Archiviata la pratica australiana, la Formula 1 torna protagonista questo weekend con il Gran Premio del Giappone valevole come 4° tappa del mondiale edizione 2024.
Le premesse alla vigilia: Gran Premio del Giappone
La realtà del Sol Levante apre le proprie porte al Circus e si prepara ad ospitare la 38° edizione del gran premio nipponico, un appuntamento storico e da sempre affascinante, non solo per la natura tecnica del tracciato, ma soprattutto per la propria imprevedibilità a gara in corso che – spesso – ha eletto diversi vincitori e decretato, ben 11 volte, un nuovo campione del mondo.
La Ferrari, dopo il trionfo maturato a Melbourne, è chiamata a riconfermarsi anche a Suzuka, con una SF-24 che – rispetto alla vettura della scorsa stagione, risulta essere ben bilanciata, senza reali punti deboli o punti di forza predominanti. L’obiettivo sarà quello di infastidire – nuovamente – la Red Bull di Verstappen, reduce da un ritiro cocente in Australia e voglioso di ritornare alla vittoria con la propria RB-20.
Anche per McLaren, reduce dal primo podio stagionale con Norris e un’ottima performance di Piastri, Suzuka rappresenta un banco di prova interessante dove poter mettere a nudo il potenziale “grezzo” della monoposto papaya, ancora carente in certi aspetti, in particolar modo, nelle curve più lente dove si evidenzia un forte sottosterzo e lungo i rettilinei, dove l’efficienza del DRS e la velocità di punta risultano alquanto problematici.
Vediamo insieme quali sono i segreti che si celano dietro alla pista giapponese e quali sono le previsioni meteo indicate per il 4° appuntamento stagionale!
Identikit della pista: Gran Premio del Giappone
Da sempre amata dai piloti, la pista di Suzuka vanta una certa armonia e tecnica che la rendono uno dei tracciati più completi e complessi del mondiale. In grado di restituire un feedback razionale sui valori messi in campo di ciascuna monoposto schierata in griglia, il tracciato nipponico può sentenziare non solo sulla bontà dei singoli progetti dei team, ma anche mettere a dura prova il talento dei diversi timonieri in lotta tra loro per la conquista del tanto ambito mondiale.
Il circuito di Suzuka vanta una lunghezza di 5807 metri e si articola in 18 curve complessive, 10 a destra e 8 a sinistra. 53 sono, invece, i giri previsti per tagliare il traguardo questa domenica.
L’impianto sportivo, di proprietà della Honda, si contraddistingue per la sua forma inusuale che ricorda il numero 8 grazie alla presenza di un sottopassaggio e di un cavalcavia. Ciò rende la pista nipponica una delle poche ad essere percorribili sia in senso orario che antiorario.
Il layout propone un mix di curve lente come il tornante dell’Hairpin e pieghe velocissime quale la celebre 130R che rendono il tracciato completo da un punto di vista tecnico.
Gli aspetti tecnici:
Suzuka non rappresenta una minaccia per l’impianto frenante Brembo delle vetture in quanto le frenate da effettuare in un giro sono solo 10 con una decelerazione inferiore a 60 km/h. D’altro canto, invece, si registrano consumi elevati di carburante e alti livelli di usura e degrado gomma, dovuti alla natura abrasiva e al grado di ruvidità dell’asfalto nipponico. Le gare, per questo motivo, si sono sempre sviluppate su due soste, anche se, quest’anno, potrebbero essere rimescolate le carte in tavola per via delle temperature più basse tipiche del mese di Aprile rispetto a quelle più calde registrate in Ottobre. Tale variabile potrebbe mitigare il degrado degli pneumatici e rendere più plausibile l’idea di effettuare una sola sosta in gara.
L’autodromo giapponese è esigente anche in termini di set-up. Sarà opportuno proporre un set-up equilibrato per essere competitivi in tutti i punti del tracciato e sbloccare ottima trazione, grip, stabilità e velocità utili per garantire anche rapidi cambi di direzione a livello delle gomme.
Vista la quasi assenza di rettilinei, Suzuka propone una sola zona DRS per i piloti, disponibile 50 metri prima della curva 16.
Considerazioni Pirelli e previsioni meteo:
Come menzionato in precedenza, Suzuka si traduce in un vero e proprio calvario per gli pneumatici impiegati nel weekend, con importanti forze e carichi longitudinali che riducono, drasticamente, la vita e la gestione delle gomme, in particolar modo, di quelle posteriori.
Per questo motivo, la Pirelli opta per il tris di mescole più duro, il medesimo utilizzato nella gara inaugurale di quest’anno in Bahrain. A disposizione di squadre e piloti avremo i seguenti treni:
- 2 set di gomme hard C1
- 3 set di gomme medium C2
- 8 set di gomme soft C3
Le previsioni meteo portano tempo incerto per tutto il weekend con alte probabilità di rovesci nella giornata di domenica e temperature che oscillano tra i 15 e i 17°. Prove libere e qualifiche saranno svolte sotto un cielo particolarmente nuvoloso e instabile.