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Addio a Dietrich Mateschitz, padre della Red Bull

Nel weekend del ritorno della Red Bull, il suo team, sul tetto del mondo, Dietrich Mateschitz si è spento dopo una lunga malattia all’età di 78 anni. Da una lattina all’albo d’oro della Formula Uno, fino ad un patrimonio di 25 miliardi di dollari: Mateschitz era un visionario che ha saputo mettersi in gioco e investire costantemente.

Eppure, se vi raccontassimo la storia della nascita di uno dei marchi più amati del mondo, forse non ci credereste. Genio del marketing (il vero motivo che lo porterà a scegliere gli sport estremi come miglior sponsor per il proprio prodotto), in uno dei suoi viaggi d’affari in Thailandia, Dietrich scopre il Krating Daeng, in maniera del tutto casuale! Parlando con il taxista che lo stava accompagnando all’albergo, l’austriaco si lamenta della stanchezza provocatagli dal jet lag. Ed è così che l’uomo gli presenta questa bevanda energetica lanciata in Thailandia negli anni Sessanta e molto diffusa tra la classe operaia perché in grado di combattere la stanchezza degli estenuanti turni di lavoro.

Dietrich sorride: pochi giorni dopo incontrerà Chaleo Yoovidhya, creatore originale della bevanda. E il resto è storia.

Nasce così la Red Bull e da subito l’imprenditore austriaco si butta nel mondo del motorsport per sponsorizzare la sua creatura. Gerhard Berger fu il primo pilota ad essere sponsorizzato dall’azienda nel 1987, ma la presenza dei due tori aumentò in Formula Uno nel 1995, quando la Red Bull diventò main sponsor della Sauber. E poi ancora: nel 2004 nasce la Red Bull Racing, ex Jaguar. Poi, nel 2005, rilevando il team Minardi, approda in Formula Uno anche la Scuderia Toro Rosso, team satellite (ora AlphaTauri proprio per sponsorizzare la nuova linea moda della Red Bull).

Nel frattempo, l’impero di Dietrich Mateschitz arriva anche nel mondo del calcio. Diventa infatti “padre” di molte squadre: dalla Red Bull Salzburg alla Red Bull Brasil, fino al club tedesco RB Leipzig.

Red Bull e Formula Uno: una storia vincente

In Formula Uno, la Red Bull riscrive le pagine del motorsport. Sono gli anni del dominio del tedesco Sebastian Vettel che, in poco tempo, macinerà record su record. La squadra austriaca fa doppietta di titoli, piloti e costruttori, per 4 anni consecutivi, dal 2010 al 2013. Sebastian Vettel è ufficialmente “uno dei piloti più forte di sempre”. Ma quando, nel 2014, la Ferrari lo chiamò, il tedesco non ci pensò due volte: una scelta che condannerà tutta la sua carriera.

La Red Bull torna nella storia nel 2021: il giovanissimo Max Verstappen soffia l’ottavo titolo mondiale a Lewis Hamilton, all’ultimo giro ad Abu Dhabi. Nel 2022 sarà dominio assoluto per il team austriaco e l’olandese: Max diventa campione del mondo a Suzuka, per la seconda volta, e il team ad Austin vince il campionato costruttori.

Questa è la storia di un marchio, di una lattina divenuta leggenda. Ad oggi, la Red Bull si trova almeno in un box di ogni categoria del motorsport, Formula Uno o MotoGP… Così piangiamo e ricordiamo Dietrich Mateschitz; immaginate se, in quella lattina, Dietrich non ci avesse mai creduto.

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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