Nella terra a stelle e strisce abbiamo assistito ad uno dei Gran Premi più emozionanti della stagione: tra duelli all’ultima curva, staccate sfrontate e rimonte teatrali benvenuti al Gran Premio degli Stati Uniti d’America! Dopo il weekend giapponese, che ha chiuso definitivamente la pratica mondiale, nel paddock l’atmosfera sembrava essersi mitigata dopo le tempeste burocratiche delle ultime settimane. Complice la tendenza americana verso l’esagerazione, tutti i team si sono lasciati andare a un pizzico di stravaganza.
Chi, però, non si è concesso distrazioni è Mercedes, reduce da un weekend non del tutto soddisfacente e a caccia di migliori risultati. L’obiettivo stagionale della scuderia tedesca, infatti, è quello di raggiungere il gradino più alto del podio, inseguito dal lontano GP di Jeddah 2021. E’ quasi trascorso un anno dall’ultima vittoria del team otto volte campione del mondo, un successo firmato Lewis Hamilton. Senza mai arrendersi, l’inglese ad Austin ha sfiorato l’impresa, conducendo una gara impeccabile dal primo giro sino all’ultimo. Dopo un anno quel “Lewis, it’s Hammer Time“ non era mai suonato così nostalgico.
Weekend dolce-amaro per Mercedes
Tra l’asfalto caldo e davanti a un pubblico record, Lewis Hamilton ci credeva davvero. Terzo in griglia allo spegnimento dei semafori, sin da subito la sua è stata una caccia per provare a raggiungere Max Verstappen, neo-laureato due volte campione del mondo. George Russell, al suo fianco, al via si rende responsabile di un’incidente verso la Ferrari di Carlos Sainz che gli costerà cinque secondi di penalità. A un distacco costante dall’olandese, al contrario, Hamilton rientra ai box dopo soli undici giri per tentare l’undercut, particolarmente potente nella pista di Austin. La scelta strategica di Mercedes, però, non si dimostra brillante: al suo rientro in pista il numero 44 è sceso in settima posizione, immerso nel traffico e con cinque monoposto a dividerlo dalla lotta per la vittoria.
Scalando posizioni, anche grazie alle fermate ai box delle monoposto che lo precedevano, nell’ultima parte di gara Hamilton si trova alla guida del Gran Premio. Alle spalle di Leclerc dopo un pit stop disastroso, Max Verstappen è una minaccia distante sei secondi dall’inglese. Ancora una volta, però, la superiorità motoristica della RB18 fa la differenza, consentendo all’olandese di recuperare facilmente terreno e vincere con più di cinque secondi di vantaggio. Una supremazia schiacciante quella di Red Bull, contro la quale Mercedes deve arrendersi ancora una volta. L’inglese termina la corsa in seconda posizione, seguito da Charles Leclerc, mentre Russell arriva quinto al traguardo dopo 57 giri sofferti. Dopo il contatto con Sainz, infatti, il numero 63 ha riportato danni all’ala anteriore, compromettendo bilancio e carico aerodinamico della vettura.
Sognando la vittoria
Per il weekend statunitense Mercedes ha montato l’ultimo pacchetto di aggiornamenti con lo scopo di ridurre il distacco da Ferrari e Red Bull. Le modifiche interessano in particolare il peso della vettura come confermato da Andrew Shovlin, direttore tecnico a bordo pista del team tedesco: “Abbiamo lavorato sulla riduzione di peso: alcuni componenti sono stati alleggeriti per cui contiamo di portare la monoposto più vicina al limite di peso”. Nonostante i miglioramenti apportati, tuttavia, non si può dire che le due Frecce Argento abbiano eguagliato le prestazioni dei due top-team della stagione (Ferrari e Red Bull). Solo il calo di performance della scuderia di Maranello da metà stagione in poi ha permesso a Mercedes di avvicinarsi nella classifica costruttori. Con il secondo e quinto posto conquistati ad Austin il team tedesco porta a casa ben ventinove punti, diminuendo il gap da Ferrari di quattordici punti.
L’ennesima vittoria sfumata lascia dell’amaro in casa Mercedes, percepito soprattutto nelle parole di Lewis Hamilton: “È stato fantastico essere in testa, ma oggi l’auto era irrequieta. Siamo venuti qui con aggiornamenti e abbiamo ridotto un po’ il divario. Ho fatto tutto il possibile per cercare di rimanere in vantaggio, ma la Red Bull era troppo veloce”. Che il dominio Mercedes si sia definitivamente piegato all’egemonia di Red Bull? Lo conferma il titolo costruttori raggiunto domenica dalla scuderia di Milton Keynes dopo nove stagioni dall’ultimo. Correva l’anno 2013: Sebastian Vettel era il dominatore di tutte le piste, Mercedes non aveva ancora vinto un titolo e Max Verstappen era un pilota di kart. Ora il presente parla di un’impero in decadenza che da imporsi in qualsiasi pista è passato a lottare con le unghie per un podio, sognando una vittoria lontana. Riuscirà Mercedes, a tre gare dalla fine della stagione, a vincere?