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Las Vegas: un Gran Premio che fa discutere

Dopo due settimane di pausa, la Formula 1 si prepara a tornare, questa volta inaugurando un nuovo circuito che molto ha fatto discutere negli ultimi mesi. Las Vegas, “il parco divertimenti d’America“, la celebre “città dei peccati“, questo weekend diventerà tappa del ventunesimo appuntamento stagionale di F1. Il Las Vegas Strip Circuit ospiterà una gara notturna su un circuito composto quasi interamente da strade urbane – ad eccezione delle zone del paddock e pit lane (acquistate lo scorso anno dal Formula One Group).

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Quello del GP di Las Vegas è un progetto che va a coronare una sempre maggior tendenza alla spettacolarizzazione della Formula 1, spesso a discapito dello sport stesso. Quarantadue anni dopo l’ultima gara percorsa sul circuito del Caesars Palace, la bolla di eccitazione viene rotta da diverse preoccupazioni che aleggiano sul paddock da diversi giorni. A far discutere sono in particolare il freddo previsto per la sera e il conseguente il comportamento delle gomme. La scelta di proporre una gara notturna, infatti, nasconde l’insidia delle temperature: ad attendere le monoposto vi sono, infatti, temperature che si localizzano intorno ai 3°C. Il GP di Las Vegas potrebbe, dunque, assumere il titolo di gara più fredda dell’intero albo storico della Formula 1. D’altronde, la “Sin City“, regala da sempre storie indimenticabili.

Apprensione per le temperature

Anche i preparativi per l’evento si sono dimostrati in linea con la location: una cappella a tema Formula 1 dove sarà possibile sposarsi, l’affitto della Sfera e un layout che non convince. I pensieri, però, sono tutti dedicati alle condizioni meteorologiche in cui si terrà il Gran Premio. Il freddo potrebbe causare diverse complicazioni al riscaldamento delle gomme e alla loro performance, mettendo a rischio la stessa sicurezza dei piloti. A tal proposito Mario Isola, direttore della sezione Motorposrt di Pirelli, ha affermato:”“E’ la prima volta che ci aspettiamo condizioni del genere, se parliamo di pneumatici da 18 pollici. Queste mescole sono progettate per generare grip ad alte temperature, diciamo sopra gli 80°C, mentre con le temperature fredde il grip è inevitabilmente molto basso“.

Persino Ross Brawn, direttore generale e responsabile del progetto Formula 1, ha ammesso come le temperature rigide non siano state considerate al momento della realizzazione del circuito. Ai microfoni di talkSPORT, Brawn afferma:“Inizialmente non abbiamo considerato che di notte fa molto, ma molto freddo. In gara la temperatura potrà scendere fino a 3-4°C e far funzionare le auto a quelle temperature sarà una vera sfida. Pirelli ha, però, svolto del lavoro per assicurarsi che le gomme siano in grado di far fronte a questa situazione. Sicuramente ci troveremo di fronte a un qualcosa che non abbiamo mai affrontato prima, ma credo che sarà spettacolare”.

Spettacolo o Sport?

Con il Gran Premio di Las Vegas, il già sottile confine tra puro intrattenimento e sport è ancor di più messo alla prova. Durante una chiacchierata con Jimmy Kimmel nel suo omonimo “JImmy Kimmel Live!”, Daniel Ricciardo ha raccontato come le dinamiche dei fan siano cambiate con l’avvento della serie Netflix “Drive To Survive“. Lo show, oltre ad aver aumentato a dismisura la popolarità della F1 negli States, ha oscurato ancora di più la linea tra la loro figura di sportivi e quella di celebrità. Lo stesso Ricciardo rivela che, ora, è riconosciuto egualmente sia come pilota che come attore.

Al contrario, chi non sembra apprezzare l’onda di share mediatico che la F1 sta vivendo è Max Verstappen. In occasione della della press conference del GP del Brasile, l’olandese ha, infatti, lasciato sfuggire il suo disprezzo per la presenza delle telecamere di Netflix durante diversi weekend. Non il weekend di gara ideale per Verstappen che, conquistato il suo terzo mondiale consecutivo, sarà uno dei protagonisti più ricercati.

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Dello stesso avviso non è, invece, Christian Horner, team principal di casa Red Bull:” Credo che sarà un grande spettacolo per la Formula 1, ma la cosa più importante è che come spettacolo sportivo sia all’altezza e produca una grande gara. E l’interesse che c’è negli Stati Uniti è fenomenale. E credo che dovremo fare dei risultati per assicurarci di capitalizzare questo interesse”.

Chiara Galati

Studentessa universitaria presso il secondo anno di scienze della comunicazione a Bologna e grandissima appassionata di Formula 1. Nel tempo libero amo scrivere e arricchirmi di conoscenze che riguardano il motorsport.

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