Home » Indycar » Barber: d’asfalto e flatout

Barber: d’asfalto e flatout

Barber, che strano nome! Una pista nominata come una professione: quella del barbiere. E se il barbiere deve con cura ritoccare i capelli dei clienti, Barber richiede la stessa cura per affrontare i suoi dislivelli, le curve con raggio variabile, inclinazione negativa e i rettilinei brevi e sconnessi.

La passione all’origine di tutto

Il Barber Motorsports Park è infatti un imponente circuito stradale situato a Birmingham, in Alabama. Costruito da George Barber per ospitare la sua collezione di moto, il circuito è stato progettato da Alan Wilson seguendo l’andamento del terreno ed armonizzandolo con il paesaggio. Ciò lo rende molto simile al Mugello.

Rispettando la passione di Barber, dal 2005 il circuito ospita un festival annuale di moto d’epoca, il più grande del suo genere negli Stati Uniti. Il complesso ospita anche il Vintage Motorsport Museum, dove sono esposte moto e macchine da tutti gli Stati Uniti.

Sul fronte sportivo, dal 2005 Barber ospita gare di alto livello, prima motociclistiche, con l’AMA Superbikes, oggi rinominata MotoAmerica, e poi anche automobilistiche. Il Grand Prix of Alabama è infatti un punto fermo del calendario IndyCar dal 2010, mentre il circuito ha ospitato in passato anche eventi IMSA.

Barber
Vista del museo motociclistico di Barber, dietro curva 8


Il Barber Motorsports Park è il risultato della determinazione di un uomo: George Barber. Ex pilota Porsche tra gli anni ’60 e ’70, ha accumulato una fortuna grazie agli investimenti immobiliari e all’azienda casearia di famiglia e ha deciso di investirla in un autodromo vicino alla sua casa di Birmingham.

Tentativi e incertezze

La sua azienda si era specializzata nella ristrutturazione e nel riallestimento dei camion e, in breve tempo, Barber chiese loro di occuparsi anche del restauro di automobili. I primi risultati furono deludenti. Secondo le parole di Barber: “La perfezione per un meccanico di camion non è la stessa cosa che per un restauratore”. Un amico, tuttavia, suggerì che le motociclette avrebbero potuto essere una scelta migliore. Ben presto, Barber aveva accumulato una piccola collezione. Cominciò a chiedersi se fosse possibile creare la più grande collezione del mondo, da poterla rendere perfino un’attrazione turistica.

A metà degli anni Novanta, Barber era già sulla buona strada per realizzare questo sogno, avendo accumulato una grande collezione privata. Nel 1994 istituì una fondazione no-profit, separata dalle sue attività commerciali. Un anno dopo la struttura aprì al pubblico come museo, con 325 motociclette provenienti da tutto il mondo e alcune auto d’epoca in esposizione. L’edificio, un magazzino nel quartiere Southside di Birmingham, ospitava anche una biblioteca e officine di costruzione, vetroresina, verniciatura e meccanica. All’epoca la collezione totale superava le 500 unità e la fondazione iniziò a cercare un sito per creare una struttura più grande.

Il momento giusto


Nel 1998 la Dean Foods Company acquistò la Barber Dairies, l’azienda casearia, spostandola nell’Illinois. George colse così l’occasione per coronare il suo sogno, dedicandosi alla costruzione di un nuovo museo e un circuito, inizialmente pensato per le moto di proprietà. Nel 2002 si decise di creare l’impianto in un sito di 740 acri tra le dolci colline a est del centro di Birmingham. Per la progettazione fu assunto Alan Wilson, autore di piste come Inje, Thermal Club e Pittsburgh.

Barber pensò da subito ad una pista di alto livello e richiese a Wilson un lavoro di qualità. Il circuito che ne venne fuori conserva ancora oggi la stessa configurazione: 3,5 chilometri, 16 curve, ondulato e circondato da un bosco. Sono state costruite anche due varianti più corte. Il risultato è comunque insolito, a partire dal paddock disposto su più livelli e senza tribune né prati per gli spettatori immediatamente accanto al rettilineo di partenza. L’area principale per gli spettatori si trova invece lungo il tratto posteriore, con terrapieni e tribune temporanee erette solo per i fine settimana degli eventi principali. La maggior parte del percorso è visibile da queste aree, grazie ai dislivelli.

Statua del ragno a Barber, spesso inquadrata per la sua imponenza e spettacolarità

Un risultato di successo

Una delle caratteristiche più singolari di Barber è il percorso di sculture che si trova intorno al sito. Di grandi dimensioni, queste sculture fanno da sfondo alle gare, con ragni giganti, libellule, una coppia di leoni e una figura di Sisifo che spinge un masso.

Accanto al circuito, con un proprio accesso tra le curve 8 e 9, si trova l’imponente edificio del museo. Con i suoi cinque piani e i suoi 141.000 metri quadrati, ospita una collezione di 1.200 moto, di cui fino a 600 sono esposte al pubblico in qualsiasi momento, certificata dal Guinness World Records come il più grande museo di questo tipo al mondo. Inoltre, la struttura ospita la più grande collezione di auto da corsa Lotus al mondo, da una replica della rara Mark 1 fino all’ultima vettura di F1, la T109. Quasi tutte sono pronte a correre in qualsiasi momento e vengono regolarmente mostrate in pista.

Il circuito è anche sede della Porsche Driving Experience, della Kevin Schwantz Suzuki School, della Keith Code California Superbike School e della Jamie James Yamaha Champions Riding School.

In conclusione, un tracciato pieno di eventi e spettacolo, nato dalla passione e costruito sulla voglia di condividerla. Barber resta una delle piste più difficili degli Stati Uniti, una delle più particolari, una dove guidare è piacevole, ma soprattutto capace di regalare lotte di strategia che sanno tenere il pubblico interessato!

Multiformula

Multiformula è un blog nato nel 2020 per condividere la nostra passione per il motorsport, dare spazio a quelle categorie come le Feeder Series di cui si parla ancora poco e soprattutto abbattere i pregiudizi che si incontrano in queste categorie.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto