Home » Indycar » Indycar a Saint Petersburg: Ericsson vince in una pioggia di caution

Indycar a Saint Petersburg: Ericsson vince in una pioggia di caution

Dopo mesi di pausa, il 5 marzo è ripartita la NTT Indycar Series. Come l’anno scorso, il debutto stagionale è avvenuto in un circuito stradale, tra le vie di Saint Petersburg, Florida. Ben 27 piloti si sono avventurati su una delle piste più strette, tortuose ed emozionanti del calendario. Con una premessa del genere non poteva che nascere una gara piena di colpi di scena. Vediamo come è andata. Saint Petersburg Indycar

Una partenza shock Saint Petersburg Indycar

Dopo il giro di formazione, Grosjean, in pole position, scatta alla bandiera verde. La pace dura solo qualche curva. Poco sopra la metà del griglia, Dixon colpisce la ruota di Rosenqvist, che colpisce il muro e perde velocità. I piloti a fondo classifica, con la visibilità limitata dalla distanza, se lo vedono arrivare addosso e si scatena il caos. Santino Ferrucci tampona Hélio Castroneves, che viene colpito da Devlin DeFrancesco. Nel contatto, Sting Ray Robb scarta a destra, ma Simon Pagenaud lo travolge tamponandolo.

A quel punto Benjamin Pedersen, situato in ultima posizione, non si avvede del caos davanti a lui e non va prontamente sui freni. Così giunge a velocità sostenuta sul gruppo e falcia DeFrancesco, spedendolo in aria in una sequenza tanto spettacolare quanto drammatica. Tutti i piloti coinvolti escono, fortunamente, illesi dall’incidente e 5 su 6, tutti tranne Robb, si ritirano. Anche Rosenqvist è costretto al ritiro, nonostante prosegua nel corso della gara con 40 giri di ritardo, mentre a Dixon non viene attribuita nessuna responsabilità. Saint Petersburg Indycar

I primi pit stop Saint Petersburg Indycar

Dopo un regime di bandiera rossa, la prima caution termina al giro 6. Alla ripartenza non si verificano altri incidenti e il gruppo procede spedito fino al giro 25. L’unico evento rilevante in questi giri è una penalità assegnata a Malukas per impedimento su Marcus Armstrong. Herta, partito secondo, che assieme a Grosjean aveva preso vantaggio su O’Ward, terzo, viene superato da quest’ultimo a causa della degradazione delle gomme. Tre giri dopo, precipitato sesto, Herta apre la danza dei pit stop, seguito da un Kirkwood anch’egli con problemi di degradazione.

Pochi giri dopo rientrano anche gli altri favoriti per la vittoria: Palou ed Ericsson pittano al giro 31, Grosjean al 33, Power e McLaughlin al 36. Proprio McLaughlin, che con il pit di Grosjean era diventato leader della classifica, all’uscita dai box supera il francese, consolidando anche in pista il proprio vantaggio. Al giro successivo Dixon e Newgarden rientrano ai box, ma una bandiera gialla viene sventolata: è di nuovo caution.

La seconda caution Saint Petersburg Indycar

La seconda interruzione di gara è causata da Conor Daly, che allarga troppo l’entrata in curva 4 e con un bloccaggio finisce contro la barriera. Il pilota sta bene e, ricevuto l’impulso per riaccendere il motore dai commissari, riparte dietro la pace car. Dixon, che nel frattempo era uscito dalla pit-lane, si ritrova primo dietro la pace car. La direzione gara, tuttavia, lo costringe a cedere posizioni e ripartire quinto. Ciò succede in quanto, all’uscita della bandiera gialla, Dixon non aveva ancora superato la “blend line”, la linea che separa la via dei box dal tracciato.

Essendo la pit-lane a St.Petersburg più vicina all’imbocco di curva 2 rispetto alla normale linea del tracciato, Dixon, arrivato primo alla curva, aveva guadagnato posizioni. Ciò è tuttavia illecito sotto bandiera gialla. Se Dixon fosse stato già oltre la blend line al momento di uscita della bandiera gialla, sarebbe stato regolarmente primo. Con tutti di nuovo ai propri posti, la gara era pronta a ricominciare al giro 42.

Caution chiama caution(s)

Nonostante la sua imprevedibilità, anche l’Indycar ha alcune regolarità. Come spesso dicono i telecronisti, infatti: “una caution chiama un’altra caution”. In curva 4, la stessa dove aveva sbattuto Daly, si verifica un altro incidente. Rinus VeeKay sbatte contro le barriere, nel rimbalzo Jack Harvey lo tampona e Kyle Kirkwood decolla sopra entrambe le vetture. Nonostante l’alto tasso scenico del volo di Kirkwood, ad avere la peggio nello scontro è Harvey il quale, seppur in condizioni stabili, viene portato al centro medico. Sia lui che VeeKay sono costretti al ritiro, mentre Kirkwood riesce a portare la monoposto in pit-lane e a ripartire dopo un cambio dell’ala frontale, nonostante lo sterzo non girasse più a sinistra.

La terza ripartenza avviene al giro 50, ma dura molto poco. Neanche mezzo giro dopo, infatti, Colton Herta finisce contro la barriera a seguito di un contatto con Will Power durante un tentativo di sorpasso. La scena del misfatto, stavolta, è curva 7. Power viene penalizzato dalla direzione gara e costretto a ripartire a fondo griglia, che ormai, visti i ritiri, equivale a metà della line-up di partenza.

La quiete prima della tempesta

La macchina di Herta viene rimossa relativamente in fretta, e al giro 54 la gara riparte. Dopo tanti imprevisti, la situazione si calma. Scott McLaughlin e Romain Grosjean, primo e secondo, distanziano O’Ward e si sfidano tra di loro. A rimettere in discussione gli equilibri sono, come spesso accade, i pit stop. Il primo a rientrare è Alex Palou al giro 66, seguito da Scott Dixon al giro successivo. Alexander Rossi si ferma ai box al 68, Josef Newgarden e Pato O’Ward al 70. Grosjean, secondo, cerca di rimandare il più possibile la sosta per aspettare si fermi McLaughlin e cercare un overcut. Ad accadere è l’esatto opposto: McLaughlin forza Grosjean ad usurare le proprie gomme, lo vede fermarsi al giro 71 e poi rientra al giro successivo. Nonostante la vittoria tattica, questa sarà la fine delle sue speranza di trionfo in pista.

L’ultima caution

McLaughlin esce dalla pit-lane proprio mentre Grosjean sta iniziando il giro 73. I due oltrepassano affiancati le curve 2 e 3, percorrono il rettilineo e forzano la staccata all’ingresso di curva 4. Nell’ormai famigerata curva, nessuno dei due si tira indietro e si toccano, finendo contro la barriera. Esce così la quinta caution della gara. Grosjean, inquadrato mentre prende a pugni la barriera, si ritira, mentre McLaughlin riporta l’auto in pit-lane. Nonostante riesca a ripartire, il neozelandese è penalizzato per aver causato l’incidente e saluta la vittoria. Al primo posto, dopo una lunga gara in cui si è tenuto lontano dai guai, si ritrova O’Ward. Alla ripartenza al giro 79, il messicano guadagna vantaggio su Ericsson, che a sua volta lo guadagna su Dixon. Siamo a 20 giri dal termine.

I giri decisivi

O’Ward appare inizialmente in controllo. Con un vantaggio di circa 2 secondi su Ericsson, tutto ciò che deve fare è gestire e sperare non vengano sventolate altre bandiere gialle. Ma il finale di gara non ha ancora esaurito le emozioni da regalare. Ericsson, con più “push-to-pass” booster a disposizione, inizia a recuperare terreno, così come Dixon alle sue spalle. Al giro 93 iniziano ad apparire entrambi come seri contendenti alla vittoria. Il giro successivo il retro della monoposto di Newgarden prende fuoco. Il pilota riesce a rientrare ai box per farla spegnere e si ritira senza causare caution. O’Ward è salvo, o forse no. A inizio del terz’ultimo giro il messicano preme inavvertitamente il bottone del limitatore. La sua monoposto si scompone in uscita dall’ultima curva, ed Ericsson lo supera.

Gestendo senza problemi gli ultimi chilometri, Ericsson vince e occupa il primo posto temporaneo nella classifica del campionato. O’Ward difende la seconda posizione, mentre Dixon si accontenta della terza piazza del podio. Ottimo 4° Alexander Rossi alla sua prima gara in Arrow McLaren. Eccellente 5° Callum Ilott per Juncos-Hollinger Racing. Chiudono la top 10 Rahal, Power, Palou, Lundgaard e Malukas. Marcus Armstrong taglia il traguardo undicesimo e si porta primo nella classifica dei rookie. Chiude nel lead lap Agustín Canapino buon 12° alla sua prima gara in assoluto su una monoposto.

Una prova stoica per l’argentino che dopo un quarto di gara era fisicamente esausto. Chiudono la classifica McLaughlin, Daly, Robb e Kirkwood. Dei 27 partenti, solo 16 hanno visto la bandiera a scacchi, 12 le vetture non danneggiate. La prima gara della NTT Indycar Series 2023 ha portato grandi emozioni. Il prossimo appuntamento sarà Domenica 2 Aprile al Texas Motor Speedway. Se queste sono le premesse mi raccomando, non mancate.

La classifica finale della gara
(Dal profilo instagram dell’Indycar)

Marco Toccalini

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Torna in alto