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Top 10 circuiti abbandonati – Parte II

Nel mondo sono moltissimi i circuiti abbandonati, ma qual è la loro storia? Da Pescara al Walt Disney World, ecco i migliori tracciati ormai in disuso.

Circuito di Pescara

Forse non tutti lo sanno, ma la città di Pescara ha ospitato un Gran Premio di Formula 1 nel 1957. La corsa, valevole per il campionato mondiale, non è stata il primo appuntamento motoristico rilevante ad essere ospitato a Pescara. Infatti, sullo stesso circuito, ha avuto luogo dal 1924 al 1961 la Coppa Acerbo. Inoltre, negli anni precedenti il 1957 e in seguito al Gran Premio di quell’anno sono state organizzate gare con vetture di Formula 1, ma non valevoli per il campionato.

Il circuito si snodava per le vie della città e tra le colline circostanti e da qualcuno è stato denominato il triangolo magico. Il soprannome viene direttamente dalla forma del tracciato, dotato di un lungo rettilineo su cui Fangio era riuscito a raggiungere i 310 km/h. Il particolare circuito italiano, dopo quasi settant’anni, rimane la pista più lunga utilizzata dalla Formula 1 con i suoi 25.579 km. La sua particolarità lo rendeva però un circuito difficile da tenere in sicurezza e molto dispendioso, proprio per questo con il passare degli anni, verso il 1961, venne abbandonato. 

Circuiti abbandonati
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Roskilde Ring

A metà degli anni ’50, Paul Tholstrup, un uomo d’affari di Roskilde, individua una cava di ghiaia abbandonata e ne finanzia la conversione in un autodromo, che diventa la prima pista permanente danese con l’inaugurazione del 5 giugno 1955. Il tracciato misurava solo 1.380 metri (nei primi due anni era anche più corto) e non possedeva un vero rettilineo ma solo curve raccordate tra loro, decorate da loghi degli sponsor.

Nel 1960 la fama della pista era cresciuta al punto da aprire alla possibilità di un GP di Danimarca con vetture di Formula 2, vinta da Jack Brabham. L’anno successivo ospita una gara extracampionato di Formula 1. Il circuito, ad ogni modo, era troppo corto per far parte del mondiale F1, ed il GP dal 1963 non ebbe seguito. Nel frattempo, con l’espansione della città, il circuito viene sommerso dalle denunce per i disturbi causati dal rumore, preludio alla definitiva chiusura del tracciato il 22 settembre 1968.

Crystal Palace

Il circuito di Crystal Palace sorgeva a Londra e venne utilizzato per anni in diverse competizioni motoristiche. Inaugurato nel 1927, ospitò fin dal primo anno corse motociclistiche e solo nel 1937 una gara automobilistica ebbe luogo al Crystal Palace. Il tracciato si snodava all’interno dell’omonimo parco e circondava un piccolo lago. L’anello attorno al lago venne rimosso durante la seconda guerra mondiale, quando il Ministero della Difesa lo requisì fino al 1953, impedendone l’utilizzo. Al termine del conflitto, le corse a Crystal Palace ricominciarono e vennero ospitate gare di Formula 2 e Formula 3. Proprio nel film “Rush” è rappresentato il circuito di Crystal Palace, nel momento in cui Niki Lauda e James Hunt si incontrano per la prima volta.

La struttura all’avanguardia fu purtroppo abbandonata in fretta per questioni di sicurezza: le modifiche necessarie risultavano troppo costose. Nel 1972, il Crystal Palace chiuse definitivamente i battenti e tutto quello che ne rimane ora sono pezze d’asfalto sparse per il parco.

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Continental Divide

Il Continental Divide è stato un impianto motoristico a metà strada tra Denver e Colorado Springs. Con il fallimento del primo finanziatore nel 1957, il milionario Sid Langsam si interessa alla struttura, che apre nel 1959, amata fin da subito dai piloti e dal pubblico. Tutti i maggiori organizzatori americani vanno al Continental Divide, comprese USAC e NASCAR. La pista non si ferma nemmeno dopo l’alluvione del 1965, viene riparata e torna in attività in brevissimo tempo. Tuttavia, un fatale incidente al Denver Post Grand Prix del 1969, porta il proprietario Langsam a disinteressarsi alle corse.

Il Continental Divide ospita per l’ultima volta l’Indycar nel 1970. Chiuso nel 1973 alla morte di Langsam, il tracciato viene riproposto sul panorama nazionale a partire dal 1978 con un nuovo proprietario, riuscendo anche a riportarci la NASCAR nel 1982. La pista viene infine demolita nel 1983 per fare spazio a nuove costruzioni immobiliari, che ancora oggi, però, non sono state realizzate.

Jacarepaguà 

Situato nei pressi di Rio de Janeiro, il circuito brasiliano doveva il suo nome al quartiere in cui sorgeva. Era stato inaugurato nel 1977 per essere usato per le gare motociclistiche e qualche anno dopo venne intitolato a Nelson Piquet. Il tratto caratteristico della pista era il luogo in cui sorgeva, ovvero a poca distanza da una palude. La posizione rendeva la zona molto umida e di conseguenza i motori meno potenti. A Jacarepaguà si sono corsi nove Gran Premi di Motogp, dal 1955 al 1997 e dal 1999 al 2004, mentre la Formula 1 ha gareggiato sulla stessa pista dieci volte, nel 1978 e dal 1981 al 1989. Nel 1990, la F1 si spostò ad Interlagos, e il circuito di Jacarepaguà ospitò solamente alcune formule nordamericane. La sua demolizione avvenne nel 2012, a favore dei lavori per le Olimpiadi di Rio del 2016.

Bridgehampton

Le gare nel Long Island erano già iniziate nel 1915 su strade pubbliche, e così sono andate avanti fino al 1953, quando nel New York terminano le gare su strada. La città di Bridgehampton inaugura così un impianto permanente nel 1957, nonostante l’avversità dei cittadini che avevano comprato casa nelle vicinanze. La pista cresce in fretta, ospitando soprattutto gare di vetture sportive, in particolare endurance. Tuttavia, le limitazioni allo sviluppo della struttura, dovute proprio all’insistenza delle lamentele dei cittadini, portano la pista ad affrontare gravi difficoltà economiche.

L’impianto non opera dal 1984 al 1986, riaprendo poi con un nuovo proprietario nel 1987. Gli investimenti restano comunque limitati e le ore di funzionamento consentite eccessivamente ridotte. Inoltre, per buona parte dei piloti la posizione era scomoda, e così l’affluenza rimase sempre scarsa. L’ultima gara risale al 1997, poi la pista è stata convertita in un campo da golf.

Paramount Ranch Raceway

Il circuito Paramount Ranch sorgeva all’interno di un grande ranch californiano ideato per volere dei Paramount Studios. Inaugurato nel 1956, ha ospitato per anni diverse corse automobilistiche. In totale, sulla pista del Paramount Ranch, si disputarono sette gare: cinque organizzate dal California Sports Car Club e due dal US Auto Club. La chiusura del circuito avvenne in seguito a due incidenti mortali. Infatti, la pista ricca di curve e sterzate non era considerata particolarmente sicura e a confermalo furono le morti di Hugh Woods e Jim Firestone. In realtà, nelle poche gare ospitate dal Paramount Ranch, erano stati numerosi gli incidenti e proprio per questo fu abbandonato. Oggi sono visibili solo i resti della pista, che è andata quasi del tutto distrutta, insieme al parco, durante il famoso incendio “Woolsey Fire” del 2018. 

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Oran Park

L’Oran Park Raceway è stato un amatissimo circuito che sorgeva nella periferia sud-ovest di Sydney. Inaugurato nel febbraio 1962, era in origine lungo 1,6 km. Nel 1974 viene esteso a 2.62 km per adattarlo alle richieste di competizioni di livello nazionale e internazionale. La struttura riesce ad espandersi al punto da dotarsi di una pista da motocross e una striscia d’accelerazione, oltre a una pista su terra.

Fino alla sua chiusura, l’Australian Touring Car Championship, e poi il Supercars Championship hanno fatto tappa qui. Per due volte vi si è corso il GP d’Australia negli anni ’70, quando ancora faceva parte del calendario di Formula 5000. Inoltre, nel 1988 e 1989 , il mondiale Superbike ha scelto Oran Park come sede della gara australiana. Come abbiamo visto spesso in questo articolo, però, l’espansione delle città porta a sacrificare molti autodromi, e l’Oran Park non fa eccezione. Esso viene chiuso nel gennaio 2010 dopo la realizzazione di un modello 3D per i simulatori di guida.

Circuito di Riverside

Il circuito di Riverside si trovava nell’omonima località, in California, e aveva la particolarità di cambiare configurazione in ben quattro modi differenti: il circuito lungo, quello più corto, il tracciato per le gare NASCAR e un piccolo ovale. Secondo i disegni originali, un secondo circuito più piccolo sarebbe dovuto essere aggiunto a quello originale, ma di fatto il progetto non venne mai attuato. Per diversi anni Riverside ha ospitato importanti corse automobilistiche: nel 1960 venne corso su questo circuito un Gran Premio di Formula 1 e Riverside rimase tappa fissa del campionato NASCAR dal 1958 al 1988.

Nel 1983 l’impianto venne venduto all’ex commentatore della NASCAR Fritz Duda, che decise di costruire un centro commerciale dove sorgeva la pista. Nel 1989 Riverside venne chiuso definitivamente e due anni più tardi fu inaugurato il centro commerciale. 

Walt Disney World

L’idea nacque nel 1994 per opera della IMS Events, organizzatore della rinnovata Indy Racing League. La pista si è rivelata da subito peculiare, disegnata per adattarsi bene ad un sistema stradale preesistente. Inoltre l’impianto era caratterizzato dall’assenza di strutture permanenti, l’idea era di fornirne alcune durante gli eventi da smontare subito dopo, come avviene nelle piste cittadine. Il 27 gennaio 1996 nasceva qui la Indy Racing League e due gare di NASCAR Truck Series si tennero nel 1997 e nel 1998.

Ma l’obbligo di correre a gennaio, secondo accordi con la Disney, forzava i team a interrompere i test pre-stagionali, portando gli organizzatori ad abbandonare la pista nel 2001, lasciandola solo come sede per i test. L’icona della NASCAR Richard Petty ha gestito la sua Driving Experience qui fino al 2015, dando al pubblico la possibilità di guidare una vettura NASCAR. L’epilogo arriva quando, per ordine dei proprietari del parco, la pista viene demolita per espandere il parcheggio.

Olivia Carbone e Aldo Coletta

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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