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Quanto è dura rimanere a galla?

Ma quando è dura rimanere a galla?

Esiste un intervallo che precede la nuotata: è quello dell’immersione, attimo in cui, dopo il tuffo, si è totalmente sott’acqua e si spinge per tornare a galla al più presto. Non sempre il momento del contatto con l’acqua è piacevole: ci si ritrova in profondità in pochi istanti. E, in quel frangente, si è soli con sè stessi. In superficie c’è una corsa da fare, delle vasche da completare. E, ad un certo punto, anche solamente galleggiare sembrerà impossibile.

Lo scorso dicembre avevamo lasciato Lewis Hamilton in forma smagliante, vicino alla sua immagine di 7 volte Campione del Mondo. Alla fine era lì, a lottare per le prime posizioni e per il titolo, che è sfumato proprio all’ultimo giro, ad Abu Dhabi. Fu il giorno in cui, tra l’adrenalina generale, il paddock della Formula Uno si è ricordato che, clamorosamente, anche i campioni perdono.

Ci furono settimane e settimane di silenzio da parte di Hamilton: ha tolto il follow a tutti i VIP della Formula Uno (e non solo), ha cancellato tutte le interviste, non ha partecipato a nessun evento. Per poi riapparire, sui social, qualche giorno prima dell’inizio dei test pre-stagionali: “I’ve been gone. Now I’m back!

Ma la positività e la voglia con riscatto si sono presto scontrate con la cruda realtà della pista. La Mercedes, con il nuovo cambio di regolamento, ha avuto un calo prestazionale: la W13 non è come le monoposto costruite negli anni passati dal team tedesco. Eppure, con il passare delle gare sembra chiaro che ci sia anche un altro problema oltre la macchina.

Il confronto con il nuovo compagno di box, George Russell, è stridente. Il neo pilota Mercedes, infatti, è l’unico pilota di questo 2022 che è riuscito nelle prime quattro gare ad arrivare sempre nelle prime cinque posizioni. Hamilton, invece, nell’ultimo Gran Premio, a parità di macchina, ha tagliato il traguardo tredicesimo, fuori dalla zona punti.

Toto Wolff, alla fine della gara, accende la radio: “Lewis, scusa per quello che hai dovuto guidare oggi. So che questa macchina era inguidabile e questo non è quello che meritiamo di ottenere come risultato. Ripartiremo da qui, ma questa è stata una gara terribile. Verremo fuori da tutto questo“.

Vuol sostenere Lewis mentalmente (…) …è sicuramente molto intelligente, ma non corrisponde del tutto alla verità.” Commenta Nico Rosberg.

Lewis lo ritroviamo là: in quel momento sott’acqua, dopo il tuffo, ma prima della performance.

In quel momento in cui si è soli con sè stessi e la mente pensa a chissà cosa. Lewis non ha ancora lasciato i blocchi di partenza, si trova ancora ancorato al fondo, sta aspettando ancora di risalire a galla. E forse è giusto così.

Per il pluricampione britannico non è stato semplice provare a rialzarsi dopo quanto accaduto lo scorso dicembre, e non è scontato che, a 37 anni, sia ancora qua a lottare contro la nuova generazione.

E mentre gli altri parlano, giudicano, dicono di prevedere un imminente ritiro, Lewis Hamilton zittisce tutti con poche, sante, parole: “Working on my masterpiece, I’ll be the one to decide when it’s finished.”

Il britannico quindi promette davvero un ritorno: non ha mai mollato il suo sogno, quello di lottare per l’ottavo titolo, che lo consacrerebbe come il più forte pilota di tutti i tempi nell’Olimpo della Formula Uno. Ma attenzione Lewis: a stare troppo sott’acqua si rischia di affogare.

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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