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Super Fernando Alonso, il graffio della tigre

Sembra non invecchiare mai Fernando Alonso. Non sente chi gli dice che è l’ora di fare spazio ai giovani, non si cura dei limiti della sua macchina, non smette di sognare vittorie e titoli. Fa da maestro sì, forse si è addolcito nel corso degli anni. Ma continua ad essere super esigente con la sua squadra e con il suo compagno di box, Esteban Ocon, più giovane di 15 anni.

E così ieri notte, a più di 40 anni, ha conquistato di nuovo la prima fila dopo quasi 10 anni, dal Gran Premio di Germania del 2012.

È stato un po’ il guastafeste dei piani Ferrari, che puntava alla pole o, almeno, ad una seconda posizione per provare ad infastidire Verstappen, dato che Leclerc partirà dalla diciannovesima piazza. Eppure, all’ultimo tentativo del Q3, Fernando ha beffato il connazionale Carlos Sainz di poco più di un decimo.

E Jacques Villeneuve che gli chiede “Cosa farai domani?”, lui risponde così: “Attaccherò Verstappen alla prima curva”.

El matador non è morto. Anzi, non se ne è mai andato, nonostante le sfortune ed i periodi neri.

La costante voglia di mettersi in gioco, in ogni campo dalla Dakar a Le Mans. Non aver paura di guardare in faccia l’avversario, che abbia 20 o 40 anni, che sia il primo arrivato o un campione che ha vinto più di lui.

Quello che abbiamo visto ieri sera è un Fernando ben diverso da quello che descriveva Francesca Michielin, nella sua Alonso. Un uomo che aveva perso la via del successo, ma che è sempre rimasto speciale. Fernando Alonso adesso è tornato sulla via della vittoria, della soddisfazione.

E quando stasera ci sarà il via dei semafori, davanti non avrà nessuno. Dopo quasi dieci anni, a più di quarant’anni. Cercherà di sorpassare l’ultimo campione del mondo che di anni ne ha 24. Questo è il graffio della tigre.

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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