RedBull incassa la seconda sconfitta stagionale nella gara di Miami.
Se il campione del mondo in carica ha trionfato in sprint race, con Perez a chiudere il podio, lo stesso non è successo in gara.
A Miami è arrivata la prima vittoria in carriera di Lando Norris e Max Verstappen – e la scuderia RedBull con lui – si è visto soffiare via il gradino più alto del podio per la seconda volta in questa stagione. Non arriva nemmeno al gradino più basso il suo compagno di squadra, che non riesce a prendere la posizione sulla Ferrari di Charles Leclerc e che ottiene il quarto posto solo nella notte, quando la FIA comunica una penalità a Sainz per un contatto con Piastri – facendolo così slittare in quinta posizione e favorendo il messicano.
Una sconfitta, a differenza di quella in Australia, sulla pista. Un auto che, a detta di Super Max, non performava come a suo solito. Forse anche un caso fortuito, dato da una Safety Car entrata al momento giusto per Norris, che lo ha agevolato nel fare il suo pit stop senza rischiare di perdere la posizione e facendolo rientrare – tra l’altro – davanti alla Safety.
Ma con i se e con i ma – ha lasciato intendere Max in conferenza post gara – si fa poco, nello sport e nella vita.
Quanto deve temere RedBull le McLaren e le Ferrari?
Non preoccupa, forse, in questo momento questa sconfitta. Ma è un passo falso sicuramente. Un passo falso con davanti una McLaren con pacchetto aggiornamenti completo che performa e performa bene. Un passo falso con una McLaren con pacchetto aggiornamenti a metà che probabilmente, senza il contatto con la Ferrari numero 55, sarebbe arrivata in top 5.
E con le due Ferrari che gli aggiornamenti non gli hanno ancora portati ma che hanno dimostrato di esserci, di poter stare li.
Abbiamo visto un Leclerc che, senza sessione di libere, ha conquistato il secondo posto in sprint shootout, il secondo posto in sprint, la seconda casella in qualifica e il terzo gradino del podio. E un Carlos Sainz che era lì e che senza penalità sarebbe stato davanti alla RedBull di Perez.
Sappiamo, però, che un weekend storto può capitare anche ai migliori. Non siamo tuttavia abituati a vedere Max ammettere che il suo razzo non andava come suo solito.
Quando al tre volte campione del mondo viene chiesto che differenze ha sentito nella performance della sua auto tra il sabato di sprint e la domenica di gara, ha ammesso che in realtà non si è sentito totalmente a suo agio per tutto il weekend. In effetti, in qualifica, quando si è aperto in radio è suonato anche molto sorpreso di essere riuscito a mettere la sua monoposto in pole – forse un presagio della sconfitta imminente.
Una sconfitta, comunque, tra virgolette perché il secondo posto è stato comunque suo. Quel podio non l’ha abbandonato, non a Miami.
“Sulle medie era ancora ok, ma sulle hard era un disastro. Bassa aderenza, un bilanciamento complicato nella bassa velocità, tanto sottosterzo ad alta velocità. E quando hai queste difficoltà è complicato, semplicemente guidavo con il grip che avevo e non era molto” ha poi detto.
E poi la domanda che probabilmente tutti ci siamo fatti.
Senza il pit stop in Safety che ha favorito Lando, l’inglese avrebbe comunque vinto?
E Max, senza troppi giri, ha ricordato che è sempre un se, un se, un ma. Ma è come vanno le corse. A volte va bene a te, a volte no.
Ma è della RedBull che stiamo parlando. Ed è di un weekend storto che stiamo parlando. Certo è che quest anno sembra che la concorrenza stia arrivando. E finalmente abbiamo avuto una gara che ha intrattenuto, senza finali troppo scontati.
Il fattore Checo
Potrebbe preoccupare, invece, il fattore Sergio Perez. Checo al momento occupa il secondo posto nella classifica piloti, ma Leclerc non è troppo lontano. Sono solo cinque, infatti, i punti che separano il messicano e il monegasco.
Un ritiro di Checo e Charles che finisce la gara a punti e il sorpasso potrebbe tranquillamente avvenire.
Perez che domenica ha rischiato di far finire la gara a lui e al suo compagno prima del previsto.
Una partenza tutt’altro che tranquilla, con Checo che chiude pericolosamente vicino a Max e che – come anche Verstappen ammesso in conferenza – sarebbe potuta concludersi in un disastro, per i piloti e per il team.
“Ho girato e l’ho visto chiudere. E ho controllato dopo la gara, c’era come un graffio sul mio diffusore. Quindi qualcosa deve averlo toccato. Era davvero vicino” ha così parlato Max dell’accaduto.
Una gara sicuramente complicata per Perez, che si è così espresso a riguardo: “In generale è stata una gara complessa, specialmente al via quando sono andato all’interno e ho quasi rischiato di prendere Max. Non c’era grip, cosa che non ci aspettavamo e ho finito per perdere anche la posizione da Piastri che ha danneggiato le mie gomme nel primo stint. Le temperature si sono alzate e ho faticato a risalire perché mancava un po’ di passo. Abbiamo faticato con entrambi i set di medie, alla fine è andata un po’ meglio ma non è stato sufficiente per risalire. Sapevamo che McLaren sarebbe stata forte e non abbiamo avuto il loro passo. Abbiamo fatto dei cambiamenti durante la notte che, a posteriori, non si sono rivelati giusti, quindi dovremo analizzare le cose per tornare più forti ad Imola”.
Imola, dove Ferrari potrebbe arrivare con un pacchetto aggiornamenti sulle sue monoposto, farà da palcoscenico a RedBull.
Sarà li che i campioni del mondo in carica dovranno dimostrare a tutti che è stato solo un caso.
È ad Imola che dovranno staccare di nuovo la concorrenza.
Perché è questo che tutti si aspettano.
Ma il motorsport è imprevedibile.
A volte va bene a te, altre no.