un ritorno al passato per la F1?

La F1, attraverso show e grande attrattiva, volge uno sguardo al futuro. Se i droni arabi e i grandi concerti di Miami ci sembravano una novità quasi di distacco con l’ambiente, il gran premio di Las Vegas, con tutte le luci e il nuovo palazzetto a sfera, sarà fantascienza. Non bisogna dimenticarsi che la F1 è uno sport, e come tale ha bisogno non solo di intrattenimento che attragga, ma anche di evoluzioni tecniche per stare al passo coi tempi.

Nei prossimi anni ci saranno cambiamenti importanti da questo punto di vista, ma, a pensarci bene, più che innovazione la tendenza è un ritorno al passato.

Bridgestone, motori aspirati: tutto riporta alla Bell’Epoque della F1, a quegli anni che ammiriamo nei video degli archivi, libri. Momenti che sono impresa, storia. Non avranno mica nostalgia ai vertici?

Possibile ritorno di Bridgestone

All’inizio di quest’anno, la FIA ha aperto la gara d’appalto per il contratto di fornitura ufficiale della F1 dal 2025 al 2027, con la possibilità di estenderlo fino al 2028. Il contratto della Pirelli in F1 scadrà alla fine della prossima stagione e i piani per il futuro dipendono dalla conferma come fornitore unico. C’è infatti un pericoloso concorrente: il colosso giapponese Bridgestone.

Entrambi i produttori hanno infatti superato la selezione tecnica, rispondendo alla “target letter” nella quale la FIA avrebbe messo i vincoli ai quali gli pneumatici si dovranno attenere. La trattativa adesso è alla fase 2: dagli aspetti puramente tecnici si passa a quelli commerciali e, quindi, la palla passa a Stefano Domenicali, presidente e CEO di F1, il promotore del campionato.

L’appeal in costante crescita della F1 rappresenta senz’ombra di dubbio un importante incentivo per Bridgestone nel volere tornare in vetta al motorsport, data la sua presenza in categoria dal 1997 al 2010.

Bridgestone, storia passata in F1

Presente in F1 dal 1997 al 2010 e dal 2007 in poi come fornitore unico, Bridgestone si era cimentata anche in discusse sfide con altri fornitori – Goodyear e Michelin – negli anni in cui era ancora permesso avere differenti costruttori di pneumatici in griglia.

Nel 1988, Bridgestone ha acquisito The The Firestone Tire & Rubber Company, diventando ufficialmente una delle più grandi aziende di pneumatici e prodotti in gomma al mondo. Ciò permise inoltre di avventurarsi ulteriormente nel campo del motorsport reintroducendo prima Firestone nella Indy 500 e poi entrando nella categoria regina.

Dopo il primo anno di insuccessi, Bridgestone prende il dominio con un nuovo cambio regole. Quando Mika Hakkinen vince il suo primo titolo mondiale, la Bridgestone supera in vittorie Goodyear (9 contro 7), con gli americani che decidono di chiudere dopo 35 stagioni la loro militanza in F1. Lo sport è fatto di domini e cambiamenti ai vertici, ed è ciò che accade anche sul piano forniture. Michelin rientra nel Circus dopo un’assenza di 16 stagioni e fornisce pneumatici ai maggiori antagonisti della Ferrari, che invece continua a montare i copertoni giapponesi.

Meccanico scuderia Ferrari F1 con in mano pneumatico Bridgestone

Le gomme francese però mettono le ali a Mclaren e Williams con la Rossa che vede il dominio in bilico e si affida anche a colpi di ricorsi e controricorsi.

Gli anni del trionfo Michelin nel 2005 e 2006, con Alonso in Renault, sono un periodo di netta crisi per Ferrari. Il regolamento era stato cambiato: non si potevano più cambiare gomme in corsa. Michelin però si ritira lasciando nel 2007 Bridgestone come unico gommista in F1. Nel 2010 un altro cambio di regole, che vede una riduzione in larghezza delle gomme anteriori e l’eliminazione dei rifornimenti, sancisce l’ultimo anno del fornitore giapponese nel mondiale in categoria.

Inizia così nel 2011 il regime di monogomma Pirelli.

Tutto nelle mani di Domenicali

La gara d’appalto indetta dal Circus potrebbe avere un impatto piuttosto rilevante sul futuro della categoria regina del motorsport. L’appeal in costante crescita della Formula 1 rappresenta senz’ombra di dubbio un importante incentivo per Bridgestone nel volere tornare in vetta al motorsport, tentando di sfidare la concorrenza di una Pirelli che, nonostante le critiche subite negli ultimi anni, può vantare dalla sua una totale conoscenza delle monoposto e delle loro esigenze.

La partita è aperta e sarà interessante capire quale sarà anche la posizione delle squadre. E’ evidente che se Bridgestone è uscita allo scoperto vuol dire che è pronta a giocare la partita economica, tanto che per la Bicocca la trattativa la porta avanti Marco Tronchetti Provera in persona, consapevole di quanto sia strategica questa fase delicata.

Si fa sul serio.

Motori aspirati: dal 2026 torneremo a sentire il rombo?

Negli ultimi anni la F1 ha lavorato, e ancora lavora, per poter abbracciare al meglio la sfera ecologica con cui il mondo deve fare i conti. Stando a quanto riportato da motorsport.com, nell’intervista realizzata a Stefano Domenicali, la F1 potrebbe ritornare ai motori V8 aspirati, riportando quel suono da brividi che ormai sulle piste fa sentire la sua mancanza.

“Se riusciremo a essere efficaci nello studio e nella realizzazione di benzine sostenibili, potremo pensare alla successiva generazione di power unit puntando sulla leggerezza. Vogliamo un motore competitivo, con molti cavalli e anche con un suono più importante. Il 99,9% della gente vuole tornare a sentire in pista un sound da Formula 1, ed è un’esigenza che abbiamo messo sul tavolo”, ha dichiarato il CEO della F1.

Efficienza e sostenibilità

Da metà anni 2000 la F1 intraprende quel sentiero tecnico-concettuale che ha condotto dritti all’era turbo-ibrida. Una mutazione genetica lenta, ma inesorabile, con la classe regina del motorsport che stavolta si adegua alla parabola tecnica tracciata dall’automotive votata sempre di più all’efficienza e alla limitazione delle emissioni nocive. I potenti motori V8, V10 e V12 aspirati disperdevano una quantità di energia maggiore rispetto all’attuale V6.

Con l’ennesimo cambio tecnico in materia di propulsori del 2026, non ci sarà più il complesso motogeneratore MGU-H. La portata elettrica generale che sarà garantita da un MGU-K più grande e da batterie più efficienti e capaci nell’immagazzinaggio. Questi motori dovranno essere alimentati da carburanti ecosostenibili nella loro produzione e che permettano emissioni zero allo scarico. Sono proprio queste benzine che riaprono la discussione circa la possibilità di rispolverare motori aspirati plurifrazionati.

Con carburanti “eco”, in soldoni, si può tornare indietro a quel rombo che ha fatto sognare milioni di persone, oltre che mettere i tappi?

Una vecchia canzone diceva:

Nostalgia, nostalgia canaglia
Che ti prende proprio quando non vuoi

Quelle citate potrebbero rivelarsi proposte e cambiamenti funzionali, ma F1… occhio a guardare troppo al passato. Il rischio di sprofondare è reale.

Anna Botton

Appassionata di comunicazione e di ogni forma d'arte (sport incluso). Le emozioni sono il mio pane quotidiano. Autodromo, stadi e palazzetti sono la mia seconda casa. Il sogno? Entrarvi con un pass al collo.

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