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Piloti, team e sponsor

Piloti, team e sponsor: un triangolo, spesso neppure troppo amoroso, al centro degli equilibri della Formula Uno. Quanto può incidere uno sponsor su un team e sulla carriera di un pilota? Come ben sappiamo, gli sponsor ormai (e purtroppo) sono diventati un elemento chiave nel passaggio di un pilota da una categoria all’altra e, a volte, anche nella sopravvivenza nel Circus di un team.

L’anno scorso, con lo scoppio del conflitto russo-ucraino, abbiamo assistito ad un colpo di scena in casa Haas: la squadra americana decise di tagliare i rapporti con lo sponsor russo Uralkali, licenziando Nikita Mezepin. Quest’anno, oltre al caso De Vries, in tribunale contro il suo magnate, ci sono altre novità in termini di sponsor.

Orlen (e Kubica) salutano Alfa Romeo

La nuova Alfa Romeo C43 (2023)

Lo sponsor polacco Orlen saluta, dopo anni di collaborazione, Alfa Romeo, in vista di quello che – al momento- sembra essere il suo ultimo anno di permanenza in griglia. L’azienda diventerà main sponsor, di un altro team, l’AlphaTauri. La squadra italiana, però, non si è fatta trovare impreparata ed ha immediatamente provveduto a uno sponsor, Stake. Cambiamento chiaramente visibile nella livrea della nuova C43, presentata lo scorso 7 febbraio: sparito il caratteristico bianco per lasciar spazio al nero.

Con la fine dei rapporti Orlen-Alfa Romeo, finisce anche l’avventura di Robert Kubica come terzo pilota del team. Il polacco non seguirà però il suo sponsor a Faenza, continuando a tempo a pieno il suo impegno nel WEC. Quello di Kubica potrebbe essere un addio più o meno definitivo al Circus, considerata l’età del pilota (39 anni a dicembre).

Haas: gli sponsor prima e dopo Schumacher

Dopo l’addio improvviso dell’anno scorso con il main sponsor Uralkali, anche il licenziamento di Mick Schumacher ha avuto il suo peso in termini di rapporti con gli altri sponsor della squadra americana. Non è sconosciuto, infatti, che il figlio d’arte portasse un numero molto rilevante di sponsor (e quindi di soldi) tedeschi e non solo al team. Oltre ad una questione di sponsorizzazioni, Schumacher per la Haas era significativo anche in termini di tifoseria: più fan appassionati, più clienti disposti a comprare gadget e merch firmati o indossati dal proprio pupillo. Per questo, ormai due anni fa, Mick rappresentava un investimento interessante per la Haas (così come lo è ora per la Mercedes, che sembra aver capito bene come “sfruttare” il tedesco), oltre ad essere l’allora campione in carica della Formula 2.

Giulia De Ieso

Studentessa al quinto anno di liceo classico, scrivo e parlo di motori che siano a due o a quattro ruote.

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