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Mercedes vs Ferrari: la linea sottile tra successo e fallimento

Questa stagione non era iniziata nel migliore dei modi per due team del calibro di Mercedes e Ferrari.

La prima già nel 2022 aveva riscontrato dei problemi, che l’hanno portata a vedere l’interruzione di una striscia vincente che durava ormai da otto anni. La seconda sembra essere scivolata in un tunnel buio da cui non è in grado di uscire. 

Entrambe avevano bisogno di riflettere sul proprio lavoro, individuare il problema e trovare la strada migliore per recuperare il più possibile prima della fine della stagione. 

Il doppio podio di Mercedes a Barcellona mostra che la scuderia tedesca ha trovato la giusta direzione in cui andare. 

L’ennesima disfatta in casa Ferrari, invece, preoccupa e fa dedurre che questa – molto probabilmente – sarà una stagione da dimenticare per i tifosi e da ricordare, invece, per il team. Da ricordare per non ricommettere gli stessi errori. Da ricordare perché le aspettative erano alte, forse troppo alte. E il livello, ad ora, è davvero troppo inferiore a quest’ultime. 

Mercedes non era partita al massimo…

Mercedes aveva iniziato questa stagione arrancando. Faticava a portare i suoi piloti nelle posizioni alte, trovandosi come terza forza dietro ad un Aston Martin che andava davvero bene e che era diventata l’auto da battere. 

Non hanno parlato molto. Si sono, anzi, scusati per aver creato un auto che non andava – non come si sperava. Il progetto era totalmente sbagliato, era questo che dicevano. 

E a testa bassa si sono messi a lavorare per migliorare gradualmente, per ritrovare la via persa. Hanno lavorato e la via pare l’abbiano ritrovata. 

Una versione “B” della W14 è stata sviluppata e studiata in questi mesi e i primi aggiornamenti hanno debuttato a Monaco. Monaco, però, si sa che è una pista particolare. È un circuito cittadino, dove non si possono vedere le prestazioni di un auto al massimo del suo potenziale. 

Però c’era fiducia, positività per questo nuovo progetto. E a Barcellona questa fiducia ha dato i suoi frutti. 

… ma il sole è tornato a splendere

Si sa, Barcellona è una pista difficile. Lo si è visto anche al sabato, quando George Russell non ha portato a casa una delle sue migliori qualifiche. L’inglese, infatti, si è trovato a partire in dodicesima posizione. Accanto a lui, un altro ospite inatteso delle retrovie: Sergio Perez. 

Ma questa posizione di partenza è davvero ininfluente sulla gara di Russell, che concluderà poi terzo – conquistando il podio dopo un bellissimo sorpasso ai danni di Sainz, che non può nulla con la sua Ferrari contro questa Mercedes che ha ritrovato la forma. 

Sul secondo gradino del podio un grandissimo Lewis Hamilton, che è anche riuscito ad eguagliare un tempo di Max Verstappen, confermando ulteriormente che Mercedes ha lavorato nella giusta direzione e che ha trovato la chiave giusta per svoltare la stagione. 

Così, tornano dalla Spagna con tanta soddisfazione per il lavoro fatto. 

E soprattutto portandosi al secondo posto in classifica costruttori, superando di 18 punti un Aston Martin che a Barcellona non ha brillato. 

Ancora problemi a Maranello

Non si può dire lo stesso della situazione in casa Ferrari. 

Un momento difficile che va avanti dalla stagione passata. 

Ricordiamo tutti un 2022 iniziato alla grande, che aveva dato speranza ai tifosi, alla squadra e ai piloti. Poi un declino che ha distrutto ogni sogno ed aspettativa. Un declino dal quale, però, sembra che a Maranello non siano mai riusciti a riprendersi. 

La macchina quest’anno sembra non andare avanti. I piloti lamentano sia difficile da guidare, le prestazioni non ci sono. Un falso spiraglio di luce a Baku e poi punto a capo. 

Barcellona doveva essere l’ora della verità per Ferrari e in un certo senso lo è stato. C’è qualcosa di sbagliato in questa macchina, un problema che sembra non venir individuato e che sta rendendo terribilmente difficile la vita a Carlos Sainz e Charles Leclerc. 

La gestione delle strategie, poi, rende il tutto ancora più duro. 

Barcellona non ha sorriso a Ferrari

A Barcellona le Ferrari sono scese in pista con un pacchetto di aggiornamenti che avrebbe dovuto migliorare la performance e risolvere gradualmente tutto ciò che preoccupava la Scuderia. 

Ma non si è visto nulla di nuovo. 

Sainz, partito secondo, ha chiuso la sua gara appena al quinto posto. 

Anche Leclerc ha vissuto un weekend da incubo. Sabato non è riuscito ad andare oltre al Q1, trovandosi a partire dalla diciannovesima posizione. “Mi sorprenderebbe se dicessero che l’auto non ha problemi” aveva ammesso a fine qualifiche, lamentando come la macchina fosse davvero difficile da guidare. E un problema effettivamente c’era, perché i meccanici hanno cambiato la gear box della monoposto numero 16 prima della gara: Leclerc parte dalla pit lane. 

Poi, altri problemi: parte con gomme hard che non lo convincono e non performano, così dopo pochi giri si ferma a montare gomme soft. Viene successivamente richiamato ai box, e qua accade qualcosa che ha destato tante polemiche tra i tifosi soprattutto: la chiamata è per montare nuovamente gomme Hard. Leclerc richiede invece le Soft. L’ingegnere conferma, così Leclerc chiede se il pit è confermato per quel giro: lo è. E quando Leclerc arriva al suo box le gomme che vengono montate sono Hard. 

La richiesta non è stata accolta come il monegasco sperava e si chiude in un silenzio radio che in realtà fa più rumore di quanto si possa pensare. 

Fa rumore perché mostra quanto in Ferrari la situazione sia grave. 

E anche se noi vediamo probabilmente nemmeno la metà di quanto effettivamente succeda in un team, quel poco che vediamo preoccupa. 

La differenza tra Mercedes e Ferrari sta ( anche ) nel riconoscere gli errori

Preoccupa perché un top team come Ferrari non può incappare negli stessi errori ripetutamente, come se imparare non sia un opzione. 

Un top team come questo non può continuare a creare auto che non sono in grado di performare, come se non si riuscisse a trovare la formula per quel successo che una volta era di casa a Maranello e che ora è smarrito. 

E così Ferrari ha dimostrato di non essere all’altezza delle aspettative, non più. 

Bisogna lavorare, a testa bassa, tanto. 

Lavorare per tornare in carreggiata. 

Perché questo è il filo sottile che differenzia la stagione Mercedes da quella di Ferrari: da una parte, gli errori sono stati riconosciuti e sistemati. 

Dall’altra pare che gli errori non siano nemmeno stati individuati. E se sono stati individuati, sono stati tutt’altro che sistemati. 

Stefania Demasi

Studentessa di Relazioni Pubbliche e grande amante dello sport. Il mio sogno da sempre è proprio quello di lavorare in questo mondo.

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