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F1| caso McLaren: perché non vince?

McLaren “sprecona” è divenuto ormai un tema ricorrente di questa stagione. Il team di Woking sta vivendo la sua miglior annata in termini di risultati, una parabola che non si evidenziava da almeno un decennio. Costantemente sul podio dal GP di Cina a questa parte, sembra che manchi sempre quello step in avanti che possa permettere alla squadra di massimizzare al meglio le proprie occasioni.

Se si torna indietro nel tempo di un anno, McLaren era nel vivo del suo processo di restauro tecnico. Lavori in cantiere che l’hanno poi resa la diretta avversaria di Red Bull quest’anno. Un capolavoro frutto – principalmente – di Andrea Stella che, in poco più di 2 anni, ha saputo risollevare una squadra che viaggiava costantemente lungo i binari della mediocrità.

Oggi, le pagine di giornale raccontano un’altra storia. Quella di una McLaren in grado di vincere ma che non ci riesce. Una McLaren dalle grandi potenzialità ma decisamente troppo sprecona, dove qualsiasi risultato al di fuori di una vittoria è una delusione, soprattutto per Lando Norris, attualmente nel mondiale dietro alle spalle del gigante Max Verstappen.

McLaren, perché non vince?

Con la conclusione della lunga triple-header terminata a Silverstone, il campionato 2024 è giunto al suo giro di boa. Sulle 12 gare già disputate, il team papaya è riuscito a collezionare una sola vittoria, in occasione del GP di Miami con Lando Norris. Un bottino un po’ deludente vista la monoposto a disposizione di entrambi i piloti. Ma nell’attuale Formula 1 è sufficiente avere solo la macchina competitiva per potersi assicurare le vittorie nel mondiale? La risposta è molto semplice e ce l’ha data la stessa McLaren in pista.

Vincere implica essere una perfetta catena di montaggio. Una catena che – in questo caso – si compone di 3 elementi chiari e distinti: una monoposto veloce, un tandem di piloti forte e ragionevole e un team alle loro spalle capace di guidarli correttamente in ogni istante di gara. Nel caso attuale di McLaren vi è un cortocircuito. Di certo non legato alla vettura, bensì al team e, in certe occasioni, anche ai piloti.

Decisioni troppo conservative:

La filosofia decisionale del muretto box papaya – più volte – è emersa essere fin troppo conservativa e proattiva. Una linea di pensiero dettata principalmente dalla desuetudine alla costante lotta per i piani alti di classifica, un lido che – per troppo tempo – non è più appartenuto al DNA McLaren nonostante la sua gloriosa storia in Formula 1.

Meccanici McLaren mentre effettuano pitstop
McLarenF1 on Twitter

Ed è proprio per questa sua lunga assenza dal vertice di mondiale che oggi ci troviamo di fronte ad un susseguirsi di decisioni sbagliate, poco ponderate o confusionarie della squadra. Confusione totale che sopraggiunge, in particolar modo, nei momenti clou delle gare in cui è necessario maturare rapidamente delle scelte per aiutare i propri piloti a concretizzare le opportunità di vittoria che si creano in pista. Ed è esattamente il copione che leggiamo da ormai 5 gare a questa parte, dove McLaren si è fatta sempre fuggire le vittorie in tasca regalandole alle dirette avversarie con un mezzo inferiore. Ne è un esempio lampante Silverstone, dove 3 errori clamorosi della squadra guidata da Stella hanno consegnato in mano alla Mercedes la loro 2° vittoria stagionale.

E’ colpa dei piloti?

Spesso, negli ultimi gran premi disputati, si è voluto sempre incolpare Lando Norris di tutte le vittorie mancate in questa stagione, condannando il pilota anche quando l’errore chiave l’ha commesso la squadra ai suoi danni.

Da un lato è anche vero che lo stesso britannico è stato autore di alcuni scivoloni in pista che gli sono costati pole positions in qualifica e diversi punti in gara. In particolar modo, si evidenzia come il numero 4 tenda, di frequente, a commettere qualche svirgolata nell’ultimo giro lanciato nelle sessioni di qualifica o, ancora, ad essere autore di partenze poco lucide allo spegnimento dei semafori che lo costringono sempre a pratiche di rimonta.

Lando Norris di spalle mentre sale sulla monoposto McLaren F1
McLarenF1 on Twitter

D’altro canto, è altrettanto importante menzionare come lo stesso Norris sia al suo primo vero anno di piena lotta per posizioni di classifica di alto rango, un’occasione d’oro mai avuta nella sua carriera in Formula 1 per via di vetture precedenti poco performanti e problemi economico-strutturali della squadra che, solo quest’anno, ha potuto inaugurare il suo nuovo simulatore e la galleria del vento a Woking.

L’aspetto psico-emotivo di Norris: il punto di vista di Jenson Button

Se c’è un tallone d’Achille da affiancare al britannico che spesso emerge nelle interviste pre e post gara è la sua tendenza ad essere parecchio duro e critico nei suoi confronti. Un neo che lo stesso Jenson Button, ex McLaren, ha notato nel corso del tempo.

“Credo che Lando dovrebbe stare un po’ più attento con le sue emozioni perché spesso si sente parecchio frustrato con sé stesso”. Ha esordito a Sky Sport UK.

“La scorsa gara, questa gara… non può perdere il controllo così facilmente. Lo sappiamo tutti quanto sia importante avere la mente lucida nel momento giusto. Lando è un pilota di grande talento e non voglio vederlo giù di morale e così critico con sé stesso. Ha poi proseguito l’ex campione di F1.

Diverse sono state le volte in cui Norris si è addossato le colpe per non aver centrato il risultato sperato. Proprio a Silverstone si è assunto le responsabilità di quanto accaduto tra il lungo pit stop e le strategie sbagliate imposte dal team. Ma la verità è anche che, qualsiasi risultato che non sia una vittoria, per Norris inizia a diventare frustrante. E’ un circolo vizioso che sta condizionando il britannico principalmente dal punto di vista emotivo e mentale.

“E’ bello che lui ci mostri le sue emozioni, lo è soprattutto per noi spettatori. Ma io credo che sia importante non far trapelare le tue insicurezze e farti vedere abbattuto davanti ai tuoi avversari. Sono debolezze che non devi mostrare”, ha aggiunto Button.

Malika Marwoi Missaoui

Appassionata di motori e tifosissima della McLaren, ama tutto ciò che è relativo all'aerodinamica e alle telemetrie nonostante si intenda più di lingue che di numeri.

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