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Motorsport e mental health

Di Chiara Vulduraro

Motorsport e mental health
From Sky Sport Italia

La salute mentale è importante!

Motorsport e mental health. Sono due argomenti che vanno in tandem. “Non c’è salute senza salute mentale”. Questa è la definizione della OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). La salute mentale ha un ruolo importantissimo nel Motorsport, specialmente nella F.1. Il Motorsport è un business brutale ed è un gioco mentale. I piloti devono essere concentrati a compiere dei buoni giri di qualifica e fare degli ottimi risultati in gara. Non possono pensare ad altro. Non si può nemmeno immaginare quanto possa essere complicato.

Dall’esterno i piloti sembrano dei supereroi che guidano a velocità pazzesche e che hanno una forza mentale stratosferica. Spesso ci si dimentica, però, che, dietro ai caschi, sono degli esseri umani, così come noi. I piloti sono sottoposti ad uno stress enorme per raggiungere risultati importanti nel mondo del Motorsport.

La pressione può avere un grosso impatto sulla loro salute mentale e può anche spingere i piloti a ritirarsi. Questo è il caso di Thomas Ten Brinke, un pilota olandese alla guida della ART Grand Prix in Formula Regional, il quale ha deciso di lasciare la sua carriera nel Motorsport, per una questione di salute mentale. Un paio di giorni fa, in un post su Instagram ha spiegato che lascia la Formula Regional con effetto immediato. La sua decisione è maturata per via della troppa pressione che accusava in monoposto. Ha spiegato che dopo il passaggio dalla F4, ha iniziato a sentire una pressione mai provata fino a quel momento. Dopo le prime gare della FRECA, la pressione nel raggiungere buoni risultati è diventata tale da iniziare a destabilizzarlo mentalmente. Nonostante abbia provato a farsi aiutare, questa pressione lo ha privato della passione e della gioia di correre.

From FRECA

Questo è l’ultimo caso di piloti che hanno dovuto lasciare per la troppa pressione destabilizzante per la salute mentale. Non dimentichiamoci che, in Formula 1, campioni del mondo del calibro di Mika Häkkinen e Nico Rosberg hanno sofferto tantissimo la pressione mentale.

Motorsport e mental health
Mika Hakkinen dopo il ritiro a Monza nel 1998

Il ritiro di Mika Häkkinen

Mika Häkkinen nel 2001 si prese un anno sabbatico. Questa notizia fece molto scalpore. Lui soffriva moltissimo delle fortissime sollecitazioni mentali. Il 2001 in particolare ha testato la sua salute mentale e lo ha spinto a prendere quella decisione. Quell’anno, infatti, era stato drammatico, a causa del sistema launch control che lo teneva spesso fermo in partenza. Il punto di non ritorno fu l’ultimo giro del Gran Premio di Spagna, quando si dovette ritirare per un problema alla frizione. In diverse interviste, rivelò che si fece aiutare da uno specialista con la pressione mentale dopo il ritiro. Nel 2006 lui voleva tornare in F.1. Dopo diversi sessioni di prove con la McLaren, capì, però, che non era pronto a tornare nel suo vecchio mondo. Avrebbe avuto lo stesso identico problema della pressione ad influenzare negativamente la sua salute mentale.

Nico Rosberg

Nico Rosberg intuì come sarebbe stato importante essere seguito da un mental coach dopo il Gran Premio di Malesia del 2016. Dopo quel week-end, iniziò a sentire una fortissima pressione mediatica ed iniziò a stare male dal punto di vista mentale. Per lui, la gara più difficile mentalmente fu l’ultima gara ad Abu Dhabi. In un’intervista del 2017 per F1, il tedesco poi rivelerà come sia stato fondamentale l’aiuto del mental coach per aiutarlo ad avere pensieri positivi ogni mattina e sera, per permettergli poi di vincere il campionato.

Rosberg riuscì nell’intento. Nonostante tutto, però, la pressione che subì nell’ultimo week-end di F1 lo aveva condizionato talmente tanto che non aveva più voglia di continuare. Voleva ritirarsi per stare più tempo con la famiglia. Mentalmente era esausto. In un post sui suoi social, il tedesco rivela al mondo intero la sua decisione di ritirarsi. In poche parole, ritirarsi dalla Formula 1 da campione del mondo. Dall’esterno poteva sembrare che la ragione per il ritiro era che non sarebbe riuscito a difendere il titolo l’anno successivo. C’è, però, l’altra faccia della medaglia: non si può sottovalutare la pressione e lo stress mentale che subì in quel periodo.

Motorsport e mental health
Nico Rosberg con la W16 – From XPB Images

I due campioni del mondo non sono gli unici che hanno subito questa fortissima pressione mentale. In un modo o nell’altro, tutti i piloti soffrono dal punto di vista mentale per riuscire a raggiungere obiettivi importanti. Nei mesi scorsi infatti, la F1 ha rivelato che il bilancio del benessere mentale è cambiato. In altri termini, mentre in diversi sport come il calcio, è comune parlare del topic della salute mentale, solo ora si sta iniziando a parlare nel dettaglio di questo argomento all’interno del Motorsport e della F.1.

Tutti i piloti di F.1 oramai sono seguiti da mental coaches per allenare le proprie menti alla pressione ed affrontare le loro paure ed insicurezze. Sono anche più aperti nel dichiarare questa cosa con i media. Romain Grosjean, in particolare, dopo il gravissimo incidente del Bahrain dell’anno scorso, ha dichiarato pubblicamente che si sta facendo aiutare da uno psichiatra per superare gli effetti mentali che ha subìto, mentre continua la sua carriera in Indycar.

L’anno scorso, durante il lockdown, la McLaren è stata la prima squadra ad iniziare la sensibilizzazione della mental health, annunciando la partnership con Mind. L’associazione fornisce consulenza e supporto alle persone che sono in difficoltà dal punto di vista mentale. Il team di Woking ha dichiarato che la partnership avrebbe aumentato il focus sulla salute mentale come parte del loro programma di salute e benessere dei propri meccanici ed ingegneri.

A tal proposito, Lando Norris ha parlato dei suoi momenti di difficoltà da quando ha iniziato in F.1. Ha rilevato che, durante la sua prima stagione, lui indossava la maschera del ragazzo vivace ed allegro per coprire la sue ansie e paure. Durante le sue prime gare, era sotto pressione per fare bene. Questo contribuiva in maniera negativa sulla sua salute mentale e alla sua poca autostima in se stesso.

“Hai mai faticato con qualcosa mentalmente ma lo hai nascosto dal mondo cercando di mettere una faccia coraggiosa? Io so di averlo fatto”

(Norris, per Can we just talk?)
From Motorsport Italia

La mental health è importante nella vita reale, non soltanto nel Motorsport ed in F1. È importante comunque che all’interno del Motorsport e della F1 si continui a parlare di questo aspetto. Non bisogna mai dimenticarlo.

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

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