La storia della FIA dal 1904 ai giorni nostri
Vi siete mai chiesti chi è l’ente che organizza i gran premi, che commina le sanzioni, che stabilisce i premi? La famosa FIA, organizzazione non governativa composta da 244 club automobilistici sparsi per il mondo.
Storia
La Fédération Internationale de l’Automobile comunemente nota come FIA, fu istituita nel 1904 con la denominazione di Associazione Internazionale degli Automobile Club Riconosciuti, il cui scopo era organizzare gare internazionali.
Con il tempo si decise di dare all’organizzazione una struttura più stabile, e si costituì la commissione sportiva internazionale. Il suo compito era di gestire l’organizzazione delle competizioni.
Negli anni ’30 visto l’ampio numero di piloti europei, si inaugurò il primo campionato europeo.
Ci vorrà il 1946 per vedere cambiata la denominazione nell’odierna Fédération Internationale de l’Automobile; trascorreranno 4 anni prima che la FIA organizzi il primo calendario di Formula Uno.
Gli anni degli scontri
Con gli anni però, il numero di gare crebbe eppure l’organizzazione interna scarseggiava. Erano gli organizzatori dei singoli eventi a occuparsi di iscrizioni, della gestione dell’intero evento, compresi i premi. Nel 1974 la tensione era alle stelle e portò i piloti e team a fondare la cosiddetta FOCA, Formula One Constructors association, il cui controllo era in mano di Bernie Ecclestone.
Fu proprio lui ad iniziare a prendere in carico tutti quegli aspetti dell’organizzazione che prima erano invece della FIA. Irritato da ciò, il presidente della federazione internazionale dell’automobile, il principe Metternich, nominò a capo del comitato organizzativo Jean-Marie Balestre. Quest’ultimo per prima cosa denominò il comitato Fédération Internationale du Sport Automobile famosa come FISA.
Scoppiò una “battaglia” tra FISA e FOCA, che portò a gare cancellate e boicottate, fino all 1981 anno dell’accordo. Questo prevedeva che la FOCA acquisisse i diritto commerciali sulla Formula Uno, la FISA e la FIA avevano invece competenza sui regolamenti.
Bernie Ecclestone divenne vicepresidente della FIA mentre Max Mosley divenne presidente della FIA e la riformò, sciogliendo la FISA e facendo confluire tutto nella FIA.
A seguito della tragica morte di Ayrton Senna nel 1994, la FIA, nata come organizzazione per la gestione di gare automobilistiche, iniziò ad interessarsi anche alla sicurezza. Questo comportò miglioramento dei mezzi utilizzati dai piloti, dei caschi e della tuta, ma anche miglioramento dei tracciati sui quali le monoposto correvano.
La Presidenza Mosley
La storia della FIA non è però tutta rose e fiori e soprattutto durante gli anni di presidenza di Mosley. Numerosi furono gli episodi in cui le scuderie minacciarono i vertici di costituire un mondiale parallelo: senza le restrizioni imposte dalla FIA e con il controllo completo da parte delle stesse su tutte le procedure e normative relative alle gare. Alla fine, ogni volta, si riusciva sempre ad arrivare ad un accordo. In particolare l’ultimo episodio costrinse Bernie Ecclestone ad intervenire per negoziare un accordo.
Dal 2009 è Jean Todt il presidente della FIA.
Organizzazione
La FIA è composta da: un presidente, un vicepresidente, l’assemblea generale. Nell’assemblea cui siede un rappresentante per ogni associazione automobilistica. La FIA stila un bilancio annuale, ha un proprio statuto ed è addirittura riconosciuta dall’ONU.
Al suo interno è composta da due consigli mondiali: il World Motorsport Council e il Consiglio Mobilità e Automobile. Il primo ha competenza per gli eventi sportivi mondiali, ed è composto da tante sottocommissioni quanti sono i campionati. Il secondo, invece, cura tutte le attività relative alla sicurezza, al turismo, all’ambiente.
La FIA ha addirittura un proprio tribunale internazionale.
Sfide future
Tra le sfide future della FIA , non può non essere presente un tema caldo ed attuale come l’ambiente. La Formula Uno è uno degli sport più impattanti a livello ambientale. Ciò che la Federazione si prefigge, è di ridurre le emissioni ma non solo. Utilizzare meno plastica e soprattutto ridurre il personale che ogni weekend di gara si sposta insieme alla scuderia. Diversamente da quanto si pensa, non sono le emissioni delle monoposto ad impattare maggiormente ma gli spostamenti dell’attrezzatura e del personale che ogni weekend di gara porta con sé. Implementare la tecnologia e migliorare i collegamenti da remoto ne ridurrà la necessità.
La Formula E inoltre, è un ottimo esempio di come il Motorsport stia cercando valide alternative ai combustibili fossili.
Altro tema caro alla FIA è la sicurezza. Negli anni, in pista, le misure di sicurezza sono notevolmente migliorate tuttavia la tragedia sfiorata in Bahrein ci ricorda che in uno sport che corre a 300 km/h non è mai abbastanza. La FIA con la campagna Action for Road Safety, si occupa anche della sicurezza delle strade, in cooperazione con i club automobilistici membri della stessa sparsi per il mondo. L’obiettivo è ridurre il numero di morti sulle strade e rendere il pronto soccorso sempre più veloce.
Infine, non potevo non citare le donne. Il Motorsport è sempre stato visto come uno sport estremamente maschile. Eppure a partire da Maria Teresa de Filippis nel 1958 e per finire con Maya Weug, le donne hanno dimostrato di essere più forti di qualsiasi pregiudizio. La FIA, a partire dal 2009, ha inaugurato una commissione chiamata FIA Women in Motorsport, per favorire l’inclusione delle donne e incentivare le nuove generazioni a entrare nel mondo del Motorsport.