Il porpoising, che sembrava essersi ridotto, ha ripreso a dare problemi. Al GP di Baku, anzi, è quasi protagonista. Dalle Mercedes di Russell ed Hamilton alle monoposto Ferrari, sembra non voler risparmiare nessuno.
Baku, nonostante sia una pista cittadina, è parecchio veloce e più velocità implica più saltellamento. Così, quando sembrava vedersi la luce in fondo al tunnel, si torna punto a capo. Vediamo assieme perché il porpoising è tornato e cosa ne pensano i diretti interessati, i piloti.
Il porpoising a Baku mette molto in difficoltà: perché è tornato?
Mercedes, Ferrari, Alpha Tauri…Per citare alcune tra le scuderie che hanno sofferto il porpoising nelle prove libere e le qualifiche di Baku. Magnussen ha lamentato problemi ai nervi, Hamilton dolore alla schiena. Alonso, così come l’inglese, si aspettava già un ritorno del porpoising proprio qui a Baku. Perché, quando a Barcellona e Monaco sembrava quasi non esserci più, ora si è ripresentato agli stessi livelli d’inizio stagione?
Partiamo dal fatto che Baku, pur essendo un tracciato cittadino, raggiunge velocità incredibilmente elevate. Specialmente nell’ultimo lungo rettilineo. Così, nonostante il porpoising sembrasse scomparso, in Azerbaijan è tornato a infastidire – e non poco.
La motivazione di questo non gradito ritorno potrebbe essere dovuta al particolare layout della pista, con il suo lungo rettilineo già citato e al fatto che – appunto – si raggiungono velocità elevate per il tipo di pista. Proprio per ciò i team prediligono un assetto aerodinamico più scarico per migliorare la velocità, diversamente da ciò che si fa per Barcellona e Monaco. Questo comporta un maggiore schiacciamento della vettura sull’asfalto, che porta appunto al porpoising.
Mercedes è quella con più problemi, perché è scesa in pista con un ala posteriore a basso carico che permette sicuramente più efficienza ma espone – tuttavia – maggiormente al problema.
Le sensazioni dei piloti Mercedes
“La cosa più dura del venerdì è stato il porpoising. Prendiamo velocità parecchio elevate alla fine e si saltella troppo” aveva già constatato Lewis Hamilton al venerdì. Sabato, poi, ai microfoni di Sky Sport ha parlato così: “È complicato, la nostra macchina continua a saltellare – e lo abbiamo visto – e questo rende la vita molto difficile. Io ho dato tutto quello che potevo però anche in rettilineo, quando entriamo nelle curve veloci, la macchina saltella così tanto“.
“È parecchio intenso“. Continua poi “In prova non sono riuscito a terminare la simulazione gara a causa del dolore alla schiena, e oggi ancora tanto dolore. C’è anche tanto effetto bottoming, ovvero il fondo che tocca, e questo ci penalizza molto in gara. Il long run sarà parecchio difficile“.
Anche il suo compagno di team, George Russell, si è espresso a riguardo. Secondo lui, i vertici della Formula 1 dovrebbero assolutamente trovare qualche soluzione concreta per ridurre questo bouncing elevato nelle vetture moderne. “Credo questo problema si ponga per tutti e così non è per niente comodo guidare” ha affermato “Non so cosa il futuro abbia in programma per questa generazione di auto, ma non riesco a vederci in grado di – o non credo sia giusto – guidare così per i prossimi quattro anni o quanti saranno“.
Un problema, dunque, a cui è necessario trovare una soluzione in fretta.
Problema porpoising al GP di Baku anche in Ferrari
Il problema porpoising sta infastidendo anche la Ferrari durante il weekend del GP di Baku, infastidendo in particolare Carlos Sainz. Il pilota spagnolo ha dichiarato, infatti, che “è stata una sessione di prove dura, per la velocità e i saltelli. Con queste nuove auto qui a Baku si saltella parecchio. Oggi ho faticato molto per questo fenomeno ed è qualcosa che da davvero fastidio, e toglie anche un po’ di sicurezza alla guida”.
Charles Leclerc, che ha ottenuto una super pole position , ha anche sofferto abbastanza per questo fenomeno e si poteva vedere bene grazie all’ausilio della helmet camera.
Un porpoising, quindi, che a Baku non sta risparmiando nessuno. Alle 13 di oggi la gara, nella speranza che i piloti riescano ad avere ancora buone performance nonostante la condizione di guida difficile che influisce anche sulla condizione fisica.