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I fratelli Leclerc e la sfortuna della gara di casa

Olivia Carbone, Marika Taroni

È laddove l’impresa appare titanica che il talento dei campioni si esalta, che le curve del cittadino più famoso al mondo si impregnano di eroismo, che la leggenda del Principato assume i contorni dell’agognata bandiera a scacchi.
Vincere a Montecarlo vale molto più dei venticinque punti attribuiti al primo classificato.

Lo sanno bene i fratelli Leclerc che su quelle strade son cresciuti, sognando la Formula 1. Sognando di guidare un giorno l’auto rossa, così rumorosa da spaventarli ma tanto bella da togliere il fiato.
Oggi, Charles quel sogno lo ha realizzato.
Il bambino che da un balcone alla Sainte-Dévote seguiva la corsa col padre ora è l’idolo di casa. È l’eroe chiamato all’impresa che una maledizione sembra impedirgli di realizzare.

Come lui, anche il fratello Arthur, che dopo tante peripezie ha finalmente coronato il proprio sogno.
Insieme, nel ricordo di papà Hervé, i due Leclerc hanno deciso di realizzare un casco commemorativo su ispirazione del modello utilizzato dal genitore nella sua gara di casa.
Un weekend, insomma, carico di speranze e di aspettative per i fratelli Leclerc che non si è però concluso nel migliore dei modi.

Arthur Leclerc

È un weekend speciale per il minore dei Leclerc.
A Monaco, tra le strade di casa, Arthur debutta con la sua DAMS numero dodici.
La monoposto più fotografata del Principato si esalta sin dalle libere, stampando il quarto tempo assoluto e dando prova di grande confidenza. Un ottimo inizio per il padrone di casa e un’adrenalinica iniezione di fiducia, necessaria dopo le difficoltà del weekend azero.

Charles augura buona fortuna ad Arthur prima della sua sessione di libere (crediti: FDA)


Quando la temperatura sale, però, e con essa la pressione della prima sessione che conta, Arthur sbaglia.
Commette un errore, forse un eccesso di foga, che in qualifica lo taglia fuori al primo giro lanciato. Risultato? P20 in griglia di partenza e weekend tremendamente compromesso.
Ma Arthur, che in passato ha già dato prova di grandi rimonte, non si arrende.
Alla Sprint Race del sabato è quindicesimo al traguardo, una magra consolazione considerando il tanto tempo perso nella sfortunata ostruzione causata dall’incidente di Maini alla chicane del porto. Nella Feature Race, dove la strategia può regalargli una gara degna di nota, è l’impianto frenante a tradirlo costringendolo ad un ritiro amaro.

Charles Leclerc

Il più grande dei fratelli Leclerc ha collezionato ormai un’ampia serie di sfortune legata al Gran Premio di Monaco. In F2 non era riuscito a completare nemmeno una gara e in F1 è riuscito nell’impresa per la prima volta solo lo scorso anno, nel 2022. Il 2018 lo aveva visto obbligato al ritiro a causa di un incidente, nel 2019 si era poi schiantato contro le barriere e nel 2021, nonostante avesse preso la pole position, non aveva preso parte al Gran Premio, a causa di un guasto al semiasse. Nel 2022, dopo aver conquistato ancora una volta la pole position, non era riuscito ad agguantare il podio per colpa di una strategia sbagliata.

Nasce così la leggenda della ‘maledizione di Monaco’, un termine attribuito di tifosi per indicare la sfortuna che colpisce Leclerc ogni anno. Ovviamente, le ragioni dietro alla delusione portata dal GP di casa non possono essere attribuite al fato, ma la definizione è ormai diventata tradizione.

Il 2023 non ha fatto eccezione per il numero 16: in un weekend in cui non ha trovato il giusto feeling con la vettura, era riuscito a raggiungere la terza posizione in qualifica, ma una penalità di tre posizioni lo ha visto costretto a partire dalla sesta casella in griglia e la gara, fatta di pioggia e chaos, non gli ha permesso di rimontare in alcun modo.

Dopo anni, il Principato ancora aspetta di vedere Il Predestinato sul podio. Riuscirà mai Charles a compiere l’impresa?

Olivia Carbone

Appassionata di sport, ha iniziato a scrivere per Mult1formula a novembre del 2020. Le piace il cinema e la geopolitica, ma è anche amante della letteratura.

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