Il quinto appuntamento del mondiale endurance WEC, svoltosi ad Interlagos, ha fornito a noi spettatori una corsa particolarmente avvincente nell’azione. Si è avuta la sensazione che in concorrenti abbiano deciso di non risparmiarsi sin dalle prime centinaia di metri.
Vediamo dunque gli spunti più interessanti inerenti la 6 ore di San Paolo.
Interlagos, un circuito che incoraggia all’azzardo?
Viene da chiedersi se quanto visto ieri in pista nella 6 ore di San Paolo del WEC sia dovuto anche alla natura del tracciato di Interlagos. Lungo 4309 metri ed esteso su 15 curve, confrontato al precedente layout in uso fino al 1989, di ben 7874 metri e composto da rettilinei raccordati con curve ad alta velocità, risulta essere un tracciato più stretto.
Per questa ragione le occasioni di sorpasso tra prototipi Hypercar e LMGT3 possono essere più complesse, obbligando i concorrenti a maggiori azzardi.
Di fatto, tali azzardi si sono visti dalla partenza, con i piloti che non si sono risparmiati sacrificando parzialmente quelle che sono le possibilità di essere saggi amministratori della propria vettura. Brendon Hartley alla prima curva è protagonista di un dritto alla S do Senna, nel tentativo di attaccare la Toyota gemella numero 7. Dietro, si è assistito all’assalto delle Porsche Jota, arrivando appaiati in quattro alla prima frenata con Cadillac e Ferrari. All’inizio della seconda tornata, l’Alpine Renault numero 35 finisce in testacoda alla S do Senna nel tentativo di resistere all’attacco della vettura gemella guidata da Mick Schumacher.
Lotta senza esclusione di colpi anche nelle LMGT3
Se la classe Hypercar ha visto delle manovre decisamente aggressive nei primissimi passaggi, anche la classe LMGT3 ha potuto osservare momenti interessanti. Dopo nemmeno 15 minuti di corsa, un contatto alla frenata della Reta Oposta tra la Chevrolet Corvette Z06 GT3.R numero 81 di TF Sport e la Porsche 911 GT3 R (992) numero 91 di Manthey Racing ha regalato un brivido a tutti. La Corvette, chiudendo la porta dall’esterno alla Porsche, ha innescato un doppio testacoda. Nel rientrare, ha rischiato seriamente di essere tamponata dalle Hypercar che stavano sopraggiungendo.
Ulteriori contatti sono avvenuti nei minuti successivi, sia nella classe LMGT3 che nella hypercar. La collisione fratricida sulla Reta Oposta tra la Porsche Jota numero 12 e la Porsche Penske numero 6 è costata cara a quest’ultimo equipaggio, rallentato da una foratura. Nonostante ciò, il 2° posto finale con una strategia sulla falsariga di quanto attuato dalla Ferrari a Le Mans, ha consentito all’equipaggio di Vanthoor, Estre e Lotterer di poter allungare il proprio vantaggio in campionato.
Italia in disappunto, ma non tutto è così terribile
Tra i protagonisti per la contesa del primato, manca certamente la presenza delle case italiane. Ferrari, dopo il successo di Le Mans, ha avuto dalla sua parte un BOP sfavorevole, che in questo caso ha concesso a Toyota e Porsche di essere le vetture più competitive. Il fatto che le due marche siano sempre riuscite a raggiungere la top 5 in tutte le gare disputate dimostra una maggiore solidità ed esperienza.
Ferrari in questo deve ancora perfezionarsi, trattandosi comunque di un processo lungo e complesso. Anche loro si ritrovano con almeno un equipaggio all’interno della top 5 in gara. Tuttavia, in questa tappa non sono state in grado di essere un fattore determinante per il primato contro Porsche e Toyota, risultando la terza forza in griglia.
Lamborghini può essere certamente delusa a sua volta in generale. Il 17° posto assoluto rispecchia il difficile e lungo processo di adattamento da parte della casa di Sant’Agata Bolognese nella classe Hypercar. Quello che lascia maggiormente dispiaciuti è il risultato in classe LMGT3. Le Iron Dames si sono ritrovate fuori corsa dopo un principio d’incendio in pit lane, un grande dispiacere a seguito della pole position conquistata. Un fine settimana complicato per le Ferrari 296 GT3 di AF Corse con un 6° posto finale per l’equipaggio numero 55, mentre la vettura gemella numero 54 è ultima classificata a seguito di testacoda e una foratura nelle fasi iniziali.
Un’Italia che può sorridere
Tuttavia, vi è un’Italia che può ritenersi comunque soddisfatta alla fine della tappa carioca. Daniel Mancinelli, in equipaggio con Ian James e Alex Riberas sulla Aston Martin numero 27 di Heart of Racing Team, ha conquistato il 2° posto in classe LMGT3. Per il marchigiano, alla guida di un’Aston Martin Vantage GT3, è il terzo podio di carriera nel mondiale Endurance. Se prosegue di questo passo, potrà trovare certamente l’occasione di conquistare il suo primo successo di carriera nel WEC.
L’altra Italia che può sorridere è quella di Valentino Rossi alla guida della BMW M4 GT3 del Team WRT. In equipaggio con Ahmad Al Harthy e Maxime Martin, il 9 volte campione del mondo della MotoGP ha condotto una corsa regolare e poco appariscente, recuperando dal 12° posto in griglia e ottenendo così una top 5 incoraggiante. Dopo due ritiri consecutivi, per la squadra belga era un risultato necessario.
Da segnalare e fare un applauso anche alla Isotta Fraschini in classe Hypercar per i progressi svolti. La squadra, piccola nelle dimensioni rispetto alle grandi case costruttrici, ha saputo farsi valere nel fine settimana. Ha contenuto i distacchi generali e nelle prime fasi della corsa ha saputo contendersi la posizione con squadre maggiormente blasonate quali Lamborghini, Alpine, BMW e Peugeot. Un problema al motore ha posto fine alla giornata della squadra anzitempo. Tuttavia, può essere il primo segnale incoraggiante di progresso per una squadra nuova nel mondiale.
Dopo Interlagos, ancora America, stavolta in Texas!
A seguito della tappa di Interlagos, l’appuntamento venturo con il mondiale WEC sarà il primo di Settembre. La tappa, che avrà luogo sul Circuit of the Americas, sarà la Lone Star Le Mans. La manifestazione sportiva torna nel WEC dopo quattro anni di assenza, a seguito di sei edizioni disputate tra il 2013 e il 2020. In questo caso, cinque delle sei gare occorse al COTA hanno visto Audi e Porsche stabilire il primato sulla concorrenza.
Il quesito da porsi dunque è: Porsche e Toyota avranno modo di riconfermare la loro supremazia in pista? Oppure la Ferrari riuscirà a giocare il ruolo di terzo incomodo di lusso? Cadillac, BMW, Alpine, Lamborghini e Isotta Fraschini staranno a guardare? Nella classe LMGT3 invece la Porsche dovrà vedersi le spalle contro BMW, Aston Martin, Lamborghini, McLaren, Ford, Chevrolet Corvette, Lexus e Ferrari?
Tutto questo lo possiamo scoprire solo aspettando Settembre per avere risposte definitive.