Alonso ha corso la Indy 500 nel 2017, nel 2019 e nel 2020, in speranza di ottenere l’immaginaria Tripla Corona, l’illusorio trofeo concesso ai piloti vincitori del Gran Premio di Monaco, della 24 ore di Le Mans e della Indy 500. Eppure, i sentimenti che Alonso ha provato per la celebre gara statunitense non sono mai stati ricambiati.
La deludente McLaren
Il ritorno in McLaren di Fernando Alonso nel 2015 non gli ha regalato grandi emozioni: la power unit marcata Honda non si è dimostrata all’altezza delle aspettative della scuderia inglese e del pilota asturiano. Il due volte campione del mondo aveva un disperato bisogno di nuovi stimoli, nuove sfide, opportunità che lo incalzassero e lo mettessero alla prova. Per questo motivo, Alonso ha preso una decisione a dir poco ambiziosa: assentarsi dal Gran Premio di Montecarlo del 2017 per partecipare all’Indy 500. Le parole di Fernando a riguardo sono state queste:
“Se voglio essere il miglior pilota del mondo ho due opzioni. O vinco otto mondiali, uno più di Michael, ed è improbabile, o vinco in serie diverse, nelle gare più importanti al mondo ed essere un pilota che riesce a competere in serie diverse su macchine diverse.”
Indy 500 del 2017: lo spagnolo non ha niente da perdere
E così, il 3 maggio 2017, Fernando Alonso sale a bordo della Dallara-Honda DW12 con l’ambizione di chi sa di non avere niente da perdere. Nonostante ricoprisse il ruolo di rookie in questa serie, l’asturiano non demorde e ottiene la quinta posizione in qualifica, dimostrandosi preparato e pronto a tutto. In gara lo spagnolo continua a dimostrare la sua destrezza, percorrendo ben ventiquattro giri totali in testa, fatto sbalorditivo considerando il suo status da rookie. A ventuno giri dalla bandiera a scacchi, però, il motore Honda che accompagna Alonso anche negli USA perde potenza, e lo lascia a piedi, costringendolo così ad accontentarsi di un 24º posto.
La mancata qualificazione del 2019
Nel 2019, il due volte campione del mondo decide di ritentare in Indy 500, avendo alle spalle il mondiale Endurance e la vittoria delle 24 ore di Le Mans. L’asturiano è ancora accompagnato dalla McLaren, ma questa volta la power unit è fornita da Chevrolet. Anche questa volta, tuttavia, il pilota spagnolo è costretto a tornare a casa col cuore spezzato. L’inesperienza del team McLaren, l’incidente durante le prove libere e una foratura causata da un detrito in pista sono gli ingredienti del disastro che condannarono Alonso all’esclusione dalle 33 vetture partecipanti all’Indy 500 del 2019.
L’ultima volta a Indianapolis
L’ultimo tentativo di Fernando di vincere l’Indy 500 è stato nel 2020. A questo giro, Alonso porta con sé una seconda vittoria a Le Mans, un secondo campionato Endurance, e la vittoria delle 24 ore di Daytona. Nulla sembra poter interferire tra Alonso e il suo sogno di ottenere la Tripla Corona, fino ad oggi vinta esclusivamente da Graham Hill. Nel frattempo, nell’aria già si sentivano sussurri di un clamoroso ritorno dell’idolo spagnolo in Formula 1. L’asturiano è pronto a dare tutto sul circuito ovale di Indianapolis per ottenere ciò che vuole e cementificarsi nella storia del Motorsport. Eppure, nel suo ultimo tentativo, Alonso si qualifica a malapena 26º, sempre al fianco di McLaren, ed è costretto a partire in nona fila. In gara, sorpassa la bandiera a scacchi al 21º posto, molto indietro rispetto al vincitore, Takuma Sato. E così si conclude l’avventura in Indycar di Fernando Alonso: con tanta amarezza e un sogno infranto.
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