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Max Verstappen campione in un mare di polemiche

Domenica 9 ottobre 2022 rimarrà per sempre una data importante per Max Verstappen. La data in cui l’olandese, per il secondo anno consecutivo, viene incoronato campione del mondo. Un giorno di gioia, di festa, per cui Max lavora da quando ha memoria. Lui nato per vincere, sta dimostrando che qual è il suo unico destino: la gloria.

Ma questa gloria che tanto insegue e che senza alcun dubbio merita, per il secondo anno consecutivo viene sporcata da una direzione gara per niente all’altezza della qualità che c’è in questi anni in pista e da numerose polemiche che vedono coinvolta Red Bull.

I piloti regalano spettacolo, la FIA lo toglie. E anche questa volta un titolo meritato viene gettato in ombra da errori che in uno sport di questo calibro non dovrebbero esistere. E i rumors sul Budget Cap che popolano il paddock da una settimana a questa parte sicuramente non aiutano a tenere alta l’immagine della scuderia casa del campione del mondo in carica e che ad si trova in testa anche al campionato costruttori.

Ed è così che un titolo meritato e che sarebbe in ogni caso arrivato passa in secondo piano, sommerso da un incessante pioggia di polemiche. Pioggia uguale a quella che ha caratterizzato la domenica di Suzuka, che passerà alla storia come una giornata che ha sicuramente dell’assurdo.

La stagione perfetta di Max Verstappen

Chi dice che Verstappen questa stagione il titolo non se l’è meritato mente a se stesso. Max l’ha meritato eccome, chilometro dopo chilometro, vittoria dopo vittoria, quasi senza commettere errori. Se non fosse arrivato a Suzuka, il titolo sarebbe comunque arrivato ad Austin. Poteva già arrivare nel weekend di Singapore, che per il due volte campione del mondo è stato tuttavia un fine settimana nero e per niente positivo. È arrivato in Giappone, davanti alla famiglia Honda. È arrivato con quattro gare d’anticipo, grazie a un distacco sul secondo mai visto prima nella storia della Formula 1.

Sarebbe arrivato in ogni caso e dopo ciò che abbiamo visto nella GP del Giappone non si può non pensare che – probabilmente – per quanto possa essere bello festeggiare a Suzuka anche assieme a Honda, vincere ad Austin sarebbe stato meglio. Il motivo? È semplice e agli occhi di tutti. Questa stagione più e più volte ci siamo trovati a discutere non dell’azione in pista ma di ciò che si combina nelle cabine della direzione gara. E no, questo non è un bene, non lo è per niente.

Domenica, l’ennesima dimostrazione che mentre questo sport va veloce e cresce sempre di più in qualità, la direzione gara e la Federazione rimangono indietro, fermi a regole da loro imposte e da loro stessi non rispettate.

Direzione non all’altezza, spettacolo che rischia di essere rovinato

La domenica di Suzuka è stato un susseguirsi di decisioni sbagliate. Le condizioni della pista al momento della partenza non erano ottimali e di fatto ritardare il via sarebbe stata la scelta migliore. Ma si è deciso di partire, trovandosi con una bandiera rossa a pochi giri dal via. È la monoposto di Carlos Sainz ad uscire di strada, Safety Car e successivamente bandiera rossa.

Il primo errore sorge quando Pierre Gasly, pesantemente infastidito, fa notare che c’è un trattore in pista. Un trattore in pista, con pessime condizioni di bagnato e i piloti che potrebbero perdere il controllo della loro monoposto in un attimo – rischiando di farsi davvero male, come la storia ci ha purtroppo insegnato. A fine gara il francese riceverà anche una penalità per aver guidato troppo velocemente dietro Safety Car, ma di quel trattore in pista non si è voluto parlare.

Il Gran Premio, poi, riparte dopo più di due ore. Si concluderà ovviamente a tempo e non a giri.

Ed è qua che inizia il susseguirsi di eventi che porterà al titolo di Max.

Leclerc in penalità, Max Verstappen allunga e si prende ufficialmente il titolo

La vittoria di Super Max non era in dubbio, considerando che tra Verstappen e Leclerc – che si trovava al secondo posto – c’erano tra i quindici e i venti secondi di distacco.

Nell’ultimo giro, Charles Leclerc impegnato a proteggere la sua seconda posizione contro Sergio Peréz va dritto ad una curva, complici anche le gomme che ormai non reggevano più. Rientra in pista davanti a Sergio Peréz, che non vede di buon occhio la manovra di Leclerc.

A fine gara, poi, l’episodio viene investigato: Leclerc viene accusato di essere rientrato in pista traendo vantaggio. In un attimo si decide per la penalità di cinque secondi al Monegasco. Un episodio che fa discutere parecchio, soprattutto per la rapidità con cui la direzione ha deciso di penalizzare il monegasco senza neanche sentire ciò che aveva da dire. Scelta fatta in decisamente meno tempo rispetto alle tre ore di Singapore in cui si è analizzata la questione Peréz – Safety Car.

È durante le interviste post gara, poi, che Max scopre di essere diventato campione. Subito dopo la comunicazione della penalità a Leclerc e la sua conseguente retrocessione al terzo posto, si proclama campione Verstappen.

Cosa non quadra? Il fatto che oggi si è corso davvero poco e nessuno credeva si sarebbe assegnato il punteggio pieno. Ma la FIA ha comunicato che il punteggio pieno non viene assegnato solo nei casi in cui la gara viene sospesa e non c’è modo di poterla riprendere e portare a termine. Ed è per questo che Max viene proclamato campione.

I mondiali di Max avvolti nelle polemiche

Un titolo, è giusto ribadire, meritato. Ma a cui oggi, purtroppo, per tutto ciò che è successo nel corso della gara, non è stata data la giusta attenzione. Verstappen ha portato a casa una stagione a dir poco perfetta, ha regalato spettacolo, ha dimostrato di essere un campione nato. Ha sempre dato un certo distacco al suo stesso compagno di squadra e più volte in gara stare al suo passo era un impresa impossibile. Un titolo che non doveva essere vinto a Suzuka, perché per la situazione che si è creata attorno al caso non ha ricevuto il giusto valore. E questo, Max, non lo merita.

Prima i rumors sul Budget Cap, che ha stressato parecchio il team nel weekend di Singapore, poi gli errori della FIA a Suzuka che hanno tenuto l’attenzione dei fan solo su quello. E in tutto ciò un ragazzo dal grande talento che con il duro lavoro ha portato a casa ciò per cui lottano tutti i 20 piloti in pista, conquista il titolo per il secondo anno consecutivo e sembra quasi che nessuno se ne accorga. A 25 anni Verstappen è due volte campione del mondo: meglio di lui aveva fatto solo Vettel. Ma oggi non conta, perché qualcosa di ben più grave succede fuori dalla pista nelle decisioni di chi questo sport rischia di rovinarlo.

In pochi ne parlano, qualche complimento qua e la sui social, ma prevale la rabbia verso una Federazione che rischia di rendere poco credibile lo sport. La rabbia poi va anche verso Max, come se fosse lui l’artefice di tutte queste decisioni. Max vince solo perché favorito dalla Federazione, dicono alcuni. Ma Max vince perché in questo momento è il miglior pilota in pista e questo è agli occhi di tutti.

Un titolo avvolto dalle polemiche, che passa in secondo piano rispetto al resto. Un po’ com’era successo la scorsa stagione con il suo primo titolo.

Abu Dhabi 2021 di cui non si è mai finito di parlare…

Ad Abu Dhabi, il 12 dicembre 2021, Max Verstappen conquista il suo primo mondiale. Come sia arrivato il titolo lo ricordiamo tutti, soprattutto perché a distanza di quasi un anno se ne parla ancora come se fosse successo qualche giorno fa.

Dopo anni e anni di dominio Mercedes il campionato si è fatto talmente interessante da vedere due piloti arrivare all’ultima gara a pari punti. In un giro si è decretato il campione ed è esclusivamente di quel giro che si parla. Il primo titolo di Max Verstappen è passato alla storia come un titolo regalato dagli errori della direzione gara.

Foto di adnkronos.com

E il rischio è che anche di questo secondo titolo, che in questa gara o in quella successiva comunque sarebbe dovuto arrivare, si finisca a dire che è stato un titolo regalato quando è stato totalmente conquistato – come il precedente.

Nessuno ha regalato nulla a Max Verstappen.

Il mondo social condanna Max Verstappen: ma merita davvero l’odio che riceve?

L’odio gratuito sui social per questo ragazzo è parecchio. Ma si è visto anche nei sette anni di dominio Hamilton – Mercedes: quando vinci tanto, quando sei un gradino sopra gli altri, non faranno altro che criticare e sputare odio.

Basta lasciarli parlare.

Max Verstappen il 9 ottobre 2022 è diventato campione del mondo per la seconda volta, con quattro giornate di anticipo, e tra le troppe polemiche che lo circondano – pur non essendo lui direttamente coinvolto – è bene ricordarselo.

L’olandese è due volte campione del mondo e non c’è polemica che regga per dire che non se l’è meritato.

Stefania Demasi

Studentessa di Relazioni Pubbliche e grande amante dello sport. Il mio sogno da sempre è proprio quello di lavorare in questo mondo.

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