In una F1 che vuole essere al passo con i tempi, l’inclusività gioca un ruolo fondamentale. Iniziando dall’Australia, per la prima volta in un weekend di F1, ci sarà il Pride Hub.
Ma cos’è di preciso? Andiamo a scoprire questo evento.
L’iniziativa
Ad organizzare questo evento sono stati Racing Pride e Proud2Play, insieme a Motorsport Australia. Tutti enti che hanno a cuore tematiche come la diversità e l’inclusione. L’evento ha la finalità di riconoscere e creare uno spazio dedicato alla comunità LGBTQIA+. Ma anche sostenere i professionisti degli sport motoristici, che ne fanno parte.
Durante uno dei weekend più importanti dell’anno, dal 21 al 24 marzo, il GP d’Australia e il Pride s’incontreranno. Un’iniziativa che prevede diversi talk ed eventi, dove si cercherà di sensibilizzare e raccontare quali sono le varie iniziative, intraprese nel corso degli anni, per rendere lo sport più inclusivo. Collaborando con le comunità e creando ambienti sicuri per l’autoespressione, in particolare nel Motorsport, questo è l’impegno di Racing Pride e Proud2Play.
Una tematica davvero importante, spesso molto sottovalutata, infatti l’unico ad aver dato voce a questa comunità è stato Lewis Hamilton che dal 2020 corre con l’arcobaleno, simbolo della comunità LGBTQIA+, sul casco.
Le dichiarazioni degli organizzatori
Dai fatti alle parole dei protagonisti che hanno scelto di creare questo evento. In primis quelle di Haydn Lane, appartenente all’Australian Grand Prix Corporation, queste le sue parole: “Siamo lieti di lavorare a fianco di Racing Pride e Proud2Play per offrire uno spazio accogliente al circuito Albert Park Grand Prix che celebra la comunità LGBTQIA+. Le ambizioni e i sogni dei giovani non dovrebbero essere limitati dalla loro identità e speriamo che il Pride Hub sia un passo verso rendere lo sport motoristico più inclusivo”.
Le stesse ambizioni si riflettono sulle dichiarazioni del CEO di Proud2Play: “Sono molto entusiasta di dare il benvenuto alla comunità LGBTQIA+ nel primo Pride Hub al mondo in un Gran Premio nella mia città natale di Melbourne”.
Anche Racing Pride, organizzazione britannica che dal 2019 si occupa di parlare di incisività, ha voluto prendere parte a questa iniziativa, dopo diverse collaborazioni in F1 con RedBull, Aston Martin e Alpine. Le parole di Richard Morris: “Attraverso il Pride Hub, speriamo di dimostrare che le persone LGBTQIA+ hanno sempre fatto parte e hanno arricchito gli sport motoristici e che, con il supporto degli alleati, la nostra vivace comunità ha un posto ora e in futuro.”
Il CEO di Motorsport Australia, Sunil Vohra ha aggiunto: “Siamo entusiasti di lavorare al fianco di Proud 2 Play, Racing Pride e dell’Australian Grand Prix Corporation per dare vita al Pride Hub mentre ci sforziamo di rendere il nostro sport vario, inclusivo, sicuro e accessibile“.
“Che sia al volante come concorrente, in piedi a un punto di bandiera o in uno qualsiasi dei tanti ruoli intermedi, siamo orgogliosi sostenitori di questa iniziativa e vogliamo garantire che tutti coloro che vogliono sperimentare il nostro fantastico sport possano farlo”.
Sunil Vohra, CEO di Motorsport Australia
Perché la F1 non vuole fare la differenza solo in pista, ma anche fuori, per essere parte integrante del cambiamento. Nella speranza che il GP d’Australia e il Pride saranno solo l’inizio.