Tra le celebrazioni per il “Día de los muertos” e costumi tipici, si è appena concluso il tanto atteso Gp del Messico. Per la sedicesima volta, in questa stagione, la spunta Max Verstappen davanti a Lewis Hamilton e Charles Leclerc. Ma tra i protagonisti ci sono anche fischi e #racepect.
È tempo di cambiamento
Prendere posizione rispetto ad una tematica è complicato, ma necessario. Così dopo i fischi riservati Max Verstappen sotto il podio ad Austin durante l’inno, e quelli riservati a Lewis Hamilton durante le interviste del Gran Premio del Messico dello scorso anno, gli organizzatori hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione.
#racepect deriva dall’unione delle parole inglesi “race” e “respect”, per ribadire ancora una volta l’importanza di un tifo rispettoso dell’avversario in pista e fuori, e di supportare un pilota o una scuderia in maniera sana e positiva così come la competizione che c’è tra piloti.
I concetti chiave della campagna
Il volto scelto per la campagna è Juan Manuel Correa. La voce del pilota di F2 si alterna ad alcuni frame di sorpassi e battaglie in pista, accompagnati da momenti in cui si sentono fischi e cori rivolti ai piloti.
“La Formula 1 è passione, competizione e rivalità. Ma, alcune volte, nel foga della competizione è molto semplice perdere la calma. Anche sugli spalti, troppe volte, si esprime il tifo nel modo sbagliato e questo non dovrebbe accadere. Questa non è la F1”
#racepect campagna
Un messaggio chiaro e diretto, che ribadisce come tra team e piloti la competizione sia sana perché alla base c’è una rivalità che rimane in pista, e è così che dev’essere anche per i tifosi. L’addetto stampa del circuito messicano ha ribadito l’importanza del tifo positivo. Queste le sue parole: “Invitiamo tutti i fan del motorsport in tutto il mondo a tifare con passione per il loro pilota preferito, ma anche a comportarsi in modo rispettoso nei confronti degli altri concorrenti”.
Cos’è successo durante il GP?
I temi dell’irruenza e della sicurezza erano già state affrontate post Austin, tanto che Max Verstappen è stato accompagnato da guardie del corpo durante il weekend messicano. Ma l’apice dell’antisportività è stato raggiunto domenica.
Le immagini e i video diffusi sui social mostrano altre scene, molto tristi, considerando che un Gran Premio dovrebbe essere un momento di gioia, di sport e di unione per tantissime persone che condividono la stessa passione. In primis la rissa causata da un tifoso messicano, poi espulso dal circuito, ai danni di due tifosi ferraristi dopo il contatto tra Leclerc e Checo Perez, che ha messo fine alla gara del messicano.
Poi è toccato al ferrarista che nelle interviste post-gara ha sottolineato questa situazione. “Quanti boo, quanti fischi. Ragazzi, non avevo spazio per fare altri movimenti, ero tra le due Red Bull e sfortunatamente ho toccato Checo”, ha detto Charles ai tifosi. Amareggiato ha concluso così l’intervista: “Non è mai bello quando si parte dalla pole position e non si riesce a vincere. Ed è ancora più spiacevole quando devi accettare i fischi. Ma è così che va la vita a volte”.
Questa volta la sportività ha perso, i fischi non rappresentano la campagna #racepect. Non ci resta che aspettare il prossimo round e sperare che, tagliato il traguardo, a trionfare oltre ad un pilota ci siano rispetto e passione, i valori sani che tutti i tifosi devono avere per supportare la F1.