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6 ore di Spa, colpo Jota con Ilott e Stevens

6h di Spa: Porsche 963 numero 12
Credits to FormulaPassion.it

Dopo sei ore di sorpassi, duelli mozzafiato e colpi di scena, a passare per prima sotto la bandiera a scacchi è la Porsche #12 di casa Hertz Jota – con assente Nato impegnato in Formula E – che, dopo aver sfruttato al massimo le situazioni presentatesi in pista, conquista la 6h di Spa. Chiudono a podio la Porsche 6# e una sfortunata Ferrari #50.

Completano invece la top 5 l’altra Ferrari di casa AF Corse e la Porsche Proton #99, forse la più sfortunata insieme ai due equipaggi vestiti di rosso.

Quanto alla classe LMGT3, vince Porsche Manthey #91 davanti alla gemella #92 e alla Lamborghini Iron Lynx #60. Sfortuna invece per le ragazze di Iron Dames che concludono quarte dopo aver guidato gran parte di gara davanti alla McLaren #59.

6h di Spa: Porsche Manthey #91
Credits to: Fiawec.com

Cosa è successo però in gara?

La partenza

Sventolata la bandiera verde, a comandare la lunga fila di auto in uscita da La Source è la Porsche #5 davanti alla Cadillac #2 e alla Porsche di casa Proton Competition #99. A metà gruppo invece, a farsi strada nella classe Hypercar, è la Ferrari #51 condotta da uno scatenato Antonio Giovinazzi che, dopo aver effettuato una brillante partenza, avanza dalla decima alla settima piazza, seguito a ruota dalla Ferrari #83 di Kubica, anch’egli bravo a districarsi tra le vetture in un primo giro tiratissimo. 6h di Spa

Quanto alle LMGT3, l’equipaggio di Iron Dams occupa la prima posizione di classe, seguita dalla Bmw #46, la McLaren #59, la Porsche #91 e la Aston #27.

Le fasi iniziali

Superati i primi giri, lo scontro in pista è perlopiù tra due marchi: Porsche e Ferrari. Da una parte abbiamo le due ufficiali di casa Penske e un’incredibile Proton Competition con al volante Andlauer che, dopo aver centrato la terza posizione in griglia, prima si conferma tra le posizioni che contano, poi supera di forza la compagna di marca #5 e prende la leadership della gara. Dall’altra abbiamo le tre Ferrari che, dopo un sabato opaco e macchiato dalla penalità inflitta ad Antonio Fuoco, realizzano una rimonta a dir poco formidabile. La #51 e la #83 si stabiliscono nei primi 5, mentre la #50 condotta da Nielsen guadagna la top ten. 6h di Spa

In LMGT3 ancora al comando le ragazze terribili di Iron Dames, mentre alle loro spalle si infiamma la lotta tra Bmw, Aston Martin e McLaren. Staccate invece le Ferrari di AF corse, in difficoltà durante le prime fasi di gara.

Un colpo di scena dopo l’altro

Ma il primo colpo di scena, dopo una breve Full Course Yellow, arriva a quasi 4 ore dal termine: durante le fasi di doppiaggio, la Bmw #20 con al volante Rast colpisce il posteriore della Porsche Jota #38 che perde il controllo e colpisce a sua volta la Bmw Lmgt3 #46 con al volante Al Harthy. Ad avere la peggio sono la #38 e la #46, entrambi costrette al ritiro, con Rast che, nonostante una penalità di drive-through, riesce a continuare. 6h di Spa

Un nuovo colpo di scena si ha qualche minuto dopo: durante la Safety car, entrata in pista a causa della precedente carambola, la Porsche #99 di Andlauer entra ai box per lasciare il testimone a Jani che, una volta ripartito, incappa in un insolito problema. La porta della sua Porsche continua a riaprirsi. In casa Proton il cuore arriva in gola, Jani sta per rientrare ai box cedendo la leadership alla Ferrari #51, se non fosse che un ultimo tentativo prima di rientrare va a buon fine, consentendo così all’equipaggio di proseguire la propria corsa.

Ma quando tutto sembrava filare liscio, ecco che rispuntano le bandiere gialle: tra lo stupore generale, a rendersi protagonista di un grave errore è questa volta Christensen, al volante della Porsche #5 che, in uscita da Blanchimont, va largo, salta sul cordolo per poi perdere il controllo della propria vettura che in una manciata di secondi impatta le barriere sul lato opposto.

A seguito dell’ennesima neutralizzazione, a rendersi protagoniste sono ancora le Ferrari. La #51 ora condotta da Calado conquista la leadership ai danni di Jani mentre la #50, dopo una rimonta furiosa, prima conquista il podio, poi, salito Fuoco al volante, passa in seconda posizione. 6h di Spa

Bamber-Gelael, che rischio

A un’ora e quaranta dalla bandiera a scacchi, sono la Cadillac #2 e la Bmw LMGT3 #31 a rendersi protagoniste di un bruttissimo incidente: Bamber, superata Eau Rouge-Radillon, tenta dapprima il doppiaggio sulla #31 per poi il sorpasso sulla Porsche #99 che lo precede, se non fosse che dopo aver scartato sulla destra, lo spazio tra la macchina che lo precede e quella che lo segue non è abbastanza. L’esito è l’unico possibile, con tutti i protagonisti fortunatamente illesi: il posteriore della Cadillac si scontra con l’anteriore della Bmw, l’anteriore invece tocca il posteriore della Porsche. In un secondo Bamber finisce nel muro, così come l’incolpevole Gelael al volante della #31. Viene subito esposta la bandiera rossa e la gara è sospesa per più di un’ora e mezza a causa dei danni alle protezioni esterne al tracciato.

Una decisione singolare

Quando ormai il tempo stava per terminare e Ferrari si preparava a festeggiare un’insperata doppietta, la direzione gara prende una decisione singolare, permessa però dal regolamento: tutto il tempo perso a causa della bandiera rossa deve essere recuperato e dunque si ripartirà per una mini-endurance di un’ora e quarantaquattro minuti.

Il secondo Restart

Dopo un breve periodo di Safety Car, la gara riparte, rispettivamente con leader in Hypercar la Ferrari #51 mentre in LMGT3 la Lambo Iron Dames. A beneficiare però della situazione sono le Porsche #12 e #6, oltre all’Alpine 36 che, avendo effettuato il rifornimento prima della bandiera rossa non sono costrette al rientro ai box, issandosi così al primo e secondo posto di classe a scapito della coppia Ferrari e della Porsche Proton, autore di una gara splendida.

Nella stessa sfortuna è incappato l’equipaggio Iron Dames in LMGT3, costretto a rientrare per un veloce splash and go, perdendo così una leadership mantenuta per quasi tutta la gara. A sfruttare la situazione invece l’altra Lambo di casa Iron Lynx e la Porsche #92 che, dopo aver rischiato di non prendere parte all’evento dopo il brutto incidente di ieri, si è ritrovata a poco meno di 10 minuti dalla fine in seconda posizione

Le parole dei protagonisti

“Vedere quanta strada abbiamo fatto come squadra, quanto siamo cresciuti, quanto abbiamo imparato, e ovviamente ottenere il risultato che abbiamo ottenuto oggi a un anno di distanza, credo sia una testimonianza di ogni singola persona della squadra”.

“Siamo stati un po’ deboli in alcune parti dell’ultimo settore e all’Eau Rouge”, ha riflettuto Ilott sulla battaglia con Estre. “Quindi ho cercato di gestire il distacco anche con le GT. Non è stato facile, ma sapevo dove avevo un vantaggio e risparmiare le gomme in quell’area per avere un po’ di distacco in più in alcuni punti è stato fondamentale.”

Will Stevens & Callum Ilott nel post gara

Se in Jota la felicità pareva difficile da mascherare, l’umore era pressoché opposto in casa AF Corse, dal momento che il terzo e quarto posto di oggi, visto il passo mostrato, stanno molto stretti ad entrambi gli equipaggi.

“È stato uno shock. Eravamo i più veloci, la macchina era fantastica. Dal mio punto di vista, è stata una gara persa. Sono passato in testa e abbiamo gestito tutto alla perfezione. Il ritmo era incredibile. Il prolungamento della gara trasformandola nella 7 ore e 45 minuti di Spa non era nei nostri piani.”

“Non sono io a dire se sia la scelta giusta o meno [di prolungare la gara], ma come squadra e come piloti pensiamo che la gara debba finire dopo sei ore. Penso che fosse abbastanza chiaro che eravamo P1 e P2. Non posso dire altro”.

James Calado e Antonio Fuoco sulla decisione di recuperare il tempo perso durante la bandiera rossa

Il prossimo appuntamento

Terminato l’appuntamento Belga, Il WEC attende la gara più glamour dell’anno, La 24 ore di Le Mans, che con il suo fascino e la sua iconicità caratterizzerà la settimana dal 10 al 16 giugno.  

Luca Vaccaro

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