In Italia, uno dei fiori all’occhiello dei campionati casalinghi da circa dieci anni a questa parte è il Campionato di Formula 4 Italiana. Era l’ormai lontano 2013 quando la FIA decise di creare la Formula 4, di fatto una categoria di raccolta dei campionati propedeutici alla Formula 3. Andò a regolamentare tutta una serie di campionati nazionali, ognuno diverso dall’altro, che si erano creati dopo l’abolizione delle varie Formula 3 nazionali. Ma perché quella Italiana è sotto ogni punto di vista la migliore?
La Formula 4 nel mondo
Sono circa una ventina i campionati di Formula 4 nel mondo al momento attivi. Fra di essi, oltre al nostrano, spiccano sicuramente quello britannico, francese, spagnolo, australiano, giapponese ed emiratino. Meno rilevanti sono quello del sud est asiatico, cinese, messicano, statunitense, danese, brasiliano, argentino e indiano.
Altri campionati hanno chiuso invece i battenti per carenza di iscritti, come quello australiano. In passato aveva visto la partecipazione di Liam Lawson e presto forse avrà vita nuova grazie ad investimenti cinesi. Altri sono scomparsi per non essersi adeguati alle normative della FIA che ne garantivano la certificazione, come quello del nord est europa. Assieme ad essi figura un altro campionato di tutto rispetto (il suo ultimo campione fu Kimi Antonelli) ovvero quello tedesco gestito da ADAC e secondo per fondazione dopo quello del Bel Paese.
Nelle ultime stagioni di vita esso era divenuto però una copia carbone di quello italiano per partecipanti o vincitori e nel 2023 fu definitivamente abolito. Dalle sue ceneri nello stesso anno fu creato il campionato di Euro4, una delle pochissime Formula 4 internazionali assieme alla F1 Academy (interamente dedicata alle ragazze).
Quantità, qualità e longevità
La Formula 4 Italiana è ritenuta dagli addetti ai lavori una delle migliori scelte per la formazione dei futuri piloti. Questo soprattutto per la qualità degli autodromi proposti, le condizioni climatiche e il grande numero di iscritti che vi sono ogni anno. Unito alla presenza di team di tutto rispetto (come Prema, VAR e Jenzer) che han fatto la storia delle categorie propedeutiche questo ne garantisce l’alta competitività.
Il campionato italiano è inoltre il più longevo ed il primo ad essersi adeguato alle normative FIA per ottenere la certificazione. Inoltre ben prima della fondazione della F1 Academy aveva visto la partecipazione di molte ragazze (addirittura in Formula Abarth, nome del campionato prima del cambio di regolamenti del 2014) e l’istituzione di un loro trofeo specifico.
La Formula 4 italiana, dal 2000 ad oggi, è stata inoltre la F4 a vedere il maggior numero di suoi ex partecipanti promossi in Formula 1. Ben 9 (Bearman, Antonelli, Norris, Schumacher, Doohan, Zhou, Giovinazzi, Latifi, Stroll) contro i 5 di quella britannica (Norris, Doohan, Russell, Piastri, Sargeant) o i 3 di quella francese (Vergne, Vandoorne, Gasly). Scendono addirittura ad 1 in quella giapponese (Tsunoda), o spagnola (Colapinto).
Continuità con la realtà dei kart in Italia
Di grande aiuto per l’affermazione e l’aumento di prestigio in questi ultimi anni è la grande connessione con il mondo dei kart italiani, specialmente la WSK Series. L’Italia è infatti da sempre una delle capitali mondiali del karting, se non addirittura il vero e proprio fulcro. Questo grazie alle piste di altissimo livello presenti sul territorio come quelle a Lonato o Adria. L’Italia è anche uno dei maggiori produttori di componenti per kart e la quasi totalità delle squadre a competere è italiana e gestita da italiani.
Se si aggiunge il clima particolarmente favorevole e non eccessivamente colpito da rovesci e la posizione centrale in Europa, è chiaro il motivo per cui l’Italia sia la prima scelta per i giovani che vogliono intraprendere un percorso professionistico nel motorsport. E allo stesso modo è comprensibile la scelta di proseguire questo percorso in Italia per dare un minimo di continuità alla loro vita già abbastanza frenetica limitando, per quanto possibile, ulteriori trasferimenti.