In Formula 1 le prestazioni singole dei piloti sono fondamentali, ma è essenziale anche che siano capaci di fare gioco di squadra con il proprio compagno e portare punti fondamentali in ottica mondiale costruttori. Quest’anno è stato chiaro fin da subito che il mondiale piloti fosse nelle mani di Max Verstappen, così come quello costruttori in quelle di Red Bull. La lotta nelle retrovie è stata però accesa. Andiamo ad analizzare le varie coppie di piloti, tra top e flop, servendoci della classifica dei team nei costruttori.
La classifica del mondiale costruttori 2023
- Red Bull 860 punti
- Mercedes 409 punti
- Ferrari 406 punti
- McLaren 302 punti
- Aston Martin 280 punti
- Alpine 120 punti
- Williams 28 punti
- Alpha Tauri 25 punti
- Alfa Romeo 16 punti
- Haas 12 punti
Red Bull: Verstappen e Perez
La Red Bull ha dominato il campionato in lungo e in largo, ma non si può dire che sia stato grazie ad entrambi i piloti. Il successo della scuderia è tutto merito di Max Verstappen, che è stato in grado di vincere 19 delle 22 gare disputate e di partire dalla pole position per ben 12 volte. Molto più deludenti e incostanti le prestazioni di Perez: solo due pole position e due vittorie per il pilota messicano. Tantissimi errori, soprattutto in qualifica, hanno penalizzato la sua stagione. Non ci si aspettava davvero che potesse lottare con Max, ma che potesse mantenere almeno lo status di buon secondo che si era guadagnato nel 2021. Quest’anno ha rischiato di perdere il secondo posto nella classifica piloti e nel paddock si è mormorato a lungo di un suo possibile addio alla scuderia di Milton Keynes. Questa line-up è stata decisamente tra i flop della stagione. Fortunatamente, Verstappen non ha avuto bisogno di uno scudiero, il suo unico nemico quest’anno era se stesso e non si è mai tradito.
Mercedes: Hamilton e Russell
C’è una parola che potrebbe descrivere le performance della line-up Mercedes quest’anno: discontinuità. Le altalenanti prestazioni dei piloti e della vettura hanno quasi portato la Ferrari a togliergli il secondo posto nei costruttori. Tra i due piloti della scuderia, George Russell ha incontrato più difficoltà durante l’anno. Lewis Hamilton, che ha avuto più problemi in qualifica, escludendo la bellissima pole position conquistata in Ungheria, è salito sul podio sei volte. Russell ha commesso qualche errore di troppo durante le gare e ha chiuso la stagione con 2 podi, l’ultimo arrivato ad Abu Dhabi. Da ricordare l’incidente tra i due in Qatar, dove però non ci sono state troppe tensioni, visto che Hamilton si è preso subito la responsabilità di quanto accaduto. Tutto sommato però i due hanno fatto il proprio: hanno sorpassato la Aston Martin nel costruttori e mantenuto il secondo posto a fine anno. Hamilton e Russell sono due piloti fortissimi che hanno bisogno del mezzo giusto per lottare, l’incognita quando ce l’avranno sarà: come gestirà la Mercedes la rivalità tra i due?
Ferrari: Leclerc e Sainz
Per la Ferrari è stato un anno decisamente al di sotto delle aspettative. Leclerc e Sainz hanno cercato di fare il possibile per esprimere al massimo il potenziale limitato della sf-23. Entrambi i piloti hanno avuto una stagione piuttosto simile, caratterizzata da una fase calante e una crescente. Sainz ha conquistato la bellissima vittoria a Singapore, e ha vissuto un periodo di ottima forma dopo la pausa estiva. Le sue performance sono calate però dal Gran Premio del Giappone e si sono concluse con una gara finale anonima ad Abu Dhabi. Paradossalmente Leclerc è andato meglio proprio da Suzuka e ha avuto un finale di stagione formidabile. Se non ci fosse stata la safety car a Las Vegas, avrebbe potuto davvero vincere la gara. Per non parlare dei problemi di affidabilità della vettura che hanno segnato il suo anno. Se parliamo di statistiche, Leclerc ha conqusitato cinque pole position e sei podi a fronte delle due pole e tre podi del compagno di squadra. Anche loro, come la line-up Mercedes, sono stati discontinui e questo è stato uno dei motivi per cui la lotta tra le due scuderie si è chiusa solo ad Abu Dhabi.
McLaren: Norris e Piastri
La stagione della McLaren è stata tutta in salita: partita con gare dove entrambi i piloti a malapena andavano a punti, la squadra è arrivata a lottare stabilmente per il podio. Tutto grazie al lavoro del team, concretizzato poi dalle stelle della scuderia: Norris e Piastri. Le statistiche non rendono giustizia all’ottima stagione di Oscar Piastri, che nel suo anno da rookie ha conquistato la prima pole nella sprint del Qatar e la vittoria della sprint stessa. Non male per il suo primo anno in Formula 1. Dall’altro lato Lando Norris si è dimostrato un pilota solido, salvo qualche defaillance, conquistando ben 7 podi. La line-up della McLaren è stata di gran lunga la più solida di quest’anno e fa ben sperare nel futuro della team inglese.
Aston Martin: Alonso e Stroll
L’Aston Martin, che si era proposta come la scuderia rivelazione dell’anno, ha subito una pesante involuzione che l’ha portata dal secondo al quinto posto nei costruttori. Un miglioramento rispetto al settimo dell’anno scorso, ma una delusione totale se consideriamo le iniziali premesse. Fernando Alonso ha trascinato il team come ha potuto e ha portato a casa 8 podi. La differenza tra lui e Stroll è stata schiacciante: il pilota canadese non è salito sul podio neanche una volta ed è stato costantemente battuto sia in qualifica che gara dal compagno di squadra. Una situazione molto simile a quella Red Bull. Un’altra line-up che funziona in una sola direzione.
Alpine: Ocon e Gasly
Dall’Alpine ci si aspettava decisamente di più. La scuderia ha deluso, a causa anche del caos totale in cui si è trovata la sua gestione. Entrambi i piloti si sono accesi poche volte durante la stagione. Ocon ha conquistato un podio a Monaco e Gasly ha fatto lo stesso a Zandvoort. Poi il nulla. I due hanno fatto quel che potevano e forse sono stati penalizzati un po’ troppo dalla confusione dell’ambiente. Si aspetta di giudicarli in una situazione più stabile e decisa.
Williams: Albon e Sargeant
Come nel caso della Red Bull e dell‘Aston Martin, anche per la Williams tra i piloti c’è stata un’importante differenza di prestazioni. Albon ha disputato una stagione eccezionale, Sargeant ha commesso troppi errori e ha conquistato un misero punticino in tutta la stagione. La Williams ha deciso di offrirgli un’altra chance: per il rookie americano il prossimo anno potrebbe essere quello della redenzione o quello dell’addio alla Formula 1.
Alpha Tauri: DeVries/Ricciardo/Lawson e Tsunoda
La situazione in casa Alpha Tauri è più complessa. La scuderia aveva inizialmente ingaggiato Nyck DeVries. Le prestazioni del pilota olandese sono state reputate insoddisfacenti e così è stato sostituito da Daniel Ricciardo a partire dal Gran Premio di Ungheria.
Daniel è apparso molto in forma, sempre sul passo del compagno di squadra Tsunoda, ma è stato fuori per diverse gare a causa di un infortunio al polso durante il Gran Premio d’Olanda. Lawson lo ha sostituito per alcune gare e le sue performance hanno stupito tutti, tanto da lasciargli una porta aperta per un sedile in Formula 1 in futuro.
Troppe poche gare, dunque, per dare una valutazione effettiva della coppia Ricciardo-Tsunoda, servirà aspettare il 2024 per avere un quadro completo.
Alfa Romeo: Bottas e Zhou & Haas: Hulkenberg e Magnussen
Le performance sia dei piloti dell’Alfa Romeo che della Haas sono state piuttosto anonime, merito sicuramente anche delle vetture che hanno guidato.
Le statistiche ci dicono che Bottas ha fatto meglio di Zhou sia in qualifica che in gara: ci si aspettava sicuramente meglio dal pilota cinese.
Per quanto riguarda casa Haas, Hulkenberg, tornato in Formula 1 quest’anno, ha dato filo da torcere al compagno di squadra Magnussen sin dall’inizio, ma la vettura poco affidabile e poco veloce non gli hanno consentito di ottenere chissà quali risultati.