È il secondo anno di Vasseur come team principal in Ferrari. Dopo un 2023 forse al di sotto di quello che tutti speravano – complice anche l’inarrivabilità della RedBull – quest’anno sembra essere un altra storia.
E no, non è solo questione di risultati. La Scuderia Ferrari sembra stia rinascendo, ed il merito in gran parte è proprio del francese.
L’iniezione di fiducia di Vasseur
Lasciatelo cucinare. Così dicono i Tifosi.
Frederic Vasseur è arrivato nel 2023 a Maranello, a prendere in mano una situazione che non era esattamente la migliore possibile.
La stagione 2022, in Ferrari, era partita come un sogno. La prima gara, in Bahrain, si era conclusa con un 1-2 della Rossa. Leclerc in particolare vinceva e si divertiva.
Stava vincendo a Barcellona nella più totale tranquillità, Charles, quando il suo motore l’ha abbandonato. E da li i problemi sono stati vari.
Un salto di qualità, forse, troppo brusco. Ferrari aveva fatto il passo più lungo della gamba, forse.
L’auto era spesso inaffidabile. E quando andava, errori dal muretto o da parte dei piloti rovinavano tutto.
Così la Rossa chiude il 2022 con l’amaro in bocca. Tanto amaro in bocca.
È proprio in questo momento che arriva Vasseur.
Dobbiamo capire, diceva sempre Binotto.
Vasseur, invece, non si è mai espresso troppo. Si è messo a lavoro.
E forse non ha ottenuto subito risultati degni di nota – anche se l’unica vittoria non RedBull nel 2023 è stata quella di Sainz a Singapore – ma ha messo in moto qualcosa a Maranello.
Ha portato dei cambiamenti dentro il team.
Ha dato una botta di fiducia, forse.
Si è espresso quando era necessario parlare ed è stato in silenzio quando le parole erano superflue.
Una nuova alba
Si sono corse appena otto gare in questa stagione, ma nonostante ciò sembra che in Ferrari si respiri un aria diversa.
Un aria di fiducia.
L’annuncio di Hamilton per il 2025, prima dell’inizio del mondiale, sicuramente ha alzato le aspettative di tutti. Un pilota del suo calibro cambierebbe davvero scuderia senza determinate garanzie? Questo si chiedevano tutti.
Ma non è solo questo.
Lui stesso ha ammesso che la sua strategia principale è puntare sull’unità di tutta la squadra. E questo si nota.
C’è un trend positivo, in Ferrari. Il 2023 era finito con un miglioramento di Ferrari. Il 2024 ha riconfermato questa tendenza.
Non era partito forse alla grande, ma gara dopo gara si è vista una Ferrari in evoluzione.
Il lavoro di squadra è la forza di Vasseur
Per Vasseur ogni singola persona delle 1500 che lavorano per la Scuderia deve essere ben consapevole che ha un impatto sul team. Che un errore di un singolo può gravare su tutti.
È necessario condividere la stessa mentalità, positività.
Bisogna essere squadra.
E vanno fatte anche delle scelte, per poter voltare pagina e andare verso la direzione che tutti vogliono. È stata una scelta sicuramente non semplice quella di lasciare Carlos Sainz senza sedile. O almeno, senza un sedile in Ferrari. Ma nonostante la separazione precoce, lo spagnolo continua a lavorare sodo con il team. Fa squadra, da il suo contributo.
Sarà una stagione da separati in casa, sostenevano in molti dopo l’annuncio del mancato rinnovo.
Ma così non pare, anzi. Sainz ha trionfato in Australia, portando a Ferrari la prima delle due vittorie di questa stagione.
La seconda è arrivata domenica a Monaco, con Leclerc. Finalmente.
Anche sul versante monegasco del team è stata presa una decisione che ad ora sembra più che corretta: l’addio a Xavi Marcos come stratega del classe 1997. Da Imola, l’ingegnere di Charles è diventato Bryan Bozzi. In sole due gare ha portato a Charles un terzo posto ad Imola – prima volta per Charles sul podio del circuito Romagnolo – e la tanta agognata vittoria di squadra.
Forse non è proprio l’uomo a fare la differenza, per poter dire questo ci vorrà ancora del tempo perché saranno necessarie ulteriori dimostrazioni e conferme.
Però potrebbe essere quell’aria nuova.
Quel rinnovamento che serviva.
Quella fiducia che serviva.
È una nuova Scuderia Ferrari, quella guidata da Frédéric Vasseur.
Una nuova Ferrari che forse non sta ottenendo tutto subito, ma che sta andando nella direzione giusta.
E forse è meglio così.
E con una RedBull in un periodo di crisi, chissà che non si possa già iniziare a lottare un po’ di più in pista e rendere meno scontata questa stagione, che è ancora lunga.