Durante il primo weekend della stagione vige solo una regola: non vincere. La maledizione della prima gara non sbaglia (quasi) mai e tifosi lo sanno bene, mentre si spende il primo fine settimana di gara tra la speranza di prendersi il primo posto e quella di rimanere nascosti.
A Max Verstappen, della scaramanzia, non è mai fregato nulla. Nemmeno oggi. Quindi eccomi qui, a scrivere con in sottofondo l’inno olandese che ormai conosco a memoria. La Red Bull si è portata a casa la prima doppietta, trenta secondi di vantaggio dall’Aston Martin in terza posizione, una gran quantità di punti, la gloria e… La maledizione.
Charles Leclerc infatti, durante la gara, ha proprio lanciato il peso della maledizione (che l’anno scorso era caduta su di lui) nella monoposto di Verstappen. Poi si è ricordato che l’anno scorso il numero 1 si era ritirato in Bahrain e a fine stagione aveva vinto il mondiale, quindi ha parcheggiato. La scaramanzia è una cosa seria.
Forse in Ferrari la storia della maledizione ha dato un po’ alla testa: va bene non vincere, ma non c’era bisogno di perdere anche il podio! Fernando Alonso ringrazia, se la ride e si sente di nuovo negli anni ’10 del 2000, quando le Red Bull che inseguiva erano guidate da Webber e Vettel, ma la fame di vittoria era la stessa.
Che midfield sia
Va bene, basta parlare delle prime posizioni. Le avete viste tutti; io sono qui per illuminarvi sul fondo griglia, dove son successe cose… Particolari. Iniziamo con il ritiro di Piastri, il rookie che ha abbandonato la gara dopo appena venti tornate. Non disperare Oscar, meglio un ritiro che affrontare la sofferenza di Lando Norris, che ha passato il Gran Premio dentro e fuori dalla pitlane, cambiando tutte le mescole prodotte dalla Pirelli, tanto che i produttori di pneumatici ne stanno già commissionando altre per il prossimo GP. Sì, meglio un ritiro.
“Meglio un ritiro” lo dice anche Esteban Ocon, che dopo aver totalizzato sessanta secondi (iperbolici) di penalità si arrende e si ritira. Forse se passi troppo tempo con Pierre Gasly gli dei delle penalità si accaniscono anche nei tuoi confronti.
Dovrei parlare di altro di particolarmente rilevante e tragicomico? Cosa mi dite? Dovrei parlare di Lance Stroll? No, cari lettori, non posso. Niente del weekend di Stroll ha fatto ridere, né ha strappato un sorriso a qualcuno, se non quando è sceso dalla macchina al termine della corsa. Non tutto può essere inserito nel report ironico.
Questa gara è stata un’incognita e mi ha destabilizzato, privandomi delle poche certezze che avevo. Vorrei dirvi che aspetto l’Arabia Saudita con ansia, cari lettori, ma forse non lo faccio. Forse questo chaos è stato abbastanza per tutto l’anno.
No, non posso fare questo a Mult1formula. Ci vediamo a Jeddah!